EMOZIONE INTERROTTA

EMOZIONE INTERROTTA LA RAI TORNERÀ Al FILM D'AUTORE SENZA SPOT? EMOZIONE INTERROTTA Edoardo Bruno 'TpORNA il grande cinema italiano - Bellocchio, Emmer, A Bertolucci, Scola, Olmi e persino Antonioni, sono i nomi annunciati per la prossima stagione, alcuni di loro vanno a Venezia, altri sono in programmazione a settembre. Sono i maestri del cinema italiano, che si trovano ad aprire la stagione in concorrenza con i giovani autori, riprendendo le posizioni acquisite con un cinema di tensioni umane e politiche. Sono uomini di cultura, che hanno partecipato a tutte le battaglie del nostro cinema, cosi come è avvenuto, in precedenza per De Santis, Cottafavi, Rossellini, Visconti o De Sica... Alcuni dei nuovi film sono prodotti anche grazie alla televisione e, come il film di Giordana La meglio ^mentii, fanno parte del pacchetto di offerte della programmazione Rai, nei prossimi mesi. Ma a questo punto ci assale un interrogativo: sono anni che evitiamo di vedere un film programmato in Tv, preferendo acquistare una cassetta (o, oggi, un Dvd) pur di non vederlo interrotto, smembrato, dalla pubblicità. Ma con la possibilità di trasmettere finalmente un nuovo film d'autore (che non si può acquistare in cassetta) come si regolerà l'ente di Stato? Coglierà finalmente l'occasione di ritornare ai livelli raggiunti prima che intervenisse l'incredibile gara dell'audience con le TV commerciali? Sono lontani i giorni in cui il mondo della intellettualità, con questi stessi registi, assieme ai politici e agli spettatori si è mobilitato in difesa del diritto all'integrità dell'opera, manifestando a Roma al Teatro Eliseo, contro l'arbitrio delle televisioni commerciali di usare il film come veicolo per la pubblicità. Erano gli anni ottanta, e si rivendicava con lo slogan «non si interrompe una emozione», il diritto di non smembrare il film con spot pubblicitari additando la Rai, come esempio positivo, che grazie al canone, assicurava una programmazione integra, senza interruzioni pubblicitarie. Alla fine della manifestazione cui partecipò tutto il cinema italiano, in una sala gremita fir.u all'inverosimile, apparve dall'alto delle gallerie, come un santone. Federico Fellini a portare il suo appoggio e ad urlare, con la sua acuta vocina, tutto il suo sdegno per la manomissione dei film. La manifestazione ebbe grandissimo successo ma fu anche una grande sconfitta per la cultura, visto che, successivamente, anche la Rai cedette e prese a trattare il film come un panino imbottito di pubblicità. Anzi, come si disse allora, il panino era proprio la pubblicità e il film l'ingrediente che l'imbottiva. E vennero così gli anni della invasione pubblicitaria descritti impietosamente da Ginger e Fred di Fellini, in una Roma stordita dal profluvio di immagini stolte che uscivano da ogni dove, di immagini fisiche della pubblicità, che finivano con divenire il veicolo più forte anche emotivamente di questo smembramento del film.

Luoghi citati: Roma, Venezia