Albertini: la Lazio saprà stupire tutti

Albertini: la Lazio saprà stupire tutti PER L'EX CENTROCAMPISTA ROSSONERO E' L'ANNO DELLA RIVINCITA Albertini: la Lazio saprà stupire tutti Dopo una stagione in Spagna, è approdato alla corte di Mancini «Se sono qui il merito è della società che mi ha voluto con insistenza Non abbiamo nulla da invidiare alle altre big. Puntiamo all'Europa» intervista Guglielmo Buccheri ROMA NELLA notte che ha visto la Lazio mandare al tappeto il Benfica (3-1 e appuntamento ad Oporto fra dieci giorni) il calcio italiano ha salutato il ritorno di un giocatore, Demetrio Albertini, che per un decennio ha attraversato trionfi, tanti, amarezze poche, nel Milan degli Invincibili e dell'Italia ad un passo dalla vetta del mondo nel '94. E' rientrato in Italia, Albertini, dopo una stagione in Spagna, a Madrid, a casa dell'Atletico. Applausi e un occhio nero davanti ad un Olimpico esaurito in una sera di metà agosto. Da dove ri-cominciamo? «Da un preliminare di Champions League ancora da conquistare. Il Benfica si starà preparando per una gara d'attacco con l'obiettivo di rifilarci due reti e chiuderci le porte della qualificazione. Ma, fra dieci giorni, sarà una Lazio ancora più forte soprattutto dal punto di vista fisico». Applausi e strette di mano in uno stadio dove di rossonero non c'era niente. «Ho fatto il tifo per il Milan a maggio quando i miei ex compagni si stavano giocando la Champions League contro la Juve. Per parlare d'altro, del mio trasferimento a Roma, del perchè non sono tornato, dopo un anno in prestito a Madrid, nella mia società ci sarà tempo». Magari fino alla vigilia del 19 ottobre quando con la maglia della Lazio sarà a San Siro da avversario. «Nella mia carrifera tutto mi sarei immaginato, ma non di giocare da avversario contro il Milan. Aspetto anch'io con curiosità queUe che saranno le mie reazioni». Spagna, terra del calcio dove il risultato conta solo se accompagnato dalle piroette di Zidane. Italia paese del catenaccio ad oltranza. E' così? «Il nostro campionato è il più invidiato al mondo, dagli spagnoli in particolare. Là non aspettano altro che prendersi gioco di noi, ma soltanto perchè ci temono: poi, davanti a tre semifinaliste in Champions League si ritrovano senza argomenti». E l'equazione campionato italiano uguale stress senza soluzione di continuità? «E' vero, ma è il sentirsi sempre sotto i riflettori che ti trasmette sensazioni uniche. A Madrid ho apprezzato la possibilità di staccare la spina una volta lontano dal campo, ma quando l'arbitro tedesco Fandel ha dato il via a LazioBenfica mi sono riappropriato di tutto ciò che significa giocare in Italia». Zanetti e Perrotta si sono impadroniti del centrocampo azzurro con Tacchinardi in «agguato» così come Ambrosini. Ha sentito ilTrap? «La maglia dell'Italia è sempre un pensiero fisso per tutti i giocatori e ancor di più per chi l'ha indossata a lungo (79 le presenze di Albertini, ndr): non sento Trapattoni da un anno e tornare nel giro azzurro in vista degli Europei non dipenderà soltanto dal sottoscritto». E poi... «E poi comunque il settore di centrocampo sta attraversando buona salute. Zanetti è un ottimo giocatore che apprezzo da tempo, Perrotta non sbaglia un colpo e, adesso, è tornato anche Alessio (Tacchinardi, ndr) da anni ad altissimi livelli». La Nazionale la diverte? «Da anni non giocavamo con un atteggiamento così offensivo. Credo che per la qualificazione agli Europei del prossimo giugno non ci saranno problemi: nelle ultime uscite ho visto un gruppo affiatato ed equilibrato che ha una gran voglia di cancellare l'amara espe- rienza del Mondiale in Estremo Oriente». Che campionato sarà? «Se sarà» Perchè teme che il 31 agosto non si andrà in campo? «Ogni estate nasce un caso. Sulle fidejussioni fantasma non posso che pensare ad una grande leggerezza da parte di tutti, ma parlo a titolo personale visto che manco dall'Associazioni calciatori da un anno. Questi sono assist che facciamo al calcio spagnolo, come dicevo, sempre pronto ad ingigantire ogni nostro problema». Diamo per scontato che i Collina di turno alzino il sipario. «Allora dico Juve davanti a tutti anche quest'anno. Poi, sullo stesso piano, le milanesi, la Roma e la Lazio». Scommette bianconero, dunque. «Mi sembra ancora la squadra da battere: la Juve sarà anche protagonista fino in fondo in Champions League. Appiah è pronto a diventare la sorpresa della stagione, per Miccoli Torino è l'ambiente ideale per affermarsi a grandi livelli. E poi c'è un certo Zambrotta, unico al mondo nel coprire più ruoli senza che il rendimento ne risenta. L'Inter per la prima volta sta facendo una campagna acquisti mirata, il Milan avrà dalla sua un anno in più di conoscenza del metodo Ancelotti. Quanto alla Roma l'anormalità sarebbe ripetere una stagione co¬ me quella passata: con Totti e Cassano si può fare molta strada». E la Lazio? «Se sono qua il merito è di Mancini e di una società che mi ha voluto con insistenza: la rosa è ampia, non abbiamo niente da invidiare alle altre pretendenti allo scudetto. E poi voghamo fare bella figura anche in Europa. Da Milano a Roma? Conosco gran parte dei compagni da tempo e poi mia moglie è romana. Appuntamento al 19 ottobre, alla prima contro il Milan, una sfida che non avrei mai pensato di giocare». ^^ L'appuntamento " è al 19 ottobre, prima partita con il Milan, sfida che non avrei mai pensato di giocare Per parlare del mio arrivo a Roma J|J| ci sarà tempo ^7 &I& La Nazionale è ™^ desiderio di tutti Da anni non giocavamo in modo così offensivo Ho visto un gruppo affiatato che ha voglia di cancellare l'amarezza del Mondiale AA in Corea 77 ^1^1 La squadra " w da battere? E'sempre la Juve che sarà protagonista anche in Champions League Appiah è pronto a diventare la vera sorpresa della stagione 99 Demetrio Albertini (sopra) sogna l'azzurro ma senza speranze: «Non sento Giovanni Trapattoni (a sinistra) da un anno» I tim':1 Simone Perrotta, convocato dal Tra p