«Il Catania in B al posto del Napoli» di Guglielmo Buccheri

«Il Catania in B al posto del Napoli» UN'ALTRA TEGOLA SUI CAMPIONATI, MA L'ULTIMA PAROLA SPETTA AL GOVERNO CHE A FINE MESE EMETTERÀ' IL DECRETO «SALVASPORT» «Il Catania in B al posto del Napoli» Il Tar calabrese dà ragione a Gaucci, rivolta sotto il Vesuvio Guglielmo Buccheri ROMA Se fino a ieri il caso Catania e la tempesta delle fidejussioni fantasma camminavano su linee parallele, da poche ore incrociano i loro destini. «Colpa» dell'ordinanza del Tar di Reggio Calabria, che ha accolto l'istanza del Catania (con riserva, in attesa della riunione collegiale dello stesso Tar per la delibera definitiva del 12 settembre) togliendo la serie B al Napoli perché la società partenopea ha consegnato garanzie false per l'iscrizione al campionato cadetto. La Federcalcio prende nota del nuovo verdetto della giustizia amministrativa tappandosi la bocca, ma da via Allegri è forte lo stupore per un provvedimento che anticipa sia la conclusione dell'inchiesta dell'Ufficio Indagine della Figo sia il corso della magistratura ordinaria. Il Tar della Calabria (che ha nominato commissari ad acta il prefetto di Roma Achille Serra e 0 magistrato del Tar laziale Carlo Modica) ordina dunque alla Federcalcio e alla Lega nazionale professionisti di ammettere in serie B il Catania entro giovedì prossimo, ai danni del Napoli. Luciano Gaucci esulta: «Sono due le sentenze Tar in nostro favore. GaUiani dice che non può riammetterci, ma \ nel nuovo provvedimento è già aller¬ tata la l'orza pubblica di Roma e Milano». E può brindare a un doppio successo nel giro di 48 ore: prima l'ordinanza del Tar di Catania che, accoghendo il ricorso contro la Figo, ha restituito la serie B alla società etnea, imponendo ai vertici del calcio italiano 15 giorni di tempo per riscrivere i calendari con l'inserimento della squadra siciliana. Poi, appunto ieri, il provvedimento del Tar di Reggio Calabria che - accettando il ricorso del Catania contro la presunta irregolarità dell'iscrizione del Napoli al campionato dopo presentazione di fidejussioni false e fuori tempo - impone ai due commissari ad acta poco meno di una settimana per rifarei calendari. Il nuovo scenario configurato dai giudici amministrativi di Reggio Calabria ha scatenato l'immediata reazione dei tifosi partenopei. «Se il Napoli fosse veramente trascinato in serie C, ci sarebbe la rivolta di una città intera. Noi - spiega Enzo Busiello, capo degli ultras della curva partenopea - siamo capaci di una grande mobilitazione: non possono cancellare una storia così grande, sarebbe la fine del calcio». Da Catania arrivano segnali di distensione, con dirigenti e pohtici siciliani impegnati ad affermare come non ci sia alcun particolare motivo di contrasto verso il Napoli dietro la decisione di rivolgersi al Tar per chiedere l'estromissione dei partenopei dalla serie B. Sotto al Vesuvio, però, è già tempo perla mobihtazione. (di calcio così è morto, ci sentiamo presi in giro. La Figo - spiega Ciro MarchitelU, in rappresentanza dei club organizzati - deve avere la forza di resistere e spedire in C una squadra, il Catania, che ha demeritato sul campo». Così lo scrittore Luciano De Crescenzo: «Ai tifosi dico di non preoccuparsi. Se la Figo non accetta questa decisone è come se il Tar non avesse detto niente». Anche Nino D'Angelo e l'onorevole Clemente Ma¬ stella sarebbero «pronti a scendere in piazza con i napoletani». La presa di posizione dei giudici di Reggio Calabria sembra intanto offrire anche all'Atalanta una possibilità di rivalsa nei confronti della Roma: il presidente bergamasco Ivan Ruggeri per ora tentenna, ma non esclude di rivolgersi a sua volta al Tar per chiedere la riammissione in seria A degli orobici ai danni della squadra giallorossa per il caso delle fidejussioni fantasma. In uno dei passaggi dell'ordinanza del Tar di Reggio Calabria viene infatti messo in evidenza come «la Figo, attraver¬ so i suoi organi competenti, avrebbe potuto e dovuto verificare l'inesistenza e, comunque, l'irregolarità ed l'inefficacia della fidejussione apparentemente emessa dalla Sbc e prodotta dal Napoli». Un caso molto simile a quello della Roma. Sullo sfondo di un quadro tanto movimentato quanto oscuro, il governo potrebbe emanare a fine mese (precisamente il 28) quel decreto legislativo al quale guardano Cairaro e Petrucdper delimitare finalmente i confini tra giustizia sportiva e amministrativa, fi Consiglio dei ministri varerà un nuovo grado di giustizia dello sport al quale ci si potrà appellare solo per questioni di legittimità in relazione a diritti indisponibili (lesioni gravi o lavoro), non quindi per questioni tecniche-sportive. Già a fine mese rischiano dunque di essere vanificate, in quanto non ancora definitive, le due sentenze pro-Catania, del Tar siciliano e del Tar reggino. Eventualità che ha però già scatenato alcune reazioni politiche, stavolta bipartisan. «Un decreto che tolga il Catania dalla serie B? Non lo firmerei mai - ha sottolineato Ignazio La Russa di An -. Il Tar dà maggiori garanzie». Rephca Enzo Bianco della Margherita: «Noi siamo contro il decreto, perché rappresenta una vera ingerenza della pohtica nello sport». Accolto il ricorso contro l'iscrizione «irregolare» del club azzurro Mastella e De Crescenzo guidano la protesta Luciano Gaucci presidente del Perugia e proprietario del Catania calcio di cui è presidente il figlio Il calcio d'estate è assediato dalle incursioni dei Tar: i tifosi non gradiscono