Orchestra grandi firme per Abbado di Giangiorgio Satragni
Orchestra grandi firme per Abbado WAGNER E DEBUSSY AL FESTIVAL SVIZZERO CON UN COMPLESSO DI LUSSO FORMATO DA SOLISTI DI GRIDO Orchestra grandi firme per Abbado Il maestro è tornato a dirigere a Lucerna Giangiorgio Satragni LUCERNA Dopo un anno di riposo, interrotto soltanto per un paio di concerti, festeggiati i settant'anni e ricevuto il Premium Imperiale, Claudio Abbado è di nuovo salito sul podio per tenere a battesimo una nuova orchestra, l'ultima delle molte da lui create, certo la più singolare. Ci aveva abituato alla fondazione di orchestre giovanili, invece ieri sera, aprendo con Wagner e Debussy il sessantacinquesimo Festival di Lucerna dedicato al tema dell'Io e della persona umana, ha diretto un'orchestra di lusso formata anche da sohsti di grido, la nuova Lucerne Festival Orchestra, che rinverdisce una tradizione a Lucerna risalente fino ad Arturo Toscanini, creatore di un'orchestra del Festival nel 1938. Idea maturata in Abbado già alla scadenza dell'impegno con i Berliner Philhamioniker, essa è stata messa in pratica ricorrendo alla fitta rete delle amicizie musicah. Base del complesso è la Mahler Ghamber Orchestra, questa si giovane, cui vengono aggiunti valenti strumentisti di altre orchestre: per dare un'idea citiamo due ex primi violini dei Berliner, Blacher e Kussmaul, l'ex prima viola Christ, l'attuale primo violoncello Faust con il flautista Pahud, l'oboista Mayer e il cornista Dom, mentre dai Wiener arriva il primo contrabbasso Posch. Fra gh italiani ci sono Manacorda, spalla della Mahler Ghamber, Pierini, primo violino al Maggio di Firenze, e Bronzi, violoncello del Trio di Parma. Suona in orchestra anche il Quartetto Hagen, ma il dato sensazionale è che della Lucerne Festival Orchestra fa parte addirittura la violoncellista Natalia Gutman, mentre il primo clarinetto è nientemeno che Sabine Meyer. Il dubbio serpeggiante alla vigilia riguardava Ù come tutti questi illustri sohsti avrebbero potuto fondersi in un organico coeso. Ma già l'esordio del programma, con r«Addio di Wotan e Incantesimo del fuoco» dalla «Walkiria» di Wagner ha mostrato una notevole unità di tutte le sezioni. Nonostante qualche difficoltà del baritono Bryn Terfel, il pubblico ha mostrato di apprezzare lo slancio e la commozione con cui Abbado ha diretto la celebre pagina. Sotto il profilo timbrico questa nuova orchestra mostra di prediligere i colori scuri (suonano addinttura sedici violoncelli e dieci contrabbassi), sui quali si stagliano, questa volta in maniera davvero solistica, singoli strumenti come l'oboe o l'ottavino. Certo la cartina di tomasole è il ricco insieme di musiche di Debussy, a partire da una ampia suite che il medesimo Abbado ha ricavato dal «Martyre de Saint Sébastien». Qui, fra macchie di colore ed emergere di frammenti melodici, si è palesata la natura intima del complesso, quella di un ritrovarsi fra tanti amici nel suonare in orchestra come si facesse musica da camera; è questa anche la visione di Abbado che, tra il sottolinea¬ re modernistici agglomerati di suono, calchi wagneriani e frammenti arcaici, ha regalato al pubbhco un'interpretazione di notevole intensità. Congedato il bravo Coro da Camera svizzero e i soprani Eteri Gvadava e Rachel Hamisch, il programma si è trionfalmente concluso con «La Mer», in una lettura di affascinante trasparenza narrativa. Moltissimi gh italiani qui a Lucerna, pronti a riascoltare il loro beniamino il 17 nei «Concerti Brandeburghesi» di Bach e il 19 nella Seconda Sinfonia di Mahler. Il direttore Claudio Abbado ha aperto ieri il Festival di Lucerna
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