Macario, l'uomo che cambiò la Cis di Giuseppe Berta

Macario, l'uomo che cambiò la Cis UN LIBRO AL GIORNO Macario, l'uomo che cambiò la Cis Giuseppe Berta IL genere della biografia non è fra i più praticati per affrontare la storia del sindacato italiano. Fra coloro che ricorrono agli itinerari biografici dei dirigenti sindacali per tracciare anche un ritratto meno ufficiale e più mosso dell'organizzazione dei lavoratori vi è Mario Dellacqua, che da molti anni sta conducendo una personale e impegnativa ricognizione delle vicende del sindacalismo piemontese di matrice cattolica. In passato, Dellacqua si è misurato con la storia di uno dei sindacalisti più popolari di Torino dopo l'Autunno caldo. Cesare Delpiano, a lungo segretario della Cisl locale. Ora Dellacqua ha dedicato la sua attenzione a un'altra figura venuta dal retroterra sociale cattolico del Piemonte, ma che compì la sua carriera fuori dei confini della sua regione d'origine. Luigi Macario è stato un personaggio importante nell'evoluzione della Cisl dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. Nato in campagna, adAndezeno, nel 1920, dopo la seconda guerra mondiale divenne organizzatore dei postelegrafonici, per approdare abbastanza presto a responsabilità romane, finendo con l'apparire, agli occhi dei più, come una sorta di braccio secolare del fondatore e leader della Cisl Giulio Pastore. Per molti Macario è stato soprattutto un abile - e talvolta anche spregiudicato - gestore dell'organizzazione intema del sindacato, investito di compiti delicati e cospicui, ma che non dovevano ritagliargli un ruolo pubblico di prima grandezza. Dellacqua intende invece mostrare che Macario non fu soltanto un uomo dell'organizzazione, ma anche un innovatore della politica sindacale, nella stagione epica in cui l'unità di Cgil, Cisl e Uil sembrò a un passo dal realizzarsi. Nei suoi spostamenti dal centro confederale alle segreterie delle varie categorie, il sindacalista piemontese svolse un fondamentale ruolo di tessitura fra le generazioni. Alla guida dei metalmeccanici della Fmi durante l'autunno del 1969, Macario prestò la propria autorevolezza, anche generazionale, a Pierre Camiti e agli altri esponenti di un sindacalismo industriale nuovo, aggressivo e militante. Più tardi, alla fine del decennio Settanta, Macario ripetè l'operazione al vertice della Cisl, cedendo ancora una volta la leadership a Camiti nel 1979, per concludere la propria camera da parlamentare democristiano e morire nel 1994. Dellacqua ha probabilmente ragione a voler riaccendere l'interesse su protagonisti oggi dimenticati della vicenda sindacale. Ed è buono il metodo di fare ricorso alle esperienze personali per ricostruire con pagine minuziose e accurate un universo sociale e, in senso lato, politico che è rapidamente scomparso. Nuoce tuttavia all'esito finale della sua ricerca un'adesione - si vorrebbe quasi dire di principio - alle posizioni e ai punti di vista sostenuti nel tempo dai personaggi che studia. Qui e là, l'assenza di distacco e di analisi critica degli avvenimenti rischia di limitare la capacità di interpretazione storica. LUIGI MACARIO Mario Dellacqua Luigi Macario. Un fondatore e un innovatore del sindacalismo italiano Edizioni Lavoro 353 pagine. 13 euro

Luoghi citati: Cis, Piemonte, Torino