Quando Cossiga voleva concederla a Curcio

Quando Cossiga voleva concederla a Curcio NEL '91 MARTELLI NON VOLLE CONTROFIRMARE E SI SFIORÒ LA CRISI ISTITUZIONALE Quando Cossiga voleva concederla a Curcio m ROMA. Può un presidente della Repubblica graziare «motu proprio» un detenuto? Può farlo, cioè, senza che sia il ministro Guardasigilli a proporre la grazia? Sono gli interrogativi che stanno contrapponendo Marco Pannella al Quirinale e a questi interrogativi la risposta è: sì, ma a rischio di pericolosissimi scontri istituziona- Esiste un precedente. Risale al 1991. Presidente della Repubblica era Francesco Cossiga, e ministro, allora di Grazia e Giustizia, Claudio Martelli. Il capo dello Stato si era convìnto della opportunità di concedere la grazia al fondatore de le Brigare Rosse Renato Curcio, Martelli sì recò in carcere a parlare col capo brigatista per accertare se ve ne fossero le condizioni. Chiese a Curcio dì scrìvere una lettera aperta ai familiari delle vittime del terrorismo, in risposta ottenne un documento nel quale Curcio equiparava i caduti per il piombo terrorista agii stessi brigatisti. Fu per questo motivo che Martelli decise dì non controfirmare i ben 5 decreti dì grazia inviatigli dal presidente Cossiga. Il presidente, allora, si rivolse al capo del governo, Andreottì, ottenendone sostegno e solidarietà. A quel punto, visto il conflitto in atto. Martelli si rivolse alla Corte Costituzionale. L'imbarazzante Konunciamento fu evitato perché Cossiga, alla ine, ritirò i decreti e Marte lì il suo ricorso alla Corte.

Persone citate: Claudio Martelli, Cossiga, Curcio, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Renato Curcio

Luoghi citati: Roma