RIMINI 24 ore su 24 di Pierangelo Sapegno

RIMINI 24 ore su 24 L'ESTATE ESAGERATA RIMINI 24 ore su 24 costume Pierangelo Sapegno inviato a RIMIMI FAI il bagno? «Miiii...». Lui, tutto gel, calzoni stracciati, tasche da marines. Lei, quasi in costume. Oplà. Quasi. Dai, dice, sventolando il seno. Questa musica che viene è Elton John, ma forse non è lui che canta. Are you ready for love. Lui si gira: «Antòl Arrivo, miii...». Si sfila la maghetta con la cerniera. Sulla spiaggia, si avvicina un altro truzzo, «che fai?», ridendo. Quello, in mutande: «Cibuttiamo, Anto. Vieni». Noi guardiamo il mare. Lei sta spruzzando. Qui bisogna fare chilometri per non toccare. Ci vuole un po', ma il silenzio inghiotte anche le loro voci che si allontanano nello sciabordio dell'acqua. Ci rilassiamo sulla sdraio. Adesso, c'è un po' di brezza sotto le stelle, e arriva la musica dietro di noi. Potremmo dormire qui. Lo so che uno che non ci veniva da un pezzo, non ci crede. Ma questa è solo una notte di Rimini, il regno del chiasso, dello sballo, del disordine. Qualche risata da lontano. Si chiama Turquoise, questo posto. Ti piace? Stai zitto, ascolta Elton John. Avevamo chiesto a Mauro Caciocavallo cosa faceva stasera. .«Poi vado al Turqoise», aveva detto. Aveva un'amica bionda, e senza mai guardarla negli occhi lui spiegava che «sta nell'albergo dove lavoro io». Michaela, da Bucarest. Ci si arrangia con un po' d'inglese mischiato. Arrivando qui, per raccontare l'estate, la prima cosa da fare è salire sui colli per trovare le discoteche. Un tempo, mica tanto tempo fa, venivano i pullman e le comitive. H principe di questo mondo a Rimini è il Paradiso. Rimontando le curve per andarci, sentivi già il bum bum delle radio e della musica, prima ancora di arrivare, e questo fracasso era l'unica notte che ti aspettava. Stavi ore in coda. Parlavi come in un'eco, con le voci che rimbalzavano, e la tua che forse non esisteva nemmeno, e scappava nei tremori delle mura, frustate dai decibel, dai tamburi, dai suoni. Avevamo quelle facce un po' così, già perforate dal buio prima di cominciare, come quella che ha incontrato l'altra sera Pierluigi Masini. Vent'anni, dal Molise, aiuto cuoco, occhio da cernia. Cosa ti sei bevuto?, gliha chiesto. «Mezza bottiglia di Havana 7 prima di arrivare qui in discoteca. Poi ho preso un Jack Daniel's». Capito. Ora parliamo di limiti di velocità... «Aspetta non ho finito. Poi mi sono bevuto un Mojito e un gin lemon. E ho anche fumato...» Forse è meglio non parlare di limiti... «Meglio». Adesso, c'è solo un gran silenzio, davanti al Paradiso. C'è un recinto attorno al tempio sacro delle discoteche. L'hanno chiuso: ecco un mito che è finito. Basta aspettare: non c'è mai una cosa che rimane uguale a se stessa. Dietro le fronde, intravedi il parcheggio. Le macchine, le accecavano quasi una sopra l'altra, i custodi prendevano le mance e bestemmiavano lo stesso: «Muovi i marroni, sveglia». Ora è vuoto. Il rumore, la gente, la notte si sono spostati tutti qua sotto, in quel mezzo chilometro affacciato sul mare che divide il Grand Hotel dal porto. Solo che è tutto molto diverso. Mauro Caciocavallo, da Molletta, ragazzo di sala in una pensione a due stelle, il gel come facevano quelli prima di lui, occhiali da sole nella notte nera per guardare Michaela senza paura; «Non ho bisogno della macchina. Per tornare in albeigoprendol'au¬ tobus, là dietro». Un tempo, sul lungomare c'erano le puttane e i viados. Adesso, qui c'è ima gran ressa, tutti a piedi o in motorino. Là dietro c'è il Coconuz, uno Street bar, come si dice oggi, locale alla moda. Più avanti, il Rock Island, sulle palafitte del porto: se uno si affaccia sulla terrazza, gli sembra di stare sull'acqua. Poi, quasi di fronte allo Squero, ristorante, c'è il Turquoise. Sono tre stabilimenti in uno, subito dopo il Bagno numero 5. Di giorno, ci vengono i signori e le famiglie, sotto gli ombrelloni e sui lettini: una palestra con un mucchio di attrezzi ammassati, un monitor, la parmcchiera, l'area massaggi, il bar, il ristorante, la zona spiaggia con le suite, veri e propri gazebo, dove uno ordina e mangia davanti al mare. Sullo sfondo, la voce di Radio 105, ininterrotta: «Saluto tutti, anche quelli che si stanno smaironando a casa con l'aria condizionata al massimo...». All'ora dell'aperitivo, nei colori vespertini del giorno che finisce, comincia a trasformarsi. Le famiglie se ne vanno, arrivano i giovani che affollano il lungo- mare, le coppie di innamorati, gli amanti, l'estate della notte. Poco per volta, senza che uno quasi se ne accorga, diventa una discoteca di lusso sotto le stelle. Il dj del locale. Paolo Nhe, spiega che non si dice così; «Si chiama discobar». Per entrare seguendo fin qui dentro la ressa che si sposta dalla strada, non c'è nessuno che ti chiede il bighetto. Uno si infila nella passatoia di legno sporcata dalla sabbia, fa il giro, taglia vicino ai cespugli, e finisce nella sala da ballo. Non è molto grande, ma non importa. Quello che conta sta oltre questo palco fissato attorno al bancone bianco, tutto rotondo, li in mezzo: la spiaggia, la fila di ombrelloni, il mare. Questo posto se l'è inventato Massimo Pierotti, 33 anni, giramondo, titolare di un'azienda di servizio e quattro locali a Rimini, e per sapere che tipo è basta guardare le foto di Novella 2000: l'hanno immortalato mentre chiacchiera da molto vicino con Elisabetta Canalis, l'ex di Bobo Vieri. Dopo, anche altri ci hanno chiacchierato sopra. Sulla Riviera romagnola, posti così ce ne sono molti altri. Le discoteche arrancano, e sputano bile. E se i giovani preferiscono le spiagge con la musica di notte, protestano i bagnini. Renato Santi, di Riccione, raccoglie le lamentele dei suoi colleglli: «Devono stare svegli, lavorare come guardiani e sorvegliare le zone di notte, che confinano con le spiagge dove fanno discoteca. Le guardie giurate costano troppo e poi ad agosto non si trovano». Pure Nino Puzzi, presidente della Coop Bagnini, alza la voce: «Basta. Non si può ballare nelle spiagge». Solo che la giunta ha tagliato corto: «Riccione non può stare ferma. Questo è il futuro». Eccolo qui. Non è che c'è solo a Rimini. Ma questa è la capitale italiana del turismo, il posto di mare che ha fatto la moda, è il regno del divertimentificio. Quello che accade qui segna le tendenze. Non è un caso se Paolo Nhe ripete che «questa è la stagione della mia vita». Dice: «Abbiamo dato a Cesare quel che è di Cesare. La spiaggia a chi veniva qui per questo. Il tempo delle discoteche è finito». Seguiamo Caciocavallo accompagnati dalla voce di St. Paoni, Get busy. Gli abbiamo detto di non dirlo a Michaela che si chiama così. «Perché?»'E' troppo lungo, il cognome. Ha risposto: ah. Dev'essere un bravo tipo. Caciocavallo. Accanto al palco, c'è una cabina di Radio 105. Il dj si chiama Fernando Proci e sta parlando invano. Dopo il discobar, nel corpo centrale, con i tavoli per bere e chiacchierare, nella parte sotto verso il mare, dove ci sono le palme, c'èun sistema dinebulizzazione che spruzza una nebbia d'ac- qua colorata. Qualcuno balla sulla sabbia, dove ci sono letti spaziosi, matrimoniali. Più avanti, le amache. Annotiamo, con malizia: c'è tutto. Caciocavallo, però, è sparito. Ci sono due che chiacchierano su un'amaca, lui e lei. E' la prima volta che venite qui? Lui: «Tu?» Sguardo: chi è 'sto deficiente? Ci spieghiamo: no scusa, la solita solfa, giornalista, servizio, mare, discoteca. Silenzio. Azzardiamo, così, per dovere: qui ci si può imbucare, uno può farsi una canna. Sguardi immutati. Lei: «Ma vuoi farti una canna?» Noo: giornalista, servizio, mare, discoteca, capito?, una cosa di costume. Lei: «Ma guarda che non c'è problema se vuoi farti una canna». Pensiamo: era meglio Caciocavallo. Soprattutto, era meglio Michaela. Lui, spietato: «Noi avevamo qualcosa da dirci, capito?». Uno a volte insiste anche solo per uscirne con un po' più di dignità. Ah, siete due innamorati, non volevo disturbare. Qui è meglio che in discoteca per gli innamorati. Lei comincia, all'improvviso: «Noi non ci andiamo più in discoteca. Qui costa anche molto meno». Lui sbuffa. Lei: «In discoteca, 10 euro il parcheggio, 10 la consumazione. Qui non c'è bisogno della macchina, non si paga l'ingresso, e una bibita costa 4 euro appena». li, a prendere appunti come un cretino, quand'è passato Caciocavallo come una salvezza. E' da solo. Caciooo! I vostri nomi? Lui: «adesso ci lasci in pace?» In fondo alla passeggiata, c'è rimasto solo il mare, e il suo rumore. Pierotti ha spiegato che pagano venti vigilantes per controllare la spiaggia, che la ispezionano «con delicatezza», ha detto. Che vuol dire? «Che non fanno come i buttafuori in discoteca. Stiamo attenti solo se c'è qualcuno troppo ubriaco, e poi guardiamo che nessuno faccia niente sulla spiaggia». Paolo, il dj, ha detto che ci sono 40 telecamere nascoste. A noi sembra un'esagerazione. «No no, ci sono», fa lui. Ne avete avuto bisogno? «No, mai». Nel rumore del mare si sperdono le note. Musica di melodia, non c'è molto bum bum. Tribale, latin house, il vecchio rithm and blues rivisitato da Jennifer Lopez. E' lì che hanno messo Are you ready for love. Quando abbiamo visto Michaela, nell'ultima sdraio, tutta sola. Cacio gli avrà detto tutto intero il suo cognome. Si sarà spaventata. Lui, dito medio, «mavaff». I truzzi sono andati a fare il bajpo. Forse, siamo tutti truzzi qui. Ascolta Elton John. «Yes i am». Sono pronta, ha detto. Di giorno ci vanno le famiglie sotto gli ombrelloni, in palestra e al ristorante Poi arrivano i giovani per ballare con le stelle nel discobar in riva al mare m ■; » Sulla Riviera Romagnola le spiagge si sono trasformate in locali multiformi, aperti dal mattino a notte fonda I discobar per ballare sulla spiaggia in riva al mare sono la novità dell'estate LE TENDENZE ATAVOLA Al posto della carne in gelatina arriva la Sintemal, gambero con salsa di pomodoro fresco e basilico: la scatoletta ve la aprono al tavolo. Tra gli aperitivi, ecco il Martini blu, dove al posto dell'oliva c'è una pietra blu. Di moda anche il Mojita tight con l'aggiunta di liquore giapponese o di tè al gelsomino mi'M ' IN MARE Niente fatica con i pedalò elettrici: si perde in poesia, ma si guadagna il largo senza pedalare. E un vano consente di mettere al riparo radio e portafogli. Ma ci sono anche i pedalò per bambini, a forma di cigno o di Ferrari. Intorno hanno una protezione che li rende simili agli autoscontri SULLA SABBIA Il top è l'amaca in riva al mare, insieme ai massaggi specializzati e alle docce aromatizzate con acqua profumata. Il gioco dell'estate è lo «Speed-date»: 25 ragazze e 25 ragazzi si lanciano in incontri-lampo a rotazione di 200 secondi l'uno, alla ricerca dell'anima gemella

Luoghi citati: Bucarest, Molise, Riccione, Rimini