«Ho subito molte indagini Sono stato sempre assolto» di Fabio Albanese

«Ho subito molte indagini Sono stato sempre assolto» «Ho subito molte indagini Sono stato sempre assolto» Fabio Albanese corrispondente da CATANIA Il presidente della Federcalcio Franco Carraro è stato iscritto dalla Procura di Catania nel registro degli indagati del tribunale con l'ipotesi di reato di «minacce a corpi politici e giudiziari dello Stato». A Carraro i magistrati catanesi, che da alcune settimane indagano sul caso-Catania, non avrebbero ancora notificato un avviso di garanzia, ma sarebbe pronta una convocazione in Procura per i prossimi giorni. «Nel corso della mia vita professionale e pubblica - è stata la piccata risposta dettata alle agenzie di stampa dal presidente della Federcalcio - ho subito numerose indagini da parte della magistratura, che si sono sempre concluse con archiviazioni o assoluzioni, essendo stata accertata la mia indiscussa correttezza». L'iniziativa dei magistrati catanesi, che arriva all'inizio di una settimana che si annuncia calda e forse decisiva per la vicenda legata alla mancata iscrizione del Catania in serie B, ironia della sorte nasce proprio dalla denuncia presentata dalla Federcalcio al tribunale civile di Boma contro i giudici del Tar di Catania e con la quale era stato anche richiesto ai giudici amministrativi siciliani un maxi risarcimento danni. Una querela che provocò a sua volta la reazione sia degli stessi giudici della seconda sezione del Tar etneo sia dei legali del Catania calcio. I primi presentarono un esposto alla Procura mentre la società della famiglia Gaucci depositò tramite lo studio legale Trantino una vera e propria denuncia contro la Federcalcio per «minacce a corpi politici e giudiziari dello Stato»; è la stessa accusa che ora il procuratore aggiunto Enzo D'Agata e il sostituto Francesco Testa ipotizzano per Carraro il quale, con la denuncia presentata al tribunale di Boma, avrebbe potuto violare l'articolo 338 del codice penale che prevede anche il reato di minacce all'autorità giudiziaria. «Non sono stato portato in alcun modo a conoscenza di una presunta iscrizione del mio nome nel registro degli indagati presso il tribunale di Catania - è scritto nel comunicato diffuso da Carrara - ipotesi che non posso confermare, non conoscendo l'attendibilità né la serietà di chi ha diffuso tale notizia. Non ho mai commentato le iniziative della magistratu- ra che mi riguardavano ed intendo fare così anche questa volta, con totale serenità». Tacciono ovviamente i pm catanesi D'Agata e Testa che sono anche titolari di un altro fascicolo d'inchiesta legato al caso Catania, aperto con l'ipotesi di reato di mancata attuazione di un provvedimento dell'attività giudiziale e falso, e per il quale sono già stati interrogati come «persone informate sui fatti» il presidente del Catania calcio, Biccardo Gaucci, il padre Luciano, patron della squadra, e il presidente del Cagliari Massimo Cellino. Nei prossimi giorni dovrebbe essere sentito anche l'ex presidente del Napoli, Franco Corbelli. La battaglia del Catania per vedersi riconosciuto il diritto a disputare il prossimo campionato di serie B va avanti ormai da due mesi. Carta bollata e continui capovolgimenti di fronte hanno caratterizzato lo scontro tra gli avvocati del Catania e la Federcalcio. Con il Tar a disporre l'iscrizione della squadra rossazzurra in serie B e la Federcalcio ad emettere provvedimenti che potessero in qualche modo aggirare il provvedimento della magistratura amministrativa agitando la bandiera della difesa dell'autonomia dello sport dall'ingerenza della magistratura ordinaria. Una telenovela che ad oggi vede il Catania in serie C1 ma in attesa di un ennesimo pronunciamento del Tar, previsto per domani, mercoledì, che potrebbe riportare la squadra in serie B. Due giorni fa la società dei Gaucci, dopo lo scandalo della false fideiussioni, ha anche presentato al Tar di Beggio Calabria un ricorso contro la Federcalcio per l'ammissione del Napoli in serie B : «Il Napoli ha sempre fatto causa contro di noi - ha detto Luciano Gaucci - è stato la mano armata di Carraro». Se il Tar di Catania dovesse dare nuovamente ragione alla squadra rossazzurra, alla Federcalcio spetterebbe trovare il modo di riammetterla in B: o con un campionato a 21 squadre, o con imo allargato a 24 (comprese dunque le altre tre squadre retrocesse) o mantenendolo a 20 squadre, ma imponendo a Napoli e Venezia di disputare uno spareggio per decidere chi delle due debba andare in serie C. Senza contare che l'ennesimo colpo di scena potrebbe essere dietro l'angolo. La cronaca di questi giorni ha abituato i tifosi e gli addetti ai lavori a non dare nulla per scontato.

Luoghi citati: Beggio Calabria, Carrara, Catania, Napoli, Venezia