Berlusconi: no al voto, sì alle riforme

Berlusconi: no al voto, sì alle riforme IL PREMIER REPLICA ALL'IPOTESI DI ELEZIONI ANTICIPATE AVANZATA DA BOSSI. I CENTRISTI SULLA STESSA LINEA Berlusconi: no al voto, sì alle riforme «Per cambiare l'Italia cinque anni forse non basteranno» ROMA Silvio Berlusconi resta convinto che aUa fine i fatti gli daranno ragione. AUa fine, però: cioè dopo aver molto sudato per realizzare U programma del suo governo. Se si votasse adesso, U premier potrebbe soltanto ripetere nei comizi quanto ormai va dicendo da tempo, che «siamo in anticipo sui tempi», che gh impegni relativi al primo biennio sono stati tutti quanti onorati, che i cantieri deUe grandi opere tra poco verranno aperti, che la criminalità sta calando e così pure la pressione fiscale. Però ^ gente ancora non se n'è accorta, o perlomeno gh effetti deUo sforzo berlusconiano stentano a farsi apprezzare (tesi unanime dei sondaggi, compresi quelli del Cavaliere). Per cui non è convenienza del centro-destra andare ora aUe urne, e neppure la prossima primavera. «Tutte fantasie»: così Berlusconi ha bocciato ieri, in un'intervista al Messaggero, le ipotesi di elezioni anticipate nel 2004. Motivo? ((Abbiamo ancora molte cose da fare, noi siamo qui per cambiare l'Italia e non è una cosa che si possa realizzare in poco tempo. Forse non basterà neppure un quinquennio...». . .^ . Apaventare una fine anticipata deUa legislatura era stato Umberto Bossi la settimana scorsa, come ritorsione estrema nel caso che le riforme (in primis la devoluzione) dovessero bloccarsi per colpa dei centristi. Escluso che Berlusconi, smentendo propositi elettorah, intendesse polemizzare con lui. Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia, ieri ha spazzato via ogni equivoco: «Bossi ha ragione, questo governo è nato per fare le riforme e modernizzare il paese. Centrare l'obiettivo è interesse di tutti gh aUeati». I quali a parole sottoscrivono. Carlo Giovanardi, ministro dell'Udo, ieri ha punzecchiato MasteUa (leader deU'Udeur) che prevede terremoti nel centro-destra dopo le elezioni europee: «Clemente ha già sbaghato previsioni una volta, passando con l'Uhvo al momento sbagliato, si ripete anche stavolta...». Insomma, a suo dire gh ex-Dc non preparano ribaltoni. Tuttavia Berlusconi resta preoccupato del clima, vede in queste continue fibriUazioni una forma inspiegabile di autolesionismo, coghe U rischio di ripete¬ re l'esperienza tragica dell'Ulivo. E chi l'ha sentito in questi ultimi giorni trascorsi nella sua vUla sarda di Porto Rotondo sostiene che U suo maggiore cruccio è ristabilire in autunno una forte leadership suUa coalizione. «Occorre prima di tutto che gh aUeati mantengano i loro impegni sul programma», ha detto ieri. Ci saranno nodi difficili da scioghere, cominciando da Finanziaria e pensioni. Domani si presenterà a villa La Certosa U ministro dell'Economia, Giuho Tremonti, con notizie aggiornate sull'andamento dei conti pubblici e un primo sommario orientamento suUe principali vo¬ ci di spesa. A seguire, tutti gh altri ministri varcheranno uno per volta U cancello della vUla, ciascuno con U proprio pesante fardeUo di richieste. Mediare con Tremonti sarà la principale occupazione del premier neUe prossime settimane. In pubblico, naturalmente, Berlusconi si mostra ottimista. Le polemiche intestine aUa maggioranza ci sono, come negarle? Però «credo che alla fine conteranno più di questo teatrino le cose fatte e quelle che andremo presto a realizzare». Addirittura il presidente del Consiglio si rifiuta di usare la parola «rilancio» a proposito dell'azione di governo. «Non ne abbiamo bisogno», si inalbera il premier, «perché abbiamo già lavorato moltissimo. Anzi, siamo stati talmente impegnati che non abbiamo avuto U tempo di comunicare quel tanto che abbiamo fatto». Insomma, daU'angolo visuale berlusconiano, il vero scoglio è rappresentato daU'atteggiamento dei media. Giornali e tivù si rifiutano di fare da cassa di risonanza, anzi accendono i riflettori suUe liti condominiah nella Casa delle libertà. E così l'attenzione del pubblico si sposta sul terreno al premier più sfavorevole. [r. r] Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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