Stretto fra An e Carraro Lettala quadrare il cerchio

Stretto fra An e Carraro Lettala quadrare il cerchio ALTERMINE DI UNA GIORNATA FRENETICA, LA POLITICA FORSE TROVA UNA SOLUZIONE PER NON PARALIZZARE LO SPORT PIÙ POPOLARE Stretto fra An e Carraro Lettala quadrare il cerchio il governo forse disponibile anche ad un contributo economico Commissione del Coni valuterà l'atteggiamento della Federcalcio? retroscena Giancarlo Laurenzi inviato a ROMA QUANDO ieri Alessandro Gaucci, figlio del proprietario del Catania, ha confermato che i siciliani «giocheranno sicuramente in serie B, resta solo da stabUire se in un campionato a 21 o a 24 squadre», la tentazione è stata di chiamare un'ambulanza e agevolare U ricovero del giovane, preda di aUucinazioni. Alcuni minuti prima, infatti, U sottosegretario ai Beni Culturali Pescante aveva confermato come aU'intemo del Consigho dei ministri di oggi sarebbe stato approvato U decreto legge salvacalcio e quel provvedimento richiesto (e ottenuto) dai vertici di Coni e Figc sembrava la ghigliottina suUa testa del Catania, costretto daUe nuove regole a ricominciare la sua avventura daUa serie C, una volta bucati i salvagenti con cui si era tenuto a gaUa. Stupiva, a dire U vero, che U governo fosse riuscito ad accelerare i tempi, nonostante da AUeanza Nazionale (la forza pohtica che più aveva osteggiato la conferma di Carraro e la retrocessione del Catania) non arrivassero segnali incoraggianti e pure U navigatore a vista MasteUa (favorevole al decreto che retrocedendo U Catania avrebbe salvato U suo Napoh) si mostrava scettico suUa possibihtà che il Polo trovasse un accordo sul provvedimento («la destra non lo farà passare, preferiscono affossare Napoh che è in mano aUTJhvo»). Eppure, domenica sera Berlusconi in persona si era sbUanciato, confermando la volontà di restituire aUo sport l'essenziale autonomia giuridica: «Il decreto dipende da me. Quindi si farà, e si farà presto. E i campionati partiranno regolarmente». Che cosa era successo tra il premier e U secondo partito deUa coalizione? Soprattutto: cosa aveva ottenuto An in cambio deUa retromarcia? Si diffondevano le indiscrezioni più fantasiose e c'era chi fantasticava di garanzie ottenute sul modeUo di museruola da applicare a Bossi. Si scopriva, invece, che Alleanza Nazionale non aveva fatto alcun passo indietro e nei coUoqui - continui neU'ultima settimana - tra La Russa, Letta (grande mediatore) e Berlusconi la condizione posta da An restava la permanenza del Catania in serie B, aUa faccia dei calendari pà compUati senza prevederne a partecipazione. Così, mentre Fini proseguiva la vacanza ai Caraibi, Letta capiva al volo: la testa di Carraro si poteva salvare (come U presidente del Consigho aveva preteso «per evitare che U calcio finisse in mano aUa sinistra»), ma con U Catania in serie C, niente decreto. Lettalo spiegava a Berlusconi, al ministro Urbani e al sottosegretario Pescante, soprattutto a Petrucci e Carraro. Anche l'Udo fingeva di moUare la presa («questo decreto è un palliativo, lo appoggiamo perché i campionati possano partire ma a fine anno riscriviamo tutte le regole, a cominciare dagh organi che certificano i bUanci») ma U loro interesse era soprattutto non mettere in crisi U presidente del Coni, loro grande elettore. attraverso il naufragio del Totocalcio. Letta tornava da La Russa, mentre Berlusconi informava il suo delfino (calcistico) GaUiani, presidente deUa Lega, che bisognava rivedere le assicurazioni fatte ai consociati («la serie B sarà a 20 squadre»). GaUiani aggiornava le società di A e B deUa piega che stavano prendendo le cose. I grandi club non si opponevano, fra i piccoli non molte obiezioni perché GaUiani garantiva che - nonostante l'aumento dei commensah - H governo avrebbe integrato la torta con un contributo, mantenendo inalterati i ricavi di ciascuno. La Russa tornava aUa carica con Berlusconi: «Sia chiara una cosa: noi rinunciano aUa testa di Carraro, ma - Catania a parte - tutto non può continuare come prima, come se nuUa sia accaduto,. E non è possibUe che chi ha combinato questo disastro, l'imputato morale del caos, sia lo stesso che riscrive le regole». An, cioè, non si accontenterà deUa salvezza del Catania e deU'aUai-gamento della serie B a 21 (o 24) squadre. Prosegue la marcia sul Palazzo, fingendo soste ai box. Chiede (oggi sapremo se otterrà) una commissione d'indagine del Coni suUe procedure e sui comportamenti tenuti daUa Federcalcio e dai suoi organismi. Commissione che ai Beni Culturali non viene esclusa: U ministro Urbani da tempo è convinto che bisogna fare pulizia (e che lo scandalo deUe fideiussioni «è una vicenda brutta, brutta, brutta») e nei corridoi del ministero c'è U forte sospetto che le squallide vicende finite nel mirino deUa magistratura non siano un fatto episodico, ma la punta deU'iceberg di un fenomeno più radicato. Ecco perché ieri La Russa camminava a un metro da terra. Aveva ottenuto da Berlusconi U via libera per U salvataggio del Catania, e in fondo il premier era febee di aver accontentato ii sindaco etneo Scapagnini, suo medico personale e l'onorevole (di An) Trantino (dal cui studio legale sono partiti i ricorsi pro-Catania), che presiede la fondamentale commissione Telekom-Serbia. In Federcalcio hanno accettato, ritenendo il decreto «un successo storico per l'indipendenza dello sport» e ammettendo che «qualcosa in cambio bisognava pur dare». Oggi Urbani si vedrà con Pescante, Petrucci e Carraro, qualche ora prima del Consigho dei ministri. AU'incontro parteciperà, invitato dell'ultim'ora, lo stesso GaUiani. La sua presenza servirà (anche) a stabilire il numero deUe squadre che formeranno U prossimo torneo di B: se 21 (con il solo Catania riammesso) o 24. Nella seconda ipotesi saranno ripescate anche Genoa e Salernitana, ma non U Cosenza, incapace di offrire le necessarie garanzie finanziarie. E quel posto vacante calza a penneUo alla voghe di Firenze. il coordinatore di An «Tutto non potrà continuare come prima Chi ha creato il disastro non riscriverà le regole»

Luoghi citati: Catania, Cosenza, Firenze, Roma, Serbia