VERDE DI PAURA di Guido Tiberga
VERDE DI PAURA IL RITORNO DI HULK E LE INSIDIE DEGLI OGM VERDE DI PAURA Guido Tiberga A Hollywood, la ragione che genera i mostri non ha mai sonno. Lavora con lucidità: sa sempre che cosa fare, dove colpire, come solleticare i timori nascosti di chi, assieme al biglietto, comprerà il diritto a due ore di tranquillo spavento. E' così da sempre, ma ogni generazione ha le sue Grandi Paure, e non sempre le vecchie storie, prese dalla carta e trascinate sul grande schermo, funzionano ancora. Poco male: se un soggetto è datato lo si riscrive da capo, con la logica dei grandi magazzini: la roba usata si butta, i particolari superati si cambiano. Il film deve far paura «adesso», non raccontare paure dimenticate. I! come eravamo, in questo campo, non interessa più a nessuno. Tra qualche giorno arriverà nei cinema italiani il caro vecchio Hulk, preceduto dai soliti trailer a base di effetti speciali e seguito da ogni sorta di roba verde e mostruosa che potrà essere venduta: dalle borse alle mutande (non è una metafora, ci sono davvero). Il film sarà un successo, magari qualche critico avrà qualcosa da obiettare ma il conto degli euro non sarà inferiore a quello dei dollari. Però chi ha conosciuto Hulk sui fumetti americani di Stan Lee, usciti a New York nel '63 e sbarcati da noi agli inizi dei Settanta, farà fatica a raccapezzarsi. In quei primi disegni tutto era diverso, e non soltanto perché il mastro era nato grigio (il verde venne più tardi, per un banale problema di inchiostri tipografici). Nei fumetti, l'alter ego di Hulk è uno scienziato che progetta una superbomba, il nemico è una spia infiltrata, i cattivi portano la falce e martello cucita sulla manica. Il gigante è figlio di un gesto eroico: il giorno del collaudo, un intruso si trova nel campo d'azione della bomba, lo scienziato esce per fermarlo, la spia non blocca il count-down e le radiazioni travolgono il dottorino regalandogli un futuro da mister Hyde. Nel film di Ang Lee non ci sono bombe, non ci sono russi, non ci sono incoscienti da salvare. La Scienza che sfida il destino non è quella dei fisici nucleari ma quella dei genetisti, la Grande Paura non è figlia della guerra ma dell'ignoto: il mostro è figlio di una manipolazione genetica. Nel secolo con una sola grande potenza l'Atomo appartiene ormai all'archeologia della paura, e l'Ogm ha preso il posto del nucleare. Un vantaggio per il mondo? Forse no. La fantasia ha sempre avuto buon fiuto per la catastrofi: nel 1936, quando certi esperimenti erano appena agli inizi, i fumetti di Walt Disney si inventarono il personaggio del professor Enigm, lo scienziato che grazie a un «incessante bombardamento di atomi» riusciva a far galleggiare un'isola tra le nuvole. «Il mondo non è ancora maturo per un'invenzione simile - confidava nel finale a Topolino -. Lo scoppio degli atomi distruggerebbe eserciti e città». Nove anni più tardi sarebbe arrivata Hiroshima.
Persone citate: Ang Lee, Grandi Paure, Hyde, Stan Lee, Walt Disney
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