Naufraghi d'agosto all'ultimo approdo nelle città del fresco

Naufraghi d'agosto all'ultimo approdo nelle città del fresco UNA GIORNATA NELLE SHOPVILLE PRESE D'ASSALTO COME A NATALE Naufraghi d'agosto all'ultimo approdo nelle città del fresco Dalle Gru a SGallery è ressa dove gli impianti di condizionamento fanno respirare i torinesi in cerca di pace dopo le notti d'insonnia reportage Giovanna Favro NON sono passati poi molti anni, da quando i torinesi per sfuggire alla canicola estiva sciamavano in massa in collina, spesso portandosi appresso il plaid e i panini per i pic-nic sul ciglio delle strade, nel verde. Sembra un secolo: oggi sono i grandi centri commerciali, con i potenti soffi d'aria condizionata nei viali coperti su cui s'aprono decine di vetrine, ad affratellare borghesi e derelitti in fuga dall'afa. Ieri il parcheggio della shopville Le Gru, tra i più grandi d'Europa, era affollato di auto come quando è imminente il Natale. E al Lingotto l'incessante su e giù delle scale mobili ha riempito «8 Gallery» del passeggio di giovani e anziani intenti a sorbire granite. C'erano ad esempio Alberto Trono e Ivana Mariuccia, 39 e 40 anni, abbronzati e sorridenti, tornati da appena un giorno dalle vacanze a Santa Maria di Leuca: «Piuttosto che stare chiusi in casa a morire di caldo, veniamo a fare un giretto». Lui è un dirigente, lei lavora alle Molinette: «Facciamo due passi, un boccone a pranzo: in fondo, la sola cosa buona del rientro al lavoro è che in ufficio ci sarà l'aria condizionata». Boccheggia seduto su una panchina, appena arrivato da fuori, Assan Tatou, 30 anni: «Sono di Casablanca, in Marocco non fa così caldo. 0 meglio, è secco, non è come qui, dove tutto ti si appiccica addosso. Sembra di stare ai Tropici. Lavoro come verniciatore, e sto passando le ferie a buttarmi l'acqua sulla testa, e a mangiare anguria». Anche Pasquale Farina, di Napoli, venuto a trovare il cugino Claudio, non ne può più: «Da noi, col mare, si sta meglio assai». Il cugino vive a Chivasso come Mattia Bellettato, e il terzetto di giovanotti è seduto a un tavolino per un pranzo veloce, a colpi di tranci di pizza e bicchieroni di Coca Cola ghiacciata: «Io e Claudio - dice Mattia - studiamo al Politecnico, e ci tocca preparare gli esami di settembre. Sto tutto il giorno sui libri con il ventilatore a due centimetri dalla faccia». Al «Ristorante del pastificio» Angelo Bignante indica la mo- glie Cinzia, seduta accanto al figlio Daniele, di 9 anni. «Stanotte ha dormito per terra, poverina. Sul tappeto. Così ci siamo convinti a venire qui dall'Astigiano, per comprare un condi¬ zionatore». Il passeggio si srotola lento tra sogni ricorrenti ed impossibili di nevicate, di vette valdostane punteggiate da cascate gelide, di mega condizionatori in tutte le stanze. Ed è tutto un ripetere «Vorrei scappare», «Ma quando finirà», «Ho messo in salvo almeno i bambini, che sono al mare con i nonni: in casa muoiono, e nei giardinetti si scoppia». E lei? Come si difende dal caldo? Ce l'ha il ventilatore? Silvio Allara, 66 anni, prende il fresco solo soletto ad un tavolino. Mostra un sorriso amaro di appena tre denti: «A casa non ho l'elettricità». Come? «Abito in una soffitta. D'inverno crepo di freddo, e adesso ci sono 40 gradi. Vivo con una pensione sociale da 370 euro al mese. Mi sveglio col sole e vado a letto quando è buio: per fortuna un filo di luce arriva dai lampioni stradali». Poco più in là. Franco Bittarello si riposa su una panchina con la moglie Bruna e il figlio Danilo. Scuote la testa: «Mai visto, un caldo così, in 74 anni. Per così tanti giorni di fila, poi. Mai». Ecco le Gru. C'è una ressa da stadio. Al primo piano, da «Media World», un cartello bello grosso annuncia che i ventilatori sono esauriti. E da diversi giorni, spiegano i responsabili. «Hanno preso tutto, qualunque modello, dai più cari a quelli da due soldi». Quanto ai condizionatori, «Il magazzino è ormai agli sgoccioli». «Mi si gonfiavano così le mani e i piedi solo in gravidanza» si lamenta Enza Laviano, 45 anni, accanto al marito e ai due figli. Fabio Gallo ha portato la sua bimba di 4 anni, Nicole, sulla pista di «acquascontro» con i piccoli gommoni che si urtano sofficemente sull'acqua. La moglie Alessandra, con in braccio Martina, di 4 mesi, li guarda dalla balaustra: «Siamo venuti più che altro per il fresco. Anche ad Alpignano, dove abitiamo noi, non si respira». «Se Dio vuole, finalmente sabato partiamo per il mare - dice Costantino Benedetto -. Stanotte ho dormito per stanchezza, dopo non so quanti giorni a boccheggiare. Ho un grosso ventilatore, ma non basta». Nella piazza centrale, intorno alla fontana con le grandi Gru, non c'è un posto a sedere a pagarlo. Gente che racconta di notti insonni e di progetti per il Ferragosto centellinando bicchieroni verdi di menta, granite all'arancia e frappé. ((Ad Avellino fa più fresco, qui c'è una cappa bestiale» sbotta Elena Maffei, ima mano al cono gelato e l'altra alla figlia Flaminia: «Sono venuta qui a Torino a trovare mia zia, ma è un disastro». Tecla Santagata, di Venaria, s'è portata da casa una bottiglietta d'acqua da mezzo litro in cui c'è un blocco di ghiaccio ormai mezzo sciolto: «Metto le bottigliette in freezer: ovunque vada, me ne porto dietro una». E il marito Ennio: «Ci facciamo mezza dozzina di docce al giorno. Di ferie non se ne parla, con lo stipendio arriviamo a mala pena a fine mese». Rosanna e Antonio Scavone, 62 e 67 anni, sono invece appena tornati dalle vacanze sull'Adriatico: ((Ah, ma potessimo partiremmo subito di nuovo. Come si stava bene, al mare! Peccato che sono finiti i soldi. Che brutto rientro, quest'anno. Abbiamo trovato caldi pure i prezzi. Altro che saldi». Angela Calabrese, 21 anni, inventa una rima baciata mentre divora con il fidanzato Giovanni Mintrone tocchetti succosi e ghiacciati: «Che goduria, mangiare l'anguria». Ha una ricetta anti-afa: «L'unica strada, con questo tempo, è non arrabbiarsi, non agitarsi. Sa che lavoro faccio? Il capotreno. Se l'immagina, tutto il giorno in divisa, senza un briciolo d'aria condizionata?» E lui: «Meno male che tra pochi giorni si parte per Salerno. Di giorno stiamo il più possibile in piscina, ma è terribile». E la notte? Ha il condizionatore? «No. Dormo nella vasca da bagno». Fino a non molto tempo fa, era la collina il rifugio di chi era in cerca di refrigerio Oggi la gente si riversa in massa nei centri commerciali dotati dei potenti soffi di aria condizionata e passeggia su e giù come in un rito collettivo Ricchi e poveri, operai e dirigenti, torinesi e extracomunitari tutti sembrano complici e si scambiano aneddoti e consigli su come affrontare le temperature record di questi giorni E il meteo annulla le differenze di classe A ruba nei supermercati bibite e confezioni d'acqua minerale Piscine, cinema, ristoranti, bar: i grandi centri commerciali sono presi d'assalto

Luoghi citati: Alpignano, Avellino, Chivasso, Europa, Marocco, Napoli, Salerno, Torino, Venaria