La classe operaia va al cinema

La classe operaia va al cinema «IMMAGINI DAL LAVORO» E' IL TITOLO DEL FONDIFILMFESTIVAL DI SETTEMBRE La classe operaia va al cinema Anche Virzì e Garrone per la rassegna dedicata a De Santis Cristiana Pumpo FONDI Il tema del kroro è stato da sempre utilizzato come testo e sottotesto di tanto cinema itaBann ed intemazionale: il lavora inteso come progresso economico, mutazirme antropologica, anello per una coesione sodale, atto quotidiano che nobilita l'essere umano. A questo elemento, e alle immagini che lo rappresentano, è dedicata la rassegna tematica del FondiFilmFestival, manifestazione nata la scorso anno per ricordare la figura di Giuseppe De Santis. fl regista di «Riso amara» era nato appunto a Fondi; conterraneo di Libero De Libera, Domenico Purificato e Pietro Ingrao in un paese die raccoglie in sé la tradiziane delle campagne ciociare e pontine insieme, terre aspre e prepotenti cui tutti e quattro, ciascuno in forma divearsa per colorare la propria arte, hanuo sempre attinto par iloro lavori De Santis (fa quelle campagne era stato rapito, ritenendole il contomopinfbrtemfinte espressvo dà contenuti dei sari film in cui il lavora. appunto, era elemento sempre molto ricorrente, tanto da caratterizzare gran parte della sua filmografia. «Immagini dal lavora», dunque, è il titolo della seconda edizione del FondiKmFestival che si svolgerà dall 0 al 18 settembre all'interno del castello baronale. Tra i titoli non poteva mancare «Roma ore 11» (1952), forse il capolavoro di Giuseppe De Santis (in una versione priva dei tagli apportati dalla tv); «Giovanna»(1955), un documentario di Gillo Pontecorvo; «La classe operaia va in paradiso» (1971) di Elio Patri, già allevo di De Santis; «Trevico-Torino... Viaggio nel Fiat-Nam» (1973), di Ettore Scola, nel trentennale della sua realizzazione; il tragicomico «Café express» (1980) di Nanni Loy cm uno straordinario Nino Manfreri; ((Baci e abbracci» (1999) di Paolo Virzì; ed ancora il documentario ((Non mi basta mai» (1999) di Guido Chiesa e Daniele Vicari; «ramando a casa» (2001) di Vincenzo Marra, e altri. E previsto anche un omaggio a Vittorio De Seta, con alcuni suri documentari degli anni'50 riguardanti il mondo del lavora (solfatara. vita dei pescatori...). Un confronto, dunque, tra il cinema classico e quello dei giovani autori contemporanei, anche inconsiderazione dell'iniziativa amiiiaiB promossa dall'Associazione Giuseppe De Santis, artefice del festival, presieduta da Carlo T.iTrani con Ettore Scola come vicepresidente: il ((Dolly d'ora Giuseppe De Santis» al miglior regista italiano emergente e assegnato nell'ambito del «Torino Film Festival». E proprio a Torino quest'anno sarà inaugurata una nuova sezione: «Esordi a confronto», che vuole accostare un po' audacemente, alcuni esordi registici divisi da sessant'anni di storia del cinema italiano, per stimolare inedite riflessioni sui mutamenti stilistici, tematici, produttivi ed interpretativi del nostro cinema. Si comincia dalla stagione 1942/43 a confronto con quella 2002/03, con da un lato il folgorante e sconosciuto - per il pubblico giovane - «Un colpo di pistola» (1942) di Renato Castellani, «Don Cesare ri Bazan» ('421 di Riccardo Freda e il leggendario «Ossessione» ('431 di Luchino Visconti; dall'altra «Velocità massi- ma» (2002) di Daniele Vicari, «Piovono mucche» diLuco Vendruscolo e il vincitore della Settimana della Critica al Festival di Venezia 2002: ((Due amici» (2002) di Spiro Scimene e Francesco Sframeli. Si chiude con la retrospettiva del giovane regista romano Matteo Garrone, impostosi definitivamente all' attenzione del pubblico e della critica con «L'imbalsamatore» (2002) e, sempre nell'ottica del coinvolgimento delle giovani generazioni proiezione dei saggi di diploma della Scuola di cinema e tv «Zelag» di Bolzano. Silvana Mangano in «Riso amaro»

Luoghi citati: Bolzano, Fondi, Roma, Torino, Trevico, Venezia