Più soldi se il bosco non brucia Vince il modello Aspromonte

Più soldi se il bosco non brucia Vince il modello Aspromonte SUCCESSO IN CALABRIA Più soldi se il bosco non brucia Vince il modello Aspromonte In quattro anni i danni degli incendi sono scesi deir85 per cento Il territorio sorvegliato da volontari che ricevono rimborsi spese reportage Rocco Valenti REGGIO CALABRIA COME combattere il fenomeno degli incendi, che ogni anno manda in fumo veri e propri patrimoni, e non solo sul piano ambientale? Semplice: ingaggiando associazioni di volontariato perché sorveglino il territorio e facendo dipendere il loro compenso dalla quantità di superficie preservata dalle fiamme. Eccolo il «modello Aspromonte», che da quattro anni dà risultati capaci di lasciare a bocca aperta esperti e piloti di Canadair: i danni da incendio sono stati abbattuti dell'850Zo. «E' un meccanismo semplice - spiega Tonino Perna, presidente del Parco nazionale dell'Aspromonte, che si estende su un terzo della superficie della provincia di Reggio Calabria - e si basa sul presupposto fondamentale del presidio del territorio. In realtà non riusciamo a far diminuire il numero degli incendi, ma potendo contare su un controllo capillare del territorio, i roghi vengono subito scoperti e gli interventi tempestivi impediscono che facciano danni gravi». I risultati, dunque, non lasciano spazio ai dubbi: quest'anno - il quarto in cui viene attuato il singolare progetto per la prevenzione degli incendi - fino all'S agosto sono andati bruciati nel Parco dell'Aspromonte solo 135 ettari di superficie (34 dei quali di bosco), mentre, nello stesso periodo, nella parte rimanente della provincia di Reggio Calabria la superficie distrutta dalle fiamme è pari a 2.200 ettari. Sembra ci sia davvero ben poco da aggiungere. «Quest'anno - dice Perna - sono al lavoro dieci associazioni, che hanno stipulato con noi il particolare contratto». E il contratto si basa sull'affidamento, a ogni associazione (in genere del terso settore) che partecipa al bando di concorso e che viene selezionata (di solito nel mese di febbraio di ogni anno), di una porzione di territorio, di una fetta, cioè, degli 80 mila ettari di superficie che rientra nel territorio del Parco nazionale. Per il presidio, cioè per la sorveglianza di quella determinata parte di territorio, viene concordato un corrispettivo (si tratta, in realtà, di una somma di circa 15 euro al giorno per ogni volontario, come rimborso spese, oltre ai costi di carburante e usura mezzi). La somma, però, diminuisce - contrattualmente - in maniera proporzionale alla superficie eventualmente distrutta dagli incendi, cosicché se va in fumo ri0Zo (o più, naturalmente) della porzione di territorio sotto sorveglianza, il compenso è ridotto del 5007o. Il tutto, tradotto nel campo dei risultati, è presto detto: delle nove associazioni che sono state impegnate nel 2002 nella particolarissima campagna di prevenzione incendi targata Parco dell'Apromonte, solo una non è riuscita a mantenere al di sotto di quell'l% la superficie percorsa dalle lingue di fuoco. Peraltro, i volontari sono motivati da spinte ben diverse dal rimborso spese loro accordato (senza incendi, s'intende): spesso, a sentire Perna, infatti, intrattengono rapporti con l'ente Parco anche nei mesi invernali, con iniziative rivolte alle scuole, per esempio. «Poi - aggiunge il presidente del Parco - ogni anno i volontari vengono premiati in una grande festa in piazza, a Reggio, per cui ricevono una sorta di riconoscimento sociale». E ci sono altri elementi da prendere in considerazione, per quanto riguarda il problema degli incendi che, assicura Tonino Perna, «non è un problema di tecnologie, ma un problema sociale; se non si punta sull'uomo nel territorio è difficile pensare di poter arginare il fenomeno». D'altra parte, alla base degli incendi, vanno ripetendo i tecnici, c'è quasi sempre l'uomo. In Calabria, il Corpo forestale ha stimato che il 390Zo dei roghi è addebitabile alla pastorizia. E lo stesso Perna fa notare che un pastore, sapendo che quel tale giovane del suo stesso paese fa il volontario contro gli incendi, pur di non mettersi contro di lui, è difficile che vada ad appiccare il fuoco per procurarsi altro terreno pascolabile. Il «modello Aspromonte» funziona. E anche dall'estero si sono fatti vivi per saperne di più. Di certo, Francesco Fino, presidente del Parco nazionale del Pollino, che si estende per più di 190 mila ettari a cavallo tra Calabria e Basilicata, ha assicuiaco che il suo ente sta valutando di avviare, sin dal prossimo anno, iniziative analoghe a quella che in Aspromonte sta dando questi risultati.

Persone citate: Basilicata, Francesco Fino, Perna, Pollino, Rocco Valenti, Tonino Perna

Luoghi citati: Calabria, Reggio, Reggio Calabria