Il preparatore di I. Cab.
Il preparatore Il preparatore «Nessun rischio con gli esperti» «Ho insegnato per tanti anni in palestra, ed è successo raramente che accadessero incidenti gravi - afferma Luciano Gemello, personal trainer, della PHT -. Tuttavia riconosco che taluni club, nonostante la legge regionale preveda l'impiego di personale qualificato da Isef o Suism (scuole di specializzazione ufficialmente riconosciute), spesso si affidano a insegnanti non abbastanza preparati». Quali sono i criteri per scegliere una palestra? «Visitarne più di una e chiedere di fare almeno una lezione di prova, che in genere è gratuita. Questo consentirà di capire se ci piace l'ambiente, se i servizi offerti ci sembrano adeguati, se la pulizia è sufficientemente curata». All'iscrizione viene richiesto un certificato medico. «E' un documento che serve per rendere valida l'assicurazione che normalmente copre l'invalidità anche temporanea. Ma per sicurezza è meglio fare un check up completo in un centro di Medicina sportiva, da ripetere anche una volta all'anno, a seconda dell'età. Gli esiti vanno discussi con il medico e poi valutati con l'allenatore». Come si riconosce un buon istruttore? «I principianti, soprattutto, dovrebbero affidarsi ai club che garantiscono l'assistenza continua del personale. E' importante anche il modo con cui l'allenatore si presenta. Dovrebbe mostrarsi, oltre che educato, anche disponibile ad ascoltarvi e motivato: il suo successo deriva soprattutto dal rapporto che ha con il pubblico. Diffidate di quelli che nelle lezioni di gruppo si comportano come se fossero primedonne e apprezzate invece quelli che vi richiamano quando sbagliate». C'è un segreto per non stancarsi di andare in palestra? «Dipende dal carattere e dalla motivazioni. La cosa fondamentale è pensare alla palestra come luogo di svago e di relax anche se ci si va per fare fatica. Quindi basta affrontarla con un atteggiamento positivo sapendo che ci si va per farsi del bene. Poi occorre saper ascoltare le proprie emozioni e avere l'umiltà di riconoscere il propri limiti Se siete affaticati smettete. Il sovraccarico non rende e l'istruttore, a meno che non vi conosca molto bene, non può sollecitarvi a continuare». [i. cab.]
Persone citate: Luciano Gemello
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