Sardegna in fiamme L'ombra del contagio con i clan delia Corsica

Sardegna in fiamme L'ombra del contagio con i clan delia Corsica rossi e indipendentisti è rischioso. I moventi possono essere diversi, in gioco vi sono anche grossi interessi economici. Il punto di partenza che non possiamo eludere, però, è che gli incendi della Gallura, i quattro fuochi in contemporanea ad Alghero, terra del ministro Pisanu, e in Costa Smeralda, assumono oggettivamente una valenza diversa, eversiva appunto». La «polveriera» Sardegna evoca la Corsica e le sue pulsioni indipendentiste. La suggestione è forte, gli intrecci e i rapporti tra gli indipendentisti sardi e quelli corsi non sono un mistero, come pure i rapporti tra questi e gli spagnoh. Gli incendi, gli attentati (falsi) dei Nuclei proletari per il comunismo, avvengono in un momento di forte crisi della politica, del governo regionale, in bihco a Cagliari, in queste ore, tra ribaltoni e nuove elezioni, e di un'offensiva dei movimenti indipendentisti che, al di là dell'effettivo consenso che riescono a coagulare, occupano la scena con iniziative clamorose. E' questa la «polveriera» che inquieta il magistrato di Cagliari. Sarà soltanto una coincidenza, ma proprio l'altro giomo è stata saccheggiata da quattro giovani «Armi Sport 2000» di Asseraini, provincia di Cagliari. Bottino: 72 fucili. Nessun esercito brigatista o indipendentista è pronto per portare a termine un attacco al «cuore» dello Stato. Più semplicemente, ipotizza l'investigatore di Cagliari, «potrebbe trattarsi di un furto fatto su commissione dei clan corsi». Precisa l'investigatore: «Fare una rapina oggi in un ufficio postale o in una banca frutta poco, ottanta mihoni di vecchie lire in media. 72 fucili a sei milioni l'uno, oltre quattrocento. E, dunque, la rapina di Assembli potrebbe essere stata fatta su commissione dei corsi». E la Corsica, ma questo è noto, è «anche un mix di criminalità comune e pohtica». UNA NUOVA STRATEGIA EVERSIVA Sardegna in fiamme L'ombra del contagio con i clan delia Corsica L'allarme degli investigatori: indipendentisti, ecoterroristi, brigatisti e anarcoinsurrezionalisti potrebbero unirsi per un attacco al governo reportage Guido Ruotolo invialo a OLBIA IL sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, si rivolge ai sardi e lancia un appello dai microfoni di Videoline, la televisione privata più importante dell'isola: «Se vedete macchine sospette, movimenti strani prendete il telefono. E' un problema che riguarda noi tutti». Fa caldo, i fuochi della Costa Smeralda e della Gallura ieri si sono spostati al sud, in provincia di Cagliari. L'emergenza continua, oggi arrivano l'esercito, trecento uomini, e gh elicotteri per fronteggiare le lingue di fuoco, per spegnere i sospetti, per allontanare i fantasmi dei nuovi ecoterroristi che potrebbero davvero aver deciso di passare all'azione, mettendo in atto ima strategia eversiva che punta a una «molteplicità di obiettivi». Lo sospettano gh investigatori, lo teme il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, che l'altro giomo ha esplicitamente parlato di «indizi che fanno pensare a un ecoterrorismo, il cui obiettivo è quello di seminare terrore indiscriminato per mezzo del fuoco». Se il problema fosse circoscritto, si fa per dire, soltanto all'ecoterrorismo di questi giorni, agh incendi mirati nella «seconda patria» del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, la Costa Smeralda, o a quelli di Alghero, «terra del ministro dell' Interno Pisanu», alla vigilia del vertice di sabato tra lo stesso ministro e il suo collega tedesco, l'immagine che propone il magistrato di Cagliari - «la Sardegna è una polveriera» - rischierebbe di essere forzata, nel senso che in questa stagione infuocata altri episodi, seppur non necessariamente collegati tra loro, lasciano inquieti: le rapine ai furgoni portavalori, il saccheggio di un'armeria ad Assemini, sud dell'isola, l'azione di «propaganda armata» dei Nuclei proletari per il comunismo, sigla filobrigatista della Sardegna, a Porto Cervo. Quando l'altro giomo Pisanu ha lanciato l'allarme, i Nuclei proletari per il comunismo non erano ancora entrati in azione: una finta bomba è stata trovata a Porto Cervo, ed è stata rivendicata da questi Nuclei con un comunicato che se la prende con «la borghesia ricca», contro «la polizia» (privata del consorzio Costa Smeralda): «La vostra costa dorata, le vostre lussuose vetrine, le vostre auto splendenti saranno il pane che colmerà la fame di riscatto dei proletari sardi che per troppo tempo avete umiliato e sfruttato». Tramontata la stagione dell'attacco «al cuore dello Stato», i Nuclei sardi parlano di «attacco al cuore della bestia». Saranno pure i figli di un «terrorismo minore» ma questi sardi ricordano la stagione di «Pagherete caro, pagherete tutto», nella quale attecchirono i brigatisti killer. Ieri mattina a Sassari il prefetto Salvatore Gullotti ha riunito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. La «novità» dei giorni scorsi è sotto gh occhi di tutti: il 600Zo degh incendi ha riguardato le coste e, dunque, «l'obiettivo deipiroma- ni è il turismo» ma in particolare la scelta di Porto Cervo rappresenta «un'operazione di propaganda a effetto, un'azione vetrina». Spiega un investigatore sassarese: «La concomitanza di diversi episodi lascia ipotizzare un'offensiva di una serie di organizzazioni Che in Sardegna sono attive da tempo». Che apparentemente perseguono obiettivi e strategie diverse, «l'indipendentismo, l'ecoterrorismo, l'eversione brigatista e quella anarcoinsurrezionalistà», e che oggi potrebbero coagularsi attorno a un disegno più ambizioso: «Portare un attacco al governo, al presidente Berlusconi e al ministro dell'Interno, Beppe Pisanu». Se, al momento, non vi sono rivendicazioni né piste investigative concrete, l'ipotesi degli incendi «eversivi» ha una sua credibilità. Riflette ancora l'investigatore sassarese: «Il piromane terrorista che entra in azione rischia poco, con il patteggiamento». Naturalmente, gli incendi di questi giorni non sono una novità neppure per la Sardegna. Avverte un magistrato di Cagliari: «Fino a prova contraria, ipotizzare che dietro gh incendi vi siano terroristi L'altro giorno è stata saccheggiata un'armeria e quattro rapinatori hanno portato via 72 fucili «Potrebbe trattarsi di un furto su commissione dei gruppi dell'isola francese» . - ■.■.■:;^;.■■'■■;■^ ■■■'.::::"v.;:.: ,-:-:^.--'-^:--:'-y-:y'.'::^r:--h:- - : Dietro al ripetersi degli incendi in Sardegna ci potrebbe essere una nuova forma di eversione

Persone citate: Beppe Pisanu, Berlusconi, Guido Ruotolo, Pisanu, Salvatore Gullotti, Settimo Nizzi, Silvio Berlusconi