La Germania ufficializza la sua recessione di V. Cor.

La Germania ufficializza la sua recessione La Germania ufficializza la sua recessione Clement ottimista: ripresa a fine anno. Nuovo balzo del superindice Usa ROMA Il giorno dopo i dati sulla frenata dell'economia francese arrivano quelh che confermano il calo del Pil tedesco nel secondo trimestre deh'anno. Dall'ufficio statistico nazionale è infatti arrivata la parola definitiva; la Germania è in recessione, il prodotto intemo lordo ha registrato un calo dello 0,107o sul trimestre precedente (quando era sceso dello 0,20Zo) e dello 0,60Zo su base annua. Causa del decremento è stato soprattutto il calo delle esportazioni. I consumi privati sono rimasti stabih a differenza di quelh pubblici che sono sahti (4-l,30Zo), ma questo incremento non è riuscito a compensare il minor apporto del commercio estero. E la flessione, che apre il capitolo della recessione tecnica, non ha colto di sorpresa gh analisti, che fanno previsioni negative anche per il terzo trimestre dell'anno. Ma il ministro dell'economia, Wolfgang Clement, non si lascia smuovere né dai dati dell'istituto di statistica, né dalle previsioni negative degli analisti; «Ci aspettiamo la ripresa nella seconda metà dell'anno - dice il ministro - la maggior parte degh indicatori mostra che la fiducia sta migliorando». Il quotidiano economico Handelsblatt intanto adombra che la Germania non riuscirà probabilmente a rispettare neppure quest'anno il tetto del 307o previsto dal trattato di Maastricht nel rapporto tra deficit e Pil. Sulla base di documenti intemi dell'Ufficio federale di statistica, il giomale scrive che nel primo semestre 2003 questo rapporto è pari al 3,707o e aggiunge che sempre nella prima metà dell'anno la federazione, i laender, i comuni e la previdenza sociale hanno contratto nuovi debiti per 38,45 miliardi di euro, 560 milioni in più rispetto al corrispondente periodo del 2002. Le entrate si sono attestate a 467,1 miliardi contro uscite per 505,5 miliardi. E, attraverso il suo portavoce, Dietrich Austermann, l'opposizione cristiano democratica-cristiano sociale ha detto al quotidiano che a fine 2003 il rapporto deficit-Pil potrebbe attestarsi al 40Zo e l'anno prossimo salire ancora di più. Vista dalle banche d'affari americane quella di Eurolandia è un'economia che arranca e, dopo gli ultimi dati, gli analisti per la seconda metà dell'anno sembrano attendersi niente di più che una tiepida ripresa. Anche perché c'è da tener presente che, se da una parte il calo dell'euro favorisce l'export europeo, daU'altra allontana l'ipotesi di un ulteriore taglio dei tassi da parte della Bce entro la fine anno. Invece per gli Usa le prospettive di crescita continuano a migliorare; in lugho il superindice dell'economia americana è sahto dello 0,40Zo, dopo il +0,3% messo a segno in giugno. L'ufficio ricerche del Conference Board, si è dimostrato decisamen¬ te ottimista; «I segnali di ripresa devono essere ora supportati ora da una crescita della spesa per consumi e per investimenti - ha detto il capo economista Ken Goldstein -. Il fatto importante è i principali indicatori sono ai livelli migliori da quando è iniziata la' recessione due anni fa». A sottolineare la tendenza positiva c'è anche l'andamento dell'indice Philadelphia Fed sull'attività manifatturiera, che è salito a 22,1 dair8,3 registrato a giugno mettendo a segno l'aumento più consistente da cinque anni a questa parte. Questo mentre le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione sono scese di 17mila unità, toccando quota 386mila; un livello molto migliore delle attese. Proprio in questo complesso di segnah di ripresa gh economisti vedono la causa della costante risalita del dollaro sull'euro; la moneta unica europea ieri era a quota 1,097 nel cambio con il biglietto verde. [v. cor.]

Persone citate: Dietrich Austermann, Ken Goldstein, Wolfgang Clement

Luoghi citati: Germania, Roma, Usa