Il Quirinale: per Sof ri serve il sì dì Castelli di Maria Grazia Bruzzone

Il Quirinale: per Sof ri serve il sì dì Castelli LA REPLICA AL LEADER RADICALE MARCO PANNELLA Il Quirinale: per Sof ri serve il sì dì Castelli «Grazia non valida senza la firma del ministro della Giustizia» Maria Grazia Bruzzone ROMA «In mancanza del consenso del ministro della Giustizia a voler controfirmare l'eventuale decreto presidenziale di concessione della grazia, non è costituzionalmente possibile emanare il suddetto decreto presidenziale». Così precisa una nota del Quirinale, riferendosi a quanto affermato l'altro ieri da Marco Pennella a proposito della grazia ad Adriano Sofri. Illeader radicale aveva sostenuto cbe da un punto di vista giuridico «nulla osta a che il presidente Ciampi possa concedere la grazia», a Sofii o a chicchessia. A nonna dell'articolo 681 del nuovo codice di procedura penale infatti, il capo dello Stato può concederla mota proprio, a prescindere dalla proposta del ministro di Giustizia. Al quale spetta solo controfirmare, a posteriori, il decreto presidenziale. Secondo Pennella dunque Ciampi sarebbe «libero» di prendere l'iniziativa, contrariamente a quanto gli avrebbero «fatto credere» i suoi consigheri e segnatamente il segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni. Tanto più libero in quanto, sempre secondo il leader radicale. Castelli qualche giorno fa circa la grazia a Sofri avrebbe didiiarato «non penso nulla in proposito, ma sono al servizio del Presidente della Repubblica cui compete il potere di concedere la grazia». La nota del Colle smentisce di aver mai sostenuto che ai fini della concessione della grazia sia ((indispensabile» la domanda del soggetto interessato o di altri soggetti, citando il medesimo articolo del codice di procedura penale. Però sottolinea come l'articolo 89 della Costituzione stabilisca, «altrettanto esplicitamente», che nessun decreto presidenziale è valido senza la controfirma dei ministri proponenti. Pertanto - chiosa - «senza il consenso del ministro della Giustizia a voler controfirmare l'eventuale decreto di concessione della grazia, non è costituzionalmente possibile emanare il suddetto decreto, in quanto sarebbe non valido». In coda, ma non meno importante, un'altra precisazione; «Il Presidente Ciampi tiene a confermare anche in questa occasione la sua piena fiducia al segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni». La controreplica di Pennella arriva in serata: «Ora ogni commento mi appare assolutamente superfluo e soprattutto indebito. Per dialogare occorre un minimo di rispetto di un linguaggio comune e dell'onestà intellettuale. Difendo così, sinceramente, anche il presidente Ciampi da una torbida e ormai vecchia ultradecennale situazione nel suo palazzo». Sul fatto che il problema della controfirma «esiste», «rende deheata e complessa la questione» e spiega «l'atteggiamento prudente e riservato del Presidente della Repubblica», conviene anche il presidente emerito della Consulta nonché ex ministro della Giustizia Giuliano Vassalli il quale, sollecitato dai radicali, aveva pur riconosciuto che da un punto di vista strettamente giuridico formale la prerogativa di concedere la grazia era interamente del Capo dello Stato. ((Nel Caso di un deprecabile diniego di controfirma, à caso potrebbe essere affrontato da un conflitto di attribuzioiii sollevato davanti alla Corte Costituzionale» spiega Vassalli- «Una cosa - aggiunge - non augurabile né in questa circostanza né in altre future». Il suo auspicio è dunque quello di una «soluzione concordata». Un accordo che dunque travalica il diritto e investe le relazioni politiche. A dirlo, fuori dai denti, è Francesco Cossiga. «Quella di Ciampi è una scelta politica, legittima», afferma l'ex presidente della Repubblica. «Egli - aggiunge però malizioso - non ritiene di dover prendere l'iniziativa per la grazia, evidentemente non crede di dover graziare Sofri e attende eventualmente che sia il governo a proporglielo per poi valutare». Cossiga concorda con Pennella sulla dispo¬ nvA nibilità di Castelli, che pare tuttavia smentita dalle dichiarazioni di esponenti di primo piano della Casa della Libertà, in particolare di An, Udc e Lega, che sembrano tutti con Ciampi. «Inoppugnabile», ((ineccepibile», plaudono Ignazio La Russa e Luca Volente, mentre Francesco Speroni, braccio destro di Bossi, arriva dire di essere sempre stato contrario alla grazia a Sofri ((perché è un assassino condannato a 22 armi per omicidio e ha scontato meno di un terzo della pena». Di diverso avviso il partito trasversale prò Sofri, dall'azzurro Biondi, che spera in un accordo Ciampi-Castelli, ai verdi Cento e Corleone, che suggeriscono al capo dello Stato di ((porre la questione politicamente, threttamente al presidente del Consiglio Berlusconi». Carlo Azeglio Ciampi con il segretario generale Gaetano Gifuni (a sinistra) e il consigliere per gli affari giuridici Salvatore Sechi

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