Quella proposta già avviata dimenticata in un cassetto di Antonella Rampino

Quella proposta già avviata dimenticata in un cassetto MAGISTRATURA INDIGNATA. PERPLESSI ANCHE I COSTITUZIONALISTI COME CONSO E FISICHELLA Quella proposta già avviata dimenticata in un cassetto .'azzurro Gargani: «Dov'è lo scandalo? Fu lo stesso D'Alema nel 1999 a dare il via libera ad una indagine su Tangentopoli» retroscena Antonella Rampino ROMA IRRITAZIONE, indignazione, sconcerto. E qualche autorevolissima risata, come quella dell'ex presidente della Consulta Giovanni Conso, sul «caldo di cui soffriamo tutti». Che è tutto quel che si riesce a strappare anche al costituzionahsta (e vicepresidente del Senato) Domenico Fisichella. Il quale, con i refoli di guerra che spirano nell'alleanza di governo, però si aspetta di tutto e di più; ((vedremo a settembre», mette le mani avanti. Ecco, a caldo, l'idea laliciata dal portavoce ufficiale di Forza Italia Sandro Bondi, un uomo che stimò da solo la propria vicinanza al premier decidendo di trasferirsi a vivere ad Arcore, vien presa terribilmente sul serio dal Palazzo. E dalla magistratura. Tuoni e fulmini del Csm, dopo l'incredulità (testualmente: «Non ci posso credere») di VirgUio Rognoni. Tuoni e fulmini anche dalle più moderate delle associazioni di categoria, come il segretario del Movimento per la giustizia Armando Spataro, «Le parole di Bondi sono incredibili e offensive non solo per la magistratura ma per la democrazia». Perché certo, immaginare che sia pure solo una parte dei giudici «trami» per «il sovvertimento delle istituzioni democratiche», sobillata «dalla sinistra» ed in «combutta con gruppi editoriali, come ormai sa la maggioranza degli italiani», è come se il Bondi dalle sembianze di colomba si fosse a parole fatto falco. E Bondi nega, fortissimamente nega, di aver parlato con Berlusconi o con Previti, «no, no, e che bisogno ne avrei avuto?». Ma il bello si scopre nel tardo pomeriggio. Quando i colleghi di govemo ricordano al povero Bondi, che ha appena scatenato l'ira dei centristi e di Alleanza nazionale, che quella idea è già in cammino, è già passata a commissioni congiunte (Giustizia e Affari costituzionah) su apposito disegno di legge Nitto Palma (il deputato che per primo lanciò l'immunità per Berlusconi), con l'ostilità fermissima di tutta l'opposizione, ma i voti certi sia di Alleanza nazionale che dell'Udc. E' quella che i giornalisti si ostinano a chiamare «commissione d'inchiesta su Tangentopoli», e che invece risulta agli atti come «commissione d'inchiesta sull'uso politico della magistratura». La distinzione non è da poco perch'i, rileva Conso, «una cosa è una commissione d'inchiesta su una oggettività, una cosa è fare dei riferimenti soggettivi». Ovvero, «per esempio la commissione Telekom Serbia, magari avrà sotto sotto intenti politici, ma non sono stati esplicitati ncll'istituirla». Infatti, lo scivolone di Bondi sta proprio in questo: pur tra mille polemiche e la contrarietà dell'opposizione, e finita comunque in un cassetto dopo un breve passaggio in aula alla Camera, la commissione d'inchiesta su Tangentopoli aveva un oggetto, la corruzione degli anni Novanta. Bisogna notare che il ddl Nitto Palma-Saponara poi prende corpo come testo unico di commissione dopo che ben 7 ddl erano stati presentati, e di questi tre del centrosinistra: Marco Boato, Soda-Caldarola, Buemi. «Infatti non capisco tanto scandalo» nota malizioso il responsabile Giustizia di Forza Italia Giuseppe Gargani, «vi siete tutti dimenticati che fu Massimo D'Alema, alla nascita del suo governo-bis, a dare il via libera in Senato, era il 22 dicembre del 1999, alla commissione su Tangentopoli». Gargani, naturalmente, fa il suo proprio gic 'e. Se è per questo, il primo a parlarne, nonostante avesse tra i suoi bon-mot di pohtico «in Italia quando non si vuole accertare nulla si istituisce una commissione», fu Bettino Craxi, nel 1992. Ieri sera, era proprio Bobo Craxi a sottolineare che «Bondi ha passato il limite». E il giallo nel giallo, con Udc, An, associazioni di magistrati e opposizione che ieri scatenavano la bufera, p^r lunghe ore è stato: ma Bondi parla per conto di Berlusconi? «Sì», confermano dal più stretto entourage del premier, «il discorso di Bondi è serissimo». Pochi minuti, e le agenzie battevano il sostegno al portavoce di Forza Italia dai fedelissimi del Cavaliere: nell'ordine. Schifarli, Vito, Cantoni. «Il polverone è nato perché Bondi l'ha detto con parole sue, e senza far riferimento al ddl che c'è già in Parlamento» sospira Fabrizio Cicchitto. Ma quel disegno di legge che era finito in un cassetto da Montecitorio, verrà ritirato fuori a settembre (ecco la notizia), sulla scia di un'ineluttabile contingenza: il quadro che i magistrati di Milano hanno tracciato sulla lobby degli affari «che è diventata govemo». Ma il punto, e si vedrà a settembre, è che da quando tutti nella Cdl erano d'accordo su una commissione d'inchiesta limitata agli anni di Tangentopoli, è mutato il clima politico nell'alleanza. Disegnare teoremi sulla «magistratura eversiva delle istituzioni democratiche» di certo non sarà digerito dai centristi, e potrebbe risvegliare il drago in sonno, l'anima giustizialista di Alleanza nazionale. Specie se, sul piatto, ci saranno anche la legge Gasparri e la riforma delle pensioni. Carlo Rognoni vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura si limita a dire: «Non ci posso credere...» A settembre si ripartirà dal disegno di legge Nitto Palma-Saponara L'ingresso del Palazzo di Giustizia di Milano: nel mirino della maggioranza ci sono i magistrati politicizzati

Luoghi citati: Arcore, Italia, Milano, Roma, Serbia