Sì al decreto, ma il caos nel calcio non è finito di Guglielmo Buccheri

Sì al decreto, ma il caos nel calcio non è finito IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA LA NORMA. UNA COMMISSIONE STUDIERÀ NUOVE DISPOSIZIONI PER LA GIUSTIZIA SPORTIVA ENTRO IL 15 OTTOBRE Sì al decreto, ma il caos nel calcio non è finito Bloccati i Tar. I leghisti votano contro: provvedimento romanocentrico Guglielmo Buccheri ROMA Un decreto. Tre soli articoli che si trasformano in un salvagente per una giustizia sportiva rotolata nel caos, e con lei campionati e calendari di calcio da rifare: sarà soltanto la III sezione del Tar del Lazio, da oggi in poi, a occuparsi dei ricorsi amministrativi con la possibilità di appellarsi al Consiglio di Stato. Niente più spazio per la corsa ai Tar della penisola e deroga al Coni (su proposta della federazione sportiva competente) di adottare provvedimenti straordinari e transitori al fine di assicurare il regolare inizio dei campionati alle porte. Ma il cammino diplomatico che ha portato il Consiglio dei ministri a emanare il decreto già battezzato «salva-calcio» è stato lungo e non senza intoppi con mediazioni interminabili, prima, e dissidi durante la discussione a Palazzo Chigi. Il ministro ai Beni Culturali, Giuliano Urbani, i. numeri dei campionati non li dà, é non potrebbe. «Deve essere la Federcalcio nelle prossime 48 ore ad indicare al Coni quante saranno le società a comporre i prossimi campionati. Il governo - spiega*drDam - è intervenuto in vja.strsordinaria perché lo sport era diventato come un bambino da aiutare: adesso lo spazio per un tutore si è chiuso». E intanto ottiene dal Coni che una co^nmissione (entro il 15 ottobre) riscriva le regole della giustizia sportiva e il sistema dei controlli interni alla Federcalcio. Straordinario è l'intervento del governo, come fuori dagli schemi è il primo Consiglio dei ministri convocato d'urgenza in piena estate e con il pallone al centro del tavolo di Palazzo Chigi. «Le riserve del ministro Mirko Tremaglia e della Lega sono solo di bandiera e non avranno alcun riflesso in Parlamento», così il ministro Carlo Giovanardi al termine di un incontro a Palazzo Chigi che è vissuto anche su divisioni e contrasti non nascosti. Tremaglia da una parte e il ministro della Giustizia, Roberto Castelli dall'altra, hanno messo in discussione il decreto o alcuni passaggi. «Ho votato contro l'ultimo comma perché, con il metodo delle deroghe, si dà troppo potere alla Federcalcio», afferma Tremaglia, nelle vesti di quella parte di Alleanza Nazionale «scontenta»: l'unione di An sulla posizione critica contro l'operato di Franco Carraro e della Federazione Gioco Calcio, infatti, si scioglie quando ad entrare in gioco sono i colori delle squadre di calcio che vedono Ignazio La Russa esultare (il Catania giocherà in B) e Tremaglia, bergamasco, soffrire con la sua Atalanta allontanata definitivamente da un possibile ripescaggio in A (ai danni della Roma, coinvolta nel caso-fidejussioni fantasma su cui indaga la magistratura). La Lega ha espresso la propria contrarietà con il voto del ministro della Giustizia Roberto Castelli: troppo romanocentrica, agli occhi dei rappresentanti leghisti, la soluzione di affidare al solo Tar del Lazio i ricorsi amministrativi dopo che la giustizia sportiva avrà completato il proprio iter. Il decreto «salva-calcio» arriva in Consiglio dei ministri quando è già pomeriggio. Prima, nelle sede del ministero dei Beni Culturali, i vertici dello sport italiano e della Federcalcio devono sciogliere la riserva sulle condizioni poste da Alleanza Nazionale: senza il via libera di Franco Carraro a una serie B allargata, An chiederà il rinvio del provvedimento al 28 agosto. La riunione dura poco meno di tre ore. «C'è un comunicato del ministro, fatemi passare», sussurra un presidente della Figo, Franco Carraro, che prende la strada degli uffici di via Allegri per studiare quella che sarà la proposta della Federcal¬ cio al Coni. La serie B si trasformerà in un campionato a 24 squadre, anticipando (in parte) la - grande rivoluzione già in programma per l'anno prossimo. E, sulla scena, ecco tornare la Fiorentina pronta (se il Cosenza fallirà, nonostan¬ te il disperato tentativo di trovare soci e nuove fidejussioni) a completare il quartetto (con il Catania, il Genoa e la Salernitana) destinato a trovare spazio nel campionato cadetto di serie B. Il decreto «salva-calcio» regala alle istituzioni sportive un'autonomia non più attaccabile dai Tribunali amministrativi e consegna il testimone per il via ad una stagione che dovrà comunque partire nelle date e nei tempi già stabiliti nelle mani della Federcalcio e del Coni. Già oggi il Consiglio Federale del pallone aprirà i propri lavori, i più difficili di sempre fra società sportive da ripescare e club rh? avanzano diritti conquistati sul campo. Non solo la sfida fra Cosenza e Fiorentina (che ora è nelle mani di Diego Della Valle dopo la rocambolesca fine dell'era Cocchi Gori), ma anche quella che coinvolge Pisa e Sambenedettese peseranno sulle scelte. Senza contare una ventina di giocatori che chiedono, con lo sciopero della fame, che la loro squadra dell'Aquila venga riammessa in serie CI come aveva stabilito il Tar dell'Abruzzo. I presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio Franco Carraro con II ministro ai Beni Culturali Giuliano Urbani

Luoghi citati: Abruzzo, Cosenza, Lazio, Pisa, Roma