«Pronti a unirci in un comitato»

«Pronti a unirci in un comitato» PARLANO LE VITTIME DELL'OCCHIO OPACO «Pronti a unirci in un comitato» .e persone che hanno subito il reintervento intendono promuovere una causa comune retroscena E LIANA Gabanna e Francesca Grasso. Altre due persone sottoposte a un intervento di sostituzione del cristallino nel 1998 chiedono alla procura «che sia fatta luce sulla vicenda». Anche loro hanno avuto problemi di trasparenza. Insieme a Maria Rossetti, la prima paziente che nei giorni scorsi ha denunciato e fatto emergere pubblicamente il caso rivolgendosi al procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, le altre due «vittime» dell'occhio opaco sono pronte a unire le forze in una causa comune contro chi ha messo in commercio quei dispositivi medici. Schierato dalla loro parte anche il Gradenigo: ieri il medico legale, professor Baima Bollone, ha annunciato che è pronto a costituirsi parte civile per una richiesta di risarcimento danni. Eliana Gabanna ha 85 anni e in questi giorni è in ferie in una località montana non lontana da Torino. «Mia madre - racconta il figlio, Carlo Cesari - è stata operata nel '98, proprio come la signora Rossetti, al Gradenigo. Anche lei aveva un problema all'occhio destro. E anche lei, anni dopo, ha dovuto tornare in sala operatoria, perché il suo cristallino artificiale si è opacizzato». La signora Gabanna è stata operata la seconda volta ad Avigliana: i medici hanno estratto il cristallino senza più trasparenza e l'hanno rimpiazzato con uno di un'altra marca. Risale al 13 gennaio del '98, invece, l'operazione a cui si è sottoposta Francesca Grasso. «Il cristallino mi si è appannato un anno e mezzo dopo. Mi è stato fatto un laser. Poi ho avuto un distacco di vitro. E ancora oggi vedo con qualche difficoltà». Appena letta sul giornale la vicenda di Maria Rossetti, Francesca Grasso ha cercato nella sua documentazione medica il tesserino con la marca del cristallino che le è stato impiantato cinque anni fa: «Anche il mio è un modello "Cirrus". C'è anche una sigla: SC600-2». Quanti sono, nel resto d'Italia, le persone con un cristallino d^lle marche finite nel mirino? Il ministero della Salute non ha diffuso ancora alcuna comunicazione in merito. Maria Rossetto ha comunque deciso che non aspetterà l'iniziativa della procura o quella del ministero, e questa mattina si rivolgerà a un avvocato per chiedere assistenza. «Se qualcuno creerà un comi¬ tato - interviene Carlo Cesari, il figlio di Eliana Gabanna - mi assoderò a qualsiasi iniziativa contro chi ha venduto i cristallini difettosi. Io e mia madre siamo pronti ad essere ascoltati dal procuratore Guariniello, se intenderà conoscere più nei particolari i problemi creati dal cristallino, o leggere la nostra documentazione medica». L'allarme - rìpetono al Gradenigo - è ormai rientrato. Dal 2000, quando sono emersi i primi problemi, le protesi «made in Florida» non sono più state impiantate. «Più di una volta - conclude però Francesca Grasso - sono stata visitata dall'oculista al Gradenigo. Nessuno ha mai neppure ipotizzato che i miei problemi di vista potessero dipendere dal cristalino della "Cimis"». [m. acc] Eliana Gabanna. operata nel '98

Luoghi citati: Avigliana, Florida, Italia, Torino