False fidejyussioni, arrivano sei avvisi di garanzia

False fidejyussioni, arrivano sei avvisi di garanzia IL PROCURATORE FINANZIARIO CHE SI E' RESO IRREPERIBILE AVREBBE PRESO CONTATTO CON I MAGISTRATI False fidejyussioni, arrivano sei avvisi di garanzia Sarebbero le menti e gli intermediari, truffa e falso i reati ipotizzati Elisabetta Masso ROMA Gabriele Turchetti e Giovanni De Vita: le «menti». Renato Spiridigliozzi il «sottotenente» di Turchetti. Amedeo Santoro, il «falsario». Paolo Landi il «postino» e Luca Rigone, 1'«(intermediario». Tutti d'accordo per spartirsi la percentuale delle false fidejussioni che sono state presentate da Roma, Napoli, Spai e Cosenza per iscriversi ai prossimi campionati di calcio. Un «inciucio» organizzato a tavolino nelle stanze della Covisoc, la Commissione di vigilanza e controllo delle società professionistiche in ambito Federcalcio. Non sarebbe la prima volta. Già in passato gli stessi personaggi avrebbero coperto con fidejussioni false la posizio¬ ne debitoria di alcune società. Se questo fosse provato scatterebbe l'accusa di associazione per delinquere. E così, i sei protagonisti del complotto, legati alle false certificazioni per le iscrizioni al prossimo campionato di calcio, sono finiti nel registro degli indagati della procura di Roma, che per adesso ha ipotizzato i reati di truffa e falso in atto privato. Ma il pm Maria Cristina Palaia e il procuratore aggiunto Ettore Tom - titolari dell'inchiesta - intendono contestare anche il reato di corruzione, a Turchetti e a Spiridigliozzi. Dipende dalla configurazione giuridica che verrà data alla Covisoc, cioè se i due rappresentanti Covisoc abbiano agito come soggetti privati o come membri di un ente pubblico. I magistrati non andranno in ferie e, prima di Ferragosto, rileggeranno le carte raccolte dai carabinieri del nucleo operativo di via In Selci. Saranno anche riesaminati i verbali di chi è stato sentito come persona informata sui fatti. Poi partiranno i primi interrogatori. Sulla base del lungo rapporto consegnato ieri mattina dai carabinieri, i magistrati hanno ritenuto di dover approfondire gli accertamenti su Amedeo Santoro, il procuratore finanziario tirato in ballo dal broker Paolo Landi che lo avrebbe accusato di aver compilato le fidejussioni false con la firma contraffatta di Cynthia Ruia. Da quando la magistratura sta facendo luce sullo scandalo delle fidejussioni, Santoro è sparito dalla circolazione. Gli inquirenti, a quanto pare, sanno dove si trovi e sono pronti ad ascoltarlo. Sembra infatti che un avvocato li abbia contattati per garantire la disponibilità del proprio assistito a chiarire la sua posizione. Ma Santoro in questo momento pare che navighi in acque molto lontane da Roma. I magistrati dovranno approfondire anche il filone d'inchiesta su Landi - che ha consegnato i documenti alla Covisoc per iscrivere le squadre - e sul mediatore Giovanni De Vita che avrebbe gestito l'operazione per conto del Napoli; sul broker Luca Rigone che ha seguito le pratiche delle società di serie C (Cosenza e Spai); sul segretario della Covisoc, Gabriele Turchetti, che ha indicato alle società di calcio a quali persone rivolgersi per potersi iscrivere ai campio¬ nati, e infine sul suo braccio destro. Renato Spiridigliozzi. Nell'ambito di questa inchiesta è certo che sono da considerare parti offese la Sbc (società finanziaria di Civitanova Marche), nella persona di Franco Jommi, amministratore unico; Cynthia Ruia, ex amministratore delegato della stessa finanziaria; la Federcalcio; la Roma e il Napoli. Ieri sul tavolo del pm Palaia è giunta la denuncia penale contro ignoti presentata dalla Roma. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare quella della società partenopea. Manca all'appello la denuncia della Spai (che però ha pagato una commissione piuttosto esigua per ottenere una fidejussione di 500 mila euro) mentre non ci sarà quella del Cosenza, escluso dal campio¬ nato per altre vicende legate a guai giudiziari della vecchia dirigenza. Ieri in procura si sono presentati i legali della Federcalcio e del Coni, Tito Lucrezio Milella e Giulia Bongiomo. I due avvocati hanno incontrato rispettivamente il procuratore aggiunto Tom e il pm Palaia. Milella, nominato dalla Federcalcio nella veste di difensore di parte offesa, ha preferito non esprimere giudizi sull'inchiesta condotta dalla magistratura. «Aspettiamo - ha detto - l'esito degli accertamenti prima di pronunciarci e di parlare di "mele marce" all'interno della Figc. Posso già anticipare, però, che chi non si comporta bene nell' ambito della Federazione non potrà essere difeso da noi. Anzi, sarà un nostro avversario». Secondo l'avvocaio Bongiorno «il Coni si è già costituito parte lesa e attendiamo che si faccia chiarezza su questa vicenda. Attendiamo la pubblicazione dei documenti dell'Ufficio indagini della Federcalcio, prevista per il 19 agosto, per prendere iniziative concrete. Sono qui perché ho aggiornato il pm sulla riunione della giunta del Coni». Intanto le indagini dei carabinieri vanno avanti e nelle ultime ore i miltari si sono concentrati a studiare le carte acquisite nelle sedi dell'Enpals. Ci sarebbero altre squadre che avrebbero presentato fidejussioni a rischio per l'ente previdenziale dei calciatori, sempre sottoscritte dagli stessi personaggi coinvolti nello scandalo delle fidejussioni fantasma.

Luoghi citati: Civitanova Marche, Cosenza, Napoli, Roma, Spai