«Telekom Serbia, emergono fatti nuovi» di Alberto Gaino

«Telekom Serbia, emergono fatti nuovi» OGGI PROSEGUE IL FACCIA A FACCIA CON IGOR MARINI, IL PERSONAGGIO CHIAVE DELL'INCHIESTA «Telekom Serbia, emergono fatti nuovi» Malore deirawocato romano Paoletti durante il confronto Alberto Gaino TORINO E' ormai, un match di pugilato, senza colpi decisivi e proiettato sulla distanza, il confronto MariniPaoletti nel carcere delle «Vallette». Il procuratore capo Marcello Maddalena scandisce il tempo di ogni round, con convocazioni notturne top secret che contribuiscono a rendere drammatica la scena. Il resto lo fanno i numeri (22 ore complessive di faccia a faccia), le indiscrezioni, perfino gh spifferi e la certezza che si continui. La notizia di un malore di Paoletti, a metà giornata, rimbalza dagh ambienti pohtici romani e non viene smentita. Più incerta la «dritta» che lo collega alla minaccia di farlo finire in carcere come Marini (l'anziano civilista romano è attualmente agh arresti domicihari). Anche i dettagli possono contare di fronte alla secretazione dei verbali che ha trasformato la Procura in un ufficio sprangato. A fine giornata ci si deve accontentare di una sola certezza: nell'inchiesta sono comparsi fatti nuovi rispetto agh scenari rivelati dall'ordinanza di custodia cautelare. Ne danno conferma i legali. Titta Castagnino (difensore di Paoletti) dice: «Il confronto va avanti e man mano le cose si chiariscono sempre di più. Gh argomenti e le circostanze sono tanti, vanno oltre quelli noti e ciascuno necessità di essere approfondito perché le posizioni sono differenti. Si tratta di un atto giudiziari'.r .uplesso». Su che i due ex soci in truffe vanno in direzioni opposte? Sulla circostanza decisiva per l'inchiesta che tanto agitarsi per piazzare titoh in gran parte falsi servisse in realtà per infilarvi i 225 milioni di dollari destinati - secondo Marini - a Prodi, Fassino e Dini come controprova del prezzo pagato per Telekom Serbia da Telecom Italia, eccessivo a tal punto da trasformare l'intero costo dell'operazione (quasi 900 miliardi di lire del 1997) in un'immensa tangente da dividere con Milosevic e gregari. Un altro fatto è che ormai tutti riconoscano a Marini di non essere uno sprovveduto. Di sicuro lo spiantato faccendiere tiene la scena rilanciando sulla materia che conosce bene (le truffe tentate a grandi banche intemazionali). Così affonda Paoletti, Vi riesce anche sull'altro e più atteso versante di Telekom Serbia? L'avvocato Luciano Randazzo, il suo legale, assicura: «Marini si sta quotando. Stiamo aprendo il vaso di Pandora, si rischia di aprire una nuova fase storica per il paese». Come nel 1992? «Come nel 1992». Ma a fine giornata il legale aggiunge che in 22 ore di confronto «non si è ancora arrivati a parlare di Telekom Serbia». Circostanza smentita dalla controparte. Certo è che che Maddalena e i pm Roberto Furlan e Paolo Storari, nello schierarli l'uno contro l'altro, sono attenti a coghere anche nelle sfumature l'attendibilità dell'uno e deh'altro. Sotto questo aspetto, per ora, è come se i due combatten¬ ti andassero a turno su e giù in ascensore, E poi ci sono i possibih «inquinamenti». H procuratore capo va di fretta anche per evitame il rischio. Ieri Maddalena ha scritto ai presidenti di Camera e Senato per invitarli a richiamare i parlamentari ad un maggior rigore nelle visite ai detenuti. Si riferiva certissimamente alle numerose ricevute da Marini (almeno quattro in pochi giorni) e al tentativo di un parlamentare di An e avvocato penalista, come denunciato da Randazzo, di offrirsi nella circostanza come nuovo difensore deh'accusatore di Prodi. Randazzo è durissimo: «Il mio chente non vuole più vedere pohtici. E' impegnato in questo serrato confronto. La Procura ha acquisito nuovi documenti e martedì lo reinterrogherà. Nelle pause ha cominciato a scrivere un libro su se stesso e questa storia. Io difendo un amico e per lui andrò anche davanti alla Corte europea di Strasburgo a denunciare i soprasi patiti durante la detenzione in Svizzera». ' Da Roma il ministro Gasparri risposta l'attenzione sul «vero scandalo» del prezzo pagato per Telekom Serbia. E il coUega di An Consolo rincara: «Il premier dell'epoca, Romano Prodi, ha il dovere di dare una risposta». Igor Marini

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