E' cieco, l'Inps gli nega l'indennità

E' cieco, l'Inps gli nega l'indennità MENOMATO DALLA NASCITA, LAVORA IN UN ENTE PUBBLICO. L'AVVOCATO CHIEDE 700 MILA C DI ARRETRATI E' cieco, l'Inps gli nega l'indennità Un anno fa la sentenza del giudice: dategli 3000 ^ al mese Alberto Caino Un invalido civile, cieco dalla nascita, ha chiesto e ottenuto da un giudice del lavoro il riconoscimento di un'indennità superiore a quella corrisposta dall'Inps. Cinque volte superiore, da 633 euro a 3.104,95 al mese: quanto spetta ai grandi invalidi di guerra cui la sentenza del giudice Vincenzo Ciocchetti ha equiparato l'indennità di «accompagnamento e di assistenza» liquidata dal 1982 a E. F., centralinista in un ente pubblico. L'Inps «resiste» e, a un anno dalla «sentenza-pilota», l'avvocato dell'invabdo, il legale perugino Massimo Rabagliati, specializzatosi in questo genere di cause, si è rivolto a un secondo giudice, questa volta dell'esecuzione. Il dottor Vincenzo Toscano ha in un primo momento autorizzato un pignoramento parziale e, nelle scorse settimane, riformato la precedente ordinanza trasformandola nel!'«obbligo e dovere» per l'Inps «di calcolare quanto previsto dalla sentenza di primo grado e di pagare entro breve tempo». Solo per gli arretrati l'avvocato di E. F. chiede 700 mila euro. «Calcoli che non stanno né in cielo né in terra. - protesta Giovanni Battista Celoria, direttore della sede torinese dell'Inps -. Non paghiamo perché riteniamo di poter vincere in appello, fissato il 24 settembre». Ma l'ordinanza del giudice Toscano dice che dovete calcolare e pagare. «Non mi risulta che autorizzi il pignoramento». Vero, fa carico a voi di provvedere, come il giudice di primo grado. «Alcuni magistrati ci hanno dato torto in queste cause, molti di più ci hanno dato ragione. La stessa Cassazione si è già pronunciata due volte a nostro favore». Visto dall'alto dei vertiginosi e traballanti bilanci dell'Inps, si riesce a comprendere il braccio di ferro legale, cui l'ente ha costretto il suo dipendente e assistito: fosse travolta la linea del Piave, i ricorsi si moltiplicherebbero. Il caso è giuridicamente controverso, ma almeno sul piano sociale i ciechi invalidi civili totali hanno motivi seri per chiedere indennità più dignitose. Dipende dalle condizioni economiche familiari, ma di questi tempi 'di meno figli, fratelli e nipoti e una pohtica del welf are compressa l'allarme sociale non può essere ignorato. Resta da vedere se spetti all'Inps o al governo provvedere. «Certo è che l'ente resiste a colpi di cavilli a ogni nostro tentativo di esercitare il diritto riconosciutoci da ormai due giudici - protesta l'avvocato Rabagliati -. Almeno così fa la sede torinese. Quella di Ivrea ha perso un'analoga causa e ci ha rapidamente liquidato gli arretrati calcolati in 145 mila euro». «Quel signore - controprotesta il direttore Celoria - appartiene alla fascia 15, cioè ha un regolare lavoro. Vuole pure l'indennità sostitutiva dell'accompagnatore (che è un militare) del grande invalido di guerra. Comunque, se dovremo pagare, pagheremo». Il giudice Toscano ha eccepito che la sentenza di primo grado non sarebbe poi così chiara, ma ha poi stabilito che «l'Inps versa da tempo in una situazione di illiceità per la non ottemperanza delle sentenza (art. 388 codice penale, reato perseguibile a querela) e per l'elusione del giudicato». L'Ente pubblico resiste «Calcoli che non stanno né in cielo né in terra In appello, a settembre vinceremo questa causa» Se il Tribunale desse ragione all'invalido l'Istituto di Previdenza sarebbe travolto da una pioggia di ricorsi

Persone citate: Alberto Caino, Celoria, Giovanni Battista, Massimo Rabagliati, Rabagliati, Toscano, Vincenzo Ciocchetti, Vincenzo Toscano

Luoghi citati: Ivrea