Le vertigini in spiaggia col topless di Lietta Tornabuoni

Le vertigini in spiaggia col topless 1964. UNO STILISTA LANCIA IL COSTUME A UN PEZZO Le vertigini in spiaggia col topless In Italia è considerato «la solita americanata» Provoca multe, processi, accuse di barbarie catastrofismo dei medici e scenate di gelosia Lietta Tornabuoni IL costume da bagno nero era alto, arrivava a coprire lo stomaco; due nere bretelle sottili s'incrociavano nel solco dei seni per andare ad allacciarsi sulla schiena; la modella con la frangetta nera, forse giapponese, comunque dall'aria asiatica, aveva un petto bellissimo. Il creatore Rudi Genreich, disegnatore di moda austro-californiano che fu poi anche l'inventore del tanga, l'aveva chiamato topless (top=parte superiore, less=senza) e lanciandolo all'inizio dell'estate 1964 esagerava, si lasciava andare: «E' un simbolo di libertà, un riflesso di tutto il grande movimento innovativo di questi Anni Sessanta, la materializzazione di un modo nuovo, non vergognoso ma orgoglioso, di pensare al proprio corpo». Naturalmente, bagnanti del genere se n'erano già viste: Brigitte Bardot fu la prima (e quasi unica) ragazza ultrafamosa di cui l'indiscrezione dei fotografi aveva rivelato nei Cinquanta, ai lettori di rotocalchi di tutto il mondo, l'abitudine presto imitata di fare il bagno in mare e prendere il sole a torso nudo; sulle barche dei ricchi la seminudità era la norma; il nudismo era stato una delle fissazioni salutiste ed estetiche del nazismo.Ma il topless (chiamato dai francesi monokini, come se Bikini non fosse il nome di un atollo, come se la «hi» stesse per due, per doppio) legittimava l'uso, con il nome e con la presentazione ufficiale come indumento di moda: era accaduto lo stesso, nel 1948, con il costume da bagno in due pezzi di cotone, legittimato dallo stilista francese Jacques Heim che gli dette con la sua firma il segno dell'eleganza, liberandolo pure da molte sottostrutture costrittive. «Quella unione mistica tra la donna e il mare impersonata dalla Sirena, fantasia perenne che ha stregato gli uomini attraverso i secoli nella mitologia, nell'arte, nella letteratura, torna oggi a essere nuda. Come all'origine», affermava pomposo Michael Colmer, l'autore inglese di Bathing Beauties (Sphere Books). Subito giudicato in Italia «la solita americanata», il topless provoca multe, processi, richieste imperiose di aree riservate di spiaggia (come per i nudisti), accuse di barbarie, risse pubbliche, vaticinii di rapida morte o almeno di breve vita per la novità, condanne moralistiche. I medici prevedono epiteliomi vasocellulari e spinocellulari, angiomi rubino, eritemi e avvizzimento precoce della pelle del petto. I mariti storcono il naso: «Non si tratta di gelosia, ma che mia moglie si metta in vetrina davvero non mi fa piacere». Gli scemi, credendosi spiritosi, invocano l'autocensu- ra da parte delle donne: quelle con il petto imperfetto non dovrebbero scegliere il topless mai e poi mai, per non infastidirli con uno spettacolo poco gradevole. Nulla di nuovo. Nelle grandi battaglie di Decenza e Indecenza che hanno accompagnato ogni evoluzione del costume da bagno, non sono mai mancati scandali giornalistici, condanne dei puritani, arringhe dei libertini o dei libertari, interventi ecclesiastici, furori maschili, e la segreta, testarda, vincente volontà delle donne. E dall'inizio del Novecento, attraverso pochissimi modellibase (costume intero, costume in due pezzi, costume topless, niente costume o quasi) l'inarrestabile tendenza è sempre stata a ridurre, togliere, sminuire, levare: mentre cambiava pure l'atteggiamento delle donne, e al dovere magari non assolto di essere belle e desiderabili si sostituiva lentamente il diritto magari abusato di essere come si è, se stesse. Ma c'è altro di cui discutere m quell'anno 1964, al suono saltellante della canzone di Catherine Spaak: «Noi siamo i giovani/i giovani/ più giovani»...Presidente del Consiglio è Aldo Moro, vicepresidente Pietro Nenni; il presidente della Repubblica Segni, colpito da un male invalidante, dopo forti resistenze («vigile è il sensorio», ripetevano i bollettini medici bugiardi) verrà sostituito dal socialdemocratico Saragat. Muore il grandissimo pittore Giorgio Morandi. Muore a Yalta Togliatti, e al suo funerale a Roma partecipa un milione di persone. La Cina fa esplodere la sua prima bomba atomica, Stanley Kubrick dirige Il dottor Stranamore ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Viene inaugurata la metropolitana di Milano, completata l'Autostrada del Sole. Jean- Paul Sartre rifiuta il Premio Nobel per la letteratura, escono libri cruciali: L'uomo a una dimensione di Marcuse, Saggi di linguistica generale di Jakobson. Bernardo Bertolucci debutta con Prima della rivoluzione. Film ammirevoli: Per un pugno di dollari» di Sergio Leone, II Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, La donna scimmia di Marco Ferreri, La pantera rosa di Blake Edwards. My Fair Lady prende l'Oscar, anzi prende parecchi Oscar. A teatro, in Dopo la caduta Arthur Miller mette in scena il suo matrimonio con Marilyn Monroe. Certo il topless, oltre a venire adottato da molte (illegalmente: bisognerà aspettare il 2000), rimane il tema di conversazione dell'estate, e non c'è da stupirsene. Entrando nell'uso, rappresenta una ulte¬ riore prova del fatto che di fronte alla moda le donne (non tutte, si capisce) non hanno riservatezza né alcuna vergogna né senso del pudore. Non soltanto le donne di certe classi sociali che conservano una memoria storica di petti esposti nelle scollature ottocentesche o di corpi mostrati tra i veli settecenteschi della rivoluzione francese, ma tutte le donne o quasi, non hanno remore nell'ostentazione della nudità. E il topless quasi quarantenne, a dispetto di tutte le funeste profezie, non muore affatto: sopravvive accanto ad altre scelte di costumi da bagno o di indumenti variati, nella voga più bella e più moderna: quella che consente di fare e vestire come si vuole, seguendo il proprio gusto e il proprio estro, senza divieti e senza imposizioni. Brigitte Bardot, che anticipò il topless Cappellone e topless su una scogliera alla fine degli Anni Sessanta. Il costume a un pezzo è stato un tipico evento del decennio, simbolo Insieme di provocazione e liberazione

Luoghi citati: Cina, Italia, Milano, Roma, Yalta Togliatti