Cinque «forzate» per pulire il Po dei Murazzi

Cinque «forzate» per pulire il Po dei Murazzi DALLE 6,30 DI IERI LE OPERATRICI ECOLOGICHE HANNO COMINCIATO A SETACCIARE LA SPONDA SINISTRA DEL FIUME Cinque «forzate» per pulire il Po dei Murazzi Con il rastrello a pescare lattine e bottigliette Gianni Bisio Era più alto il numero di vicesindaci, assessori, amministratori e dirigenti presenti alla riunione di lunedì scorso, in uno dei bar dei Murazzi, per pianificare l'operazione «Po pulito», di quello degli addetti dell'Amiat che ieri, dalle 6,30 alle 11,30, hanno incominciato a pulire la sponda sinistra del fiume, a valle del ponte di piazza Vittorio: erano sedici lunedì, erano undici, compresi un dirigente e un caposquadra, ieri. Un lavoro duro e inusuale, per il quale, per ora, l'attrezzatura non pare certo delle più adeguate. Ad operare era una mini-task force 'a prevalenza femminile: erano ben cinque le operatrici ecologiche Amiat che, in stivali, tuta e guantoni, con gran fatica e con un sempUce rastrello, tentavano di radunare la spazzatura ormai sedimentata sul fangoso bagnasciuga affinché un «ragno» meccanico, dalla sponda, la raccogliesse. Una lavoro lungo, paziente, da eseguire in mezzo ai sassi, senza aiuti meccanici. Accanto alle cinque «forzate» un solo uomo operava nel Po, o in quello che resta di esso, cioè pochi centimetri ài acqua sporca e maleodorante, densi di piante acquatiche asfittiche. Se sono anni di disinteresse per il fiume, o di conflitto di interessi e di rimpalli di responsabilità, ai quali si tende ad ovviare con questa operazione di fine agosto', con il denaro stanziato dalla Regione, è vero anche che dalla spazzatura dei Murazzi emerge una storia di cronica inciviltà di chi - una minoranza - non rispetta le regole minime della convivenza. Quattro cassonetti erano semivuoti sullo scivolo che porta ai Murazzi, ma sulle pietre della sponda, pochi metri sotto, decine di bottiglie di birra e bibite erano state buttate e spaccate, oltre a lattine, sacchetti di plastica, contenitori vari e, ovviamente, siringhe. Lavoro duro quindi per le addette dell'Amiat, dotate di imbragatura, fune di sicurezza, guanti e stivali. Che non rischieranno mai di annegare, ma che dopo le prime cinque ore di lavoro hanno capito che l'operazione «Po pulito» non è una passeggiata. Ci vorranno molte settimane a rastrellare tutta la riva e bonificarla, manualmente, della spazzatura sedimentata. Il camion dotato di ragno, pur sistemato con abilità dall'autista sul bordo estremo della passeggiata, non riesce a fare con efficienza il suo lavoro: pesca dal fiume con difficoltà i pochi detriti che vengono accumulati manualmente da chi lavora nel fiume. Alle 11 solo nei primi trenta-quaranta metri erano stati riempiti oltre venti sacchi di plastica, mentre uno dei furgoncini arancione era zeppo di rottami di legno portati dalla corrente del fiume. Il geometra Fernando Spada, il dirigente dell'Amiat al quale è stato affidato il difficile compito dell'operazione «Po pulito», dice che nella parte a monte della diga di piazza Vittorio, già da sabato o lunedì opererà un hovercraft che con una griglia «spingerà» la spazzatura galleggiante verso riva, dove sarà raccolta dal «ragno». Si pulirà anche la Dora, nei pressi di corso Appio Claudio, mentre nella zona del ponte Balbis, alle Molinette, sarà un'impresa esterna a togliere tronchi e rami lì arenati dai tempi dell'alluvione del 2000. Si agisce, cioè, con un ritardo di tre anni, periodo nel quale per fortuna non si sono più verificate grosse piene, fenomeni che avrebbero potuto trasformare quei tronchi in pericolose dighe. Ma nella zona a valle di piazza Vittorio, secondo l'Amiat, non si può utilizzare un'attrezzatura meccanica nel fiume. E così si andrà avanti «manualmente», proprio come fecero, all'inizio di luglio, i quattro consiglieri della maggioranza (Cuntrò, Nigro, Sbriglio e Gallo) che in questo modo posero polemicamente, e provocatoriamente, il problema della pulizia della sponda dei fiumi. Forse, nel progredire del lavoro, si miglioreranno le condizioni per chi opera. Basterebbe anche solo una semplice scala a pioli per scendere dalla passeggiata alla sponda, evitando agli operatori di essere malamente sollevati di peso con un'imbragatura da free-climber. Come è accaduto ieri. Situazione appesantita da anni di disinteresse, di rimpalli di competenza ma anche dall'inciviltà di utenti dei locali Cassonetti semivuoti mentre lungo le rive vengono abbandonati vetri, sacchetti contenitori e siringhe Le operatrici ecologiche Amiat, stivali e guantoni, con fatica e rastrello, hanno radunato la spazzatura sedimentata sul Po

Persone citate: Balbis, Cuntrò, Fernando Spada, Gallo, Gianni Bisio, Nigro, Sbriglio