Un delitto assurdo per il film di Marie di Alessandra Levantesi
Un delitto assurdo per il film di Marie A LOCARNO «LES MARINS PERDUS» DAL ROMANZO DI IZZO CON VINCENT LINDON Un delitto assurdo per il film di Marie La Trintignant in una pellicola che ricorda la sua tragica vicenda Alessandra Levantesi L0CARN0 Se l'arte imita la vita, talvolta la vita imita l'arte. Vedi il film francese «Les marins perdus», presentato in concorso al 56" Festival. «Perduti» sono i tre marinai rimasti a languire sul cargo Aldebaran, abbandonato dagli armatori nel porto di Marsiglia: il capitano libanese Aziz (interpretato dall'ex jugoslavo Miki Manojlovic), il secondo greco Diamantis (che è il francese Bernard Giraudeau) e il turco Nedim (che forse non è turco perché si chiama Sergio PerisMencheta). L'incerta attribuzione delle nazionalità trova riscontro in un racconto altrettanto poco plausibile, farcito di banalità sulle plance e gli angiporti; e bisognerebbe aver letto il romanzo di Jean-Claude Izzo per accertare se il difetto sta nel manico o nella regia sonnacchiosa di Claire Devers. Ma ciò che ha colpito gli spettatori di Locamo è il modo in cui si conclude bruscamente' la vicenda, con un delitto assurdo. Perché la protagonista femminile è Marie Trintignant, la cui recente scomparsa è avvenuta in circostanze simili. Un nevrotico parapiglia, uno scoppio di violenza, un ferito a morte e l'offensore pentito appena finito di uccidere. «Les marins perdus» non è l'ultima pellicola in cui vedremo Marie, che in seguito ne ha fatte almeno altre due, una biografia di Janis Joplin e il «Colette» che stava completando a Vilnius quando finì in coma sotto i colpi del cantante Bertrand Cantat. Figlia d'arte, impegnata sullo schermo per 37 dei suoi 41 anni, la Trintignant amava fare un film dopo l'altro portando la sua bella presenza, il talento e una splendida voce dai toni profondi. Tutte qualità presenti in questa Mariette, la figuretta appena abbozzata di un'ispiratrice che riscatta Giraudeau dalla dannazione degli oceani. E mentre non si può contemplare senza malinconia questa creatura morta tanto assurdamente, si capisce come la Francia, dal Presidente al più umile cittadino, si sia inchinata alla sua memoria. Se i bravi interpreti di «Les marins perdus» sono sprecati, miglior fortuna hanno gli attori dell'altro film francese presentato fuori concorso in Piazza Grande. Scritto e diretto da un Philipje Le Guay che a Parigi gode di mona stampa, «Le coùt de la vie» si rifa ai modelli di Claude Sautet, ma non siamo lontani neppure dalle commedie polifoniche di Ettore Scola come «La cena». Infatti anche qui il ristorante gestito dall'esuberante Vincent Lindon è il crocevia di personaggi destinati a incontrarsi solo brevemente o mai. Il gioco è quello di far scontrare a distanza un prodigo come Lindon e un avare come Fabrice Luchini, tirando in ballo anche un industriale anziano (Claude Rich) che si vuole vendere tutto per vivere spensieratamente gli ultimi anni e una giovane ereditiera che odia i soldi e sogna l'amore. Le Guay è abile nel destreggiarsi fra i vari raccontini e non manca di garbati spunti ironico-grotteschi, ma croppo spesso sviluppi e motivazioni non funzionano. E se Lindon mette una simpatica foga popolaresca nel personaggio, che discende dai Gabin e dai Montand, Luchini (leggere per credere la recente intervista su «Le Nouvel Observateur» in cui si rifa ai suoi esordi come parrucchiere) rivela una matura cattiveria nell'arpeggiare sull'avarizia. Ovviamente l'archetipo è Molière, un classico in compagnia del quale Fabrice trascorre utilmente un'ora tutte le mattine seguendo il consiglio del grande Louis Jouvet. Si potrà ancora rivedere l'attrice in una biografia diJanisJoplin e in «Colette» che stava girando a Vilnius La sua Mariette ha talento, presenza e una voce profonda Marie Trintignant, l'attrice morta tragicamente qualche giorno fa
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