Troppa palestra Giovane bloccata a letto da 4 mesi
Troppa palestra Giovane bloccata a letto da 4 mesi Troppa palestra Giovane bloccata a letto da 4 mesi L'odissea di una trentaquattrenne di Pino Torinese: «Gli esercizi mi hanno provocato lesioni e tendiniti da cui non riesco a guarire» la storia Massimo Numa FACEVA freddo, molto freddo, nei primi giorni del gennaio 2001. Nevicava spesso, e le strade erano battute da sciabolate di vento gelido proveniente dal Nord. Annalisa, una ragazza di Pino Torinese, aveva appena completato gli esami di giurisprudenza (manca solo la tesi) e si sentiva un po' stanca: «Vado in palestra», disse al marito. Adesso è immobile nel letto. Ci sarà un'indagine della polizia, presto. Perchè Annalisa non può più camminare, in preda a dolori insopportabili. Colpa della «over use syndrom», che colpisce sempre più spesso chi frequenta le palestre in modo dissennato. Lavorava in quell'epoca in ufficio con il marito; la vita sedentaria, per una donna sportiva come lei, pesava un po'. Perchè Annalisa era anche una biker. Racconta: «Andavo sulla Suzuki Bandit 400 di mio marito, sciavo e nuotavo...Non per caso, scelsi un centro sportivo, ci andai dopo una ricerca accurata per. evitare attività troppo violente. Alla fine mi rivolsi al proprietario ed istruttore di una palestra vicino a casa mia». Errore fatale: «Dopo 2 mesi di attività di "corpo libero" che mi aveva dato buoni risultati sia fisici che psicologici, un giorno l'istruttore decise di farci fare esercizi con i pesi. Una serie di esercizi ripetuti per parecchie volte in tutti i modi in cui è possibile sollevare un peso da un chilo e mezzo con le braccia, e pure con movimenti tutt'altro che naturali. Io, ingenuamente, benché mi sentissi molto stanca, mi sono fidata dell'istruttore e ho eseguito tutti gli esercizi sia in piedi che sdraiata. Il giorno dopo mi fu impossibile alzarmi dal letto: mi dolevano tutti i muscoli dalla vita al collo». E' l'inizio di un indescrivibile calvario perchè Annalisa da quattro mesi vive prigioniera del suo letto. Ha lasciato il lavoro, vive assistita dai genitori e dal marito, 24 ore su 24. Voleva anche un bimbo. Un sogno impossibile. Quando il male si attenua, riesce ancora a fare qualche passo, grazie a iniezioni di antinfiammatori e antidolorifici. Poi toma l'incubo. «Misi il collare e aspettai, muovendomi poco alla volta, pensando che il dolore fosse dovuto ad un accumulo di acido lattico. Andai dal medico di famiglia e mi fu prescritta una pomata. Passarono i mesi ed il dolore si era appena attenuato. Informai l'istruttore della palestra che mi rispose di "essere dispiaciuto ma che comunque aveva l'assicurazione"...». Insomma, preoccupato sino a un certo punto, dopo bastava la polizza. Annalisa: «Mi rivolsi allora ad un ortopedico che mi parlò di infiammazione di tutte le terminazioni nervose della schiena, del muscolo trapezio, e dei paravertebrali, e mi consigliò ginnastica posturale e stretching. Dopo 3 mesi non avevo avuto alcun risul¬ tato, non potevo contrarre nessun muscolo delle spalle e spesso dovevo portare il collare. Avevo già dovuto drasticamente ridurre le mie attività quotidiane». La fatale serata in palestra innesca ora un terribile effetto domino: «Decisi allora di consultare una fisiatra, che mi parlò di rotazione del bacino e delle spalle e mi prescrisse ima ginnastica riabilitativa che in realtà consistette poi in trazioni del collo che peggiorarono la situazione. A quel punto fui liquidata con un consiglio: "Vai in un centro yoga..."». I dolori aumentarono». La giovane torinese decide di rivolgersi a un «luminare». Un illustre ortopedico. Ogni visita centinaia di euro, speranze e pro¬ messe. Risultati zero. «Mi consigliò di frequentare la sua palestra fisioterapica: in un mese avrei avuto grande giovamento, diceva. Oltre ad esercizi di respirazione, addominali e stretching, eseguiti nonostante il dolore, una fisioterapista del suo centro mi disse che avevo una postura sbaghata e di mantenere una nuova posizione. Io eseguii sperando che ciò risolvesse tutti i miei problemi. Nel frattempo avvertivo dei dolori al pube e alla zona lombare, ma venni rassicurata che presto sarebbero scomparsi». L'incubo continua: «Non sono passati, ma peggiorati ed io non potevo più camminare. L'ortopedico mi congedò dicendomi di non sapere perché avessi questi dolori e oltre alla visita pagai 600 euro per la fisioterapia». In questa fase interviene una neuroioga. Nuove cure, nuovi rimedi. Alla fine restano le «tendiniti alla gambe, radicoliti alla zona lombare, l'infiammazione al sacro e il peggioramento della pubalgia. La neuroioga mi diceva di insistere e camminare perché in questo modo tutto sarebbe passato». Siamo ormai alle battute finali. «Una sera per il troppo dolore in tutto il corpo finisco al Pronto Soccorso dove inorridiscono per lo stato in cui sono ridotta: spalle, schiena, bacino, gambe, in preda a un'infiammazione devastante. In una lastra in piedi emerge una asimmetria di 1 cm delle ossa degli arti inferiori, che spiegherebbe il mio modo di camminare non perfetto». Questione di testa? «Lo sospetta la neuroioga. Non crede a queste diagnosi, piuttosto a conflitti psicologici. Interpello uno psichiatra che mi trova perfettamente sana di mente ma esasperata dal dolore e dalle troppe manipolazioni». L'atto finale, quasi una resa: «Sono a letto da 4 mesi, appena mi alzo per andare anche solo in bagno ho dolori lancinanti. Al Cto mi hanno detto che sono tutti dolori da cambio di postura: tendiniti, nevriti...Ho 34 anni, 3 anni fa stavo benissimo ed ero felice. Stavo completando la tesi e lavoravo con mio marito. Adesso la mia vita è un inferno. Non riesco a stare neanche seduta. Antinfiammatori e antidolorifici hanno effetto solo finché non mi muovo. Nessuno sa se e quando mi riprenderò». Stanca di fare una vita sedentaria, Annalisa si era rivolta a un centro vicino a casa: è stato l'inizio di un incubo da cui adesso nessuno riesce a farla uscire Esercizi di peso in una palestra: il lavoro deve sempre essere seguito da preparatori esperti
Persone citate: Massimo Numa
Luoghi citati: Pino Torinese
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