Carraro: far partire i campionati è la mia sola preoccupazione

Carraro: far partire i campionati è la mia sola preoccupazione IL PRESIDENTE DELLA FEDERCALCIO DOPO IL «GIALLO FIDEJUSSIONI» Carraro: far partire i campionati è la mia sola preoccupazione Oggi la Procura potrebbe comunicare i nomi dei mediatori indagati Domani vertice del Coni: verso il varo di una commissione d'inchiesta ROMA Il Presidentissimo, sul green della Sardegna, raccoglie la pallina appena scodellata in buca. Sperava in giorni di vacanza serena: in fin dei conti la grana Catania era stata risolta, i calendari varati, la macchina del pallone pronta a rombare per il vernissage di fine agosto. L'ultimo campionato da leader della Federazione calcio per Franco Carraro: il tempo di tifare Italia agli Europei in Portogallo e poi il passaggio di consegne. Invece, ecco il fulmine delle fidejussioni false, due società importanti come la Roma e il Napoli nell'occhio del ciclone, un pasticcio brutto che incendia l'estate e getta bagliori sinistri sul futuro immediato del calcio italiano. Carraro, sul campo da golf che frequenta da professionista (è un grande sportivo oltreché politico di lungo corso), termina il suo percorso verde e si dedica a una riflessione domenicale con gli amici. Si annuncia una settimana torrida. Oggi l'inchiesta romana sulle garanzie-patacca potrebbe sfornare il primo elenco di indagati, e domani la Giunta del Coni, assediata dal pressing di Alleanza nazionale che vuole un commissario al vertice Figc (lanciando come una provocazione il nome del «nemico» politico Gianni Rivera), varerà una commissione d'inchiesta per valutare l'opera dei dirigenti del calcio. Carraro, è preoccupato? Il presidente ripone le mazze e il corredo della sua giornata di golfista, riattiva il cellulare, e bevendo un sorso accenna a un mezzo sorriso. Non vuole entrare nel merito della vicenda specifica, il suo è piuttosto un ragionamento a voce alta. «Quando insorgono questioni di questo tipo sarebbe difficile dirsi non preoccupati. Ma io in questo momento ho una preoccupazione prima e assoluta, che è questa: far partire i campionati di calcio in piena regolarità. Il mio ruolo d'altronde attiene esattamente al compito di garantire la funzionalità del movimento calcistico, che fino a prova contraria ha il suo esercizio principale negli stadi, non negli uffici giudiziari». Il presidente Carraro sa bene che al centro del «giallo fidejussioni» si è venuta a trovare la Covisoc, la Commissione di vigilanza delle società calcistiche. Sa benissimo che sul terreno di battaglia tra la Roma di Franco Sensi e la Covisoc c'è un balletto di date e documenti da decrittare. E che su questo confine bollente tra legalità e illecito il segretario della Covisoc Gabriele Turchetti ha scelto di farsi da parte, con un'autosospensione che ha fatto rumore ieri l'altro. Il ragionamento di Carraro è lineare: «In tutta questa situazione la Covisoc ha svolto la sua funzione di controllo. E' un organismo tecnico, presieduto da sempre da illustri giuristi, e di cui fanno parte attualmente persone che non ho nominato io. Quando hanno avuto piena conoscenza dei fatti e preso atto di tutti gli elementi - continua nella sua analisi il presidente Federcalcio - i membri della Commissione di vigilanza hanno denunciato le violazioni riscontrate. Dunque, tutto è avvenuto nel rispetto delle regole che ci siamo date e nella massima traspa- renza». Anche se nonjo dice apertamente («non posso parlare in libertà alla vigilia di una giunta del Coni così importante»), a Carraro è spiaciuto soprattutto il tentativo di strumentalizzazione politica della vicenda. Si ricorda bene il presidente quell'affermazione di Gianfranco Fini regalata ai cronisti al caffè della Versiliana («Carraro per me, e lo dico da cittadino appassionato di calcio, deve andarsene»). Allora, pieno luglio, a scaldare la piazza era il caso Catania. Poi è entrato in scena l'affaire-fidejussioni ed ecco sfi- lare tutti i colonnelli di An contro il leader Figc. Un coro assordante («dimissioni») al quale si sono per altro affiancati esponenti centristi e Ds. «Appare chiaro - è il giudizio di Carraro - che la posizione di An è determinata dal caso Catania. Io al riguardo sostengo che si tratta di un problema di competenze, e sono convinto che queste competenze alla fine passeranno al Tar del Lazio. Questo per quanto concerne il cammino della giustizia amministrativa extrasportiva. Ma a me preme richiamare il dato essenziale, e cioè che la competenza naturale dovrebbe essere degli organismi sportivi. Se si fosse rispettato prima questo principio oggi non saremmo al punto in cui nostro malgrado ci troviamo». Sulla linea dura di An, Carraro non vuole andare oltre, nemmeno con gli amici. «Io mi auguro semplicemente che non tutti i partiti la pensino così. E mi auguro che, in un clima di ritrovata serenità, anche An cambi posizione». In sostanza, Carraro fa voti perché da un lato - e il governo sta lavorando in questa direzione - lo sport possa tornare a essere garantito nella sua giurisdizione; dall'altro, che anche il tornado delle fidejussioni possa transitare senza sfasciare la casa del calcio pronta a celebrare i suoi campionati. L'ipotesi dimissioni non lo ha mai sfiorato: il suo traguardo è completare il mandato, passare la mano senza traumi quando verrà il giorno. D'altronde, ricorda Carraro salutando gli amici del golf, non è stato lui a incoronarsi presidente. Sono passati meno di due anni, era venerdì 28 dicembre 2001: Carraro eletto presidente Figc con il 91,75 per cento dei voti dei delegati. Quella nomina chiudeva una vacanza di potere lunga più di un anno. «E' che allora - sorride finalmente il presidente - di anni ne avevo 62, oggi due in più, e non sono stati certo leggeri». [r. s.] Jjgktife La Covisoc ™" ha svolto la sua funzione di controllo. E' un organismo tecnico di cui fanno parte membri che non ho nominato io Tutto è avvenuto nella massima AA trasparenza ^ZJ /^jC La posizione "" di An è dovuta al caso Catania 10 sostengo che si tratta di un problema di competenze 11 dato essenziale è che la competenza dovrebbe restare agli organismi sportivi w Il pm Maria Cristina Palaia conduce le indagini sullo scandalo delle fidejussioni fantasma Nei prossimi giorni firmerà i primi avvisi di garanzia che, con tutta probabilità, saranno cinque

Luoghi citati: Catania, Italia, Lazio, Portogallo, Roma, Sardegna