Baghdad, la guerriglia sabota l'acquedotto Ucciso soldato danese

Baghdad, la guerriglia sabota l'acquedotto Ucciso soldato danese LETTERA DEL VICE DI SADDAM: VENDICHEREMO UDAY E QUSAY Baghdad, la guerriglia sabota l'acquedotto Ucciso soldato danese Trecentomila senza acqua. Secondo attentato in poche ore ali'oleodotto di Kirkuk. In un attacco contro un carcere morti sei detenuti e un cameraman della Reuters. Feriti in altri quattro episodi 9 militari Usa e due agenti iracheni BAGHDAD La resistenza irachena sembra ormai in grado di agire su tutto il territorio occupato senza che né gli americani, né gli inglesi e tanto meno le poche migliaia di soldati degli altri contingenti schierati a Nord e Sud del Paese siano in grado di controllare la situazione. Prosegue dunque la conta dei morti, mentre non si conta più il numero dei feriti e degli atti di sabotaggio. Ieri si deve registrare il primo militare morto non americano o inglese: la vittima è uno dei 420 soldati che formano il contingente danese di stanza nel Sud del Paese. Il comando militare di Copenaghen ha precisato che un gruppo di armati iracheni hanno attaccato una pattuglia ad al Madi- nah, 50 chilometri a Nord di Passera. Nella sparatoria oltre al soldato danese sono rimasti uccisi due iracheni. Secondo una versione non ufficiale la vittima, il caporale Preben Pedersen - che aveva 34 anni - potrebbe essere stato ucciso da «fuoco amico». E una bomba ieri mattina ha provocato l'esplosione che ha danneggiato parte dell'acquedotto di Baghdad, causando allagamenti in alcuni quartieri e - secondo le stime della Croce Rossa - lasciando, nella capitale irachena dove la temperatura raggiunge i 50 gradi, senza acqua 300.000 persone. Mentre le strade della zona sono inondate o sommerse dal fango. «Un colpo di Rpg (lancia granate anticarro ndr) ha lesionato una conduttura da 1600 millimetri di diametro che si collega alla stazione di pompaggio e trattamento di Sabah Missan, su una sezione che si trova all'aria aperta», ha detto una portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa, Nada Doumani. I tecnici si sono messi immediatamente al lavoro per isolare le parti danneggiate e procedere alle riparazioni che potranno essere concluse fra oggi e domani. Il nuovo atto di sabotaggio è arrivato due giorni dopo l'esplosione, sempre provocata dall'azione della guerriglia, di parti dell'oleodotto che dalla città settentrionale di Kirkuk trasporta il greggio in Turchia. Ancora ieri sono continuati gli incendi appiccati lungo l'oleodotto che, se non subirà nuovi attacchi, potrà essere riattivato non prima di una quindicina di giorni, forse entro un mese. Paul Premer, il governatore americano dell'Iraq, ha affermato che il sabotaggio dell'oleodotto priva il Paese di fondi di cui ha disperatamente bisogno. «Un evento come l'esplosione contro l'oleodotto di Kirkuk costa al popolo iracheno sette milioni di dollari al giorno e rallenta il processo di ricostruzione», ha detto nel corso della prima riunione di un comitato (il Cic) creato per coordinare gli aiuti stranieri all'Iraq. Il capo del comitato, l'ex vice premier polacco Marek Belka, ha affermato che già da ora è chiaro che i proventi delle vendite di petrolio non saranno sufficienti a coprire le spese governative finora previste. Ancora ieri in un assalto alla prigione di Abu Ghraib, nei pressi della capitale, sono stati uccisi sei detenuti e 59 feriti. Un cameraman dell'agenzia giornalistica «Reuters», il palestinese Mazen Dana, è stato ucciso a sua volta da colpi sparati da un carro armato americano mentre ripendeva immagini della prigione colpita. E due soldati americani sono stati feriti a colpi di arma da fuoco mentre uscivano da un ristorante di Baghdad. A Taji, 15 chilometri più a Nord due soldati americani sono rimasti feriti quando la loro pattuglia è stata attaccata con razzi anticarro. A Balad, 80 chilometri a Nord della capitale, cinque soldati americani sono rimasti feriti quando i loro mezzi blindati sono saltati su una mina. A Ramadi, ad un centinaio di chilometri dalla capitale, due poliziotti iracheni sono stati feriti in un attacco con una bomba a mano lanciata contro il loro commissariato. Infine una bomba a mano è stata lanciata da uno sconosciuto da bordo di un'auto in corsa contro la sede della missione della Turchia a Baghdad, senza ferire nessuno. Una lettera recante la firma di Ezzat Ibrahim (il numero due del deposto regime iracheno), con la promessa di vendicare presto la morte dei due figli di Saddam Hussein, è stata ricevuta dall'emittente tv di Dubai al-Arabiya. Se autentico, questo sarebbe il primo messaggio, dopo l'abbattimento del regime di Saddam Hussein, il 9 aprile, proveniente da Ibrahim, che era il vice-presidente del Consiglio del Comando Rivoluzionario, l'organo detentore del potere del regime. «Giuro che nessuno avrà pace, fino a che Uday e Qusay non saranno stati vendicati, fino a che l'Iraq non sarà stato liberato, e fino a che i colonizzatori infedeli, i traditori e gli apostati non saranno stati uccisi», dice la lettera, che reca la data del 30 luglio. [e. st.l Vigili del fuoco iracheni nei pressi dell'incendio all'oleodotto di Baiji, nel Nord del Paese