I quattro saggi al lavoro per la nuova Costituzione di Giovanni Cerruti

I quattro saggi al lavoro per la nuova Costituzione PREVISTO PER DOMENICA IL TESTO FINALE DEL DOCUMENTO I quattro saggi al lavoro per la nuova Costituzione Anche i ministri Tremonti e Bossi presenti nella baita in Cadore Giovanni Cerruti Inviato a L0RENZAG0 (Belluno) Il primo ad arrivare, alle quattro del pomeriggio, è Roberto Calderoli. L'ultimo, quando sul Cadore è già buio e comincia a piovere, Umberto Bossi. A quell'ora, in una baita nei boschi, scortati, isolati, protetti, i quattro Saggi della Casa delle Libertà saliti fin qui per riscrivere la Costituzione avranno già risolto il pressante quesito del senatore Domenico Nenia, capogruppo al Senato di An: «Ma la partita Germania-Italia me la fate vedere sì o no?». Francesco Speroni, il capo di gabinetto del Ministro Bossi, era per il no, «tanto è solo un'amichevole». Però Speroni non è un Saggio, è un Consulente. «Siamo qui per lavorare», aveva annunciato Calderoli. Lui, Nenia, Francesco D'Onofrio per l'Udc e Andrea Pastore per Forza Italia. «Per lavorare, non per parlare», aveva iniziato i suoi dieci minuti di risposta D'Onofrio. Clima strano, e anche buffo. Un poco da primo giorno di collegio. Si devono adattare nelle stanze dell'Albergo Trieste, e Pastore ha qualche problema: «Speroni, perché qui da voi in Padania l'acqua fredda scende dal rubinetto di sinistra?». D'Onofrio è di un'eleganza impeccabile, unico in giacca e cravatta, «un classico rigato agrigentino». Calderoli è in braghette e camicia. ((Andiamo?». Vanno a lavorare in baita alle sei del pomeriggio, con due ore di ritardo. Troveranno, o almeno sperano, i due padroni di casa. Uno è Giulio Tremonti, il più illustre cittadino di Lorenzago, l'altro è Aldo Brancher, illustre cittadino della provincia di Belluno nonché sottosegretario di Bossi. Brancher non voleva l'adunata a Lorenzago, Tremonti sì. Anche perché, da quando Giovanni Paolo II non sceglie più la casetta di Lorenzago per le sue vacanze il paese vive di ricordi e basta, stemmi del Vaticano su ogni bottega, sulla Chiesa, sul cartello di benvenuto. Nizzardo Tremonti ora è un sindaco felice. Ci sono i quattro Saggi, poi gli Esperti come Speroni, il consigliere d'amministrazione Rai Ajigelo Maria Patroni e un paio di Consiglieri di Stato, infine i Fuoriclasse come Bossi e Tremonti. Il programma prevede giornate in baita fino a domenica, e un testo finale con le firme dei Saggi. Compito non semplice, incomprensioni e bizze sempre in agguato. In agguato come gli umori di Bossi, fino all'ultimo momento incerto, poco attratto dal fascino della baita in Cadore. «E sarebbero saggi quelli lì...», diceva a Ferra- gosto a Ponte di Legno. Una battuta per ribadire che il ministro delle Riforme resta lui, non i Saggi. Dell'arrivo di Bossi erano informati solo Tremonti e Calderoli. Tremonti perché, come un anno fa, lo ospita nella vecchia casa di famiglia. Calderoli perché aveva il compito di pilotarne l'ingresso in baita aggiornando sulla discussione. E' che questi Saggi sanno che in questi giorni ci stanno mettendo la faccia, e allora le prime dichiarazioni hanno da essere di splendido ottimismo. Quel che ne uscirà, è la promessa, sarà una «riforma organica, complessiva, condivisa». Problemi in vista? Nessuno. Come sussurra Nenia a Pastore, «le notizie che escono da qui devono essere tutte positive». Per Lorenzago questo arrivo dei Saggi è una festa. Famigliole in attesa davanti a casa Tremonti, una piccola folla su all'Albergo Trieste, cineprese, il sindaco e la giunta con il vestito buono. Da queste parti Tremonti è il cognome di tutti, il sindaco Nizziero non è nemmeno parente. Con lo stemma di Forza Italia sulla giacca aveva preparato il suo discorso ai Saggi, ma questi hanno preferito il buffet e le belle parole sono rimaste su carta: «E' stato un atto si saggezza scegliere Lorenzago, ripetutamente preferita dal Papa per perfezionare alcuni dei atti importanti come l'Enciclica Veritatis Splendor». Se poi i Saggi, Tremonti, Bossi, gli Esperti, il Governo avessero anche tempo per occuparsi della crisi dell'occhialeria cadorina sarebbe meglio, ma questo è un altro discorso e il sindaco appena lo accenna. «Sono certo che Lorenzago andrà fiera, in futuro, di quanto Voi Saggi riuscirete ad elaborare in questi giorni», chiude il sindaco. Dalle sei del pomeriggio tutti in Baita. Lavorare, lavorare, e attenzione a non litigare. «L'accordo è possibile, ma non scontato», come dice D'Onofrio che si ferma al 500Zo di probabilità. Dalla Sardegna Berlusconi telefona e vigila. Se cominciano a litigare anche i Saggi sarà durissima.

Luoghi citati: Belluno, L0renzag0, Ponte Di Legno, Sardegna, Trieste