Il Cda della Rai dà il via libera al diaitale terrestre di Maria Grazia Bruzzone

Il Cda della Rai dà il via libera al diaitale terrestre LA DECISIONE PRESA ALL'UNANIMITÀ. IL PIANO PARTIRÀ IN AUTUNNO Il Cda della Rai dà il via libera al diaitale terrestre Cattaneo autorizzato ad acquisire «gruppi sistematici di frequenze» Maria Grazia Bruzzone ROMA Avanti con giudizio sul digitale Rai. Dell'acquisto delle nuove frequenze dalle tv locali si riparlerà, come insisteva a chiedere il presidente Annunziata, in autunno, quando il direttore generale Cattaneo dovrà presentare al cda uno schema di acquisizioni per singole aree geografiche di copertura. Questo il compromesso raggiunto dopo che il cda ha rinunciato a dare il via libera anche all'unico contratto di acquisto proposto da Cattaneo. In compenso il dg ha visto approvato (all'unanimità) il piano per l'acquisto degli impianti che dovranno trasformare le reti analogiche terrestri in reti digitali. Costo: 80 milioni di euro da sborsare in varie tranches per raggiungere la copertura del 500Zo della popolazione entro la fine dell'anno. Così l'esito della riunione, protrattasi per buona parte della giornata, alla fine ha soddisfatto tutti. Anche il ministro Gasparri, il quale si spinge a congratularsi con la Rai, «che svolgerà ancora una volta un ruolo di guida nel processo di modernizzazione del paese». Eppure a tarda mattina i toni, a quel che e dato sapere, sono stati «molto accesi». In paiticolàre, quando la discussione è planata sull'acquisto delle frequenze di Tv Set, l'unica tv locale sopravvissuta all'elenco ben più nutrito che Cattaneo aveva proposto al cda di martedì scorso. Il contratto del quale il dg chiedeva la ratifica valeva 3.5 milioni di euro. Ma il punto era un altro. Ed emergeva quando il cda si rendeva conto che Tv Set, emittente veneta, faceva capo in realtà alla Telegestioni WWC di Giuseppe Ruffoni, società di Cinisello Balsamo che realizza programi per televendita e raccoglie la pubblicità in esclusiva per diverse antenne, oltre a Tv Set la ligure Euromixer, la laziale Telelupa e Tv7 Lombardia, l'emittente di Cinisello che fino al '96 (quando si chiamava in realtà Lombardia 7) era stata di proprietà del deputato di Forza Italia Paolo Romani. Poi Romani l'aveva venduta a una concessionaria, anche se qualche anno dopo era stato tirato in ballo dai successivi proprietari, nel frattempo finiti agli arresti in una torbida vicenda che aveva coinvolto anche il figlio del sindaco forzista di Bergamo. Nemmeno questo era però il punto. Il nocciolo della questione era che Telegestioni (con Tv Lombardia) figuravano già nell'elenco di emittenti dalle quali acquisire frequenze che il cda aveva già stoppato nella riunione di martedì scorso. Il prezzo proposto, 124 milioni per tutto il pacchetto, 24 per le sole antenne di Telegestioni, era sembrato al cda «esorbitante». E i consiglieri, responsabili anche legalmente delle delibere, avevano voluto vederci più chiaro. Dubbi esplicitati dal presidente davanti alla commissione di Vigilanza. Finché ieri il cda si è imputato su Tv Set e ha fermato tutto, chieden- do a Cattaneo di predisporre le offerte dei vari concorrenti area per area, in modo da avere modo e tempo valutare la migliore e informarsi sulla proprietà. Al dunque hanno vinto insomma le perplessità. Annunziata gioisce. Un rinvio all'autunno dell'acquisizione frequenze è quel che aveva chiesto fin dall'inizio. Nel frattempo arriveranno anche le frequenze (per la copertura del 100Zo della popolazione) che il ministero dovrà fornire alla Rai secondo 1'«accordo di programma» che proprio ieri il cda ha ratificato nella nuova versione, modificata a favore della tv pubblica. Gli impegni per la Rai diminuiscono (anche se gli impianti costeranno più del previsto). E ieri Cattaneo ha mostrato la nuova lettera del ministero del Tesoro, in cui Tremonti non si limita a riconoscere il credito della Rai per 123 milioni di euro, ma si impegna a farvi fronte «entro ottobre», subordinando tuttavia i fondi agli investimenti per le frequenze. Un vincolo che a viale Mazzini è stato giudicato singolare, visto che i crediti riguardavano gli stanziamenti per le trasmissioni con l'estero (per 80 milioni) e il resto faceva parte di crediti da canoni arretrati. Ma ci sarà tempo per parlarne. In auntunno, appunto. Quando il ddl Gasparri che obbliga la Rai ad accelerare i tempi sul digitale sarà discusso dalla Camera. Soddisfatto Gasparri «La tv di Stato svolgerà ancora un ruolo di guida nella modernizzazione del paese» Il Tesoro non solo ha riconosciuto i 123 milioni di debiti arretrati, ma si è impegnato a versarli entro ottobre

Luoghi citati: Bergamo, Cinisello Balsamo, Lombardia, Roma