Le vacanze di lavoro nei cantieri olimpici di Claudio Giacchino

Le vacanze di lavoro nei cantieri olimpici PRIMO SOPRALLUOGO SU TUTTI GLI IMPIANTI IN COSTRUZIONE Le vacanze di lavoro nei cantieri olimpici Già ben visibili i due tracciati più imponenti: la pista per il bob di Cesana e quella destinata al salto dal trampolino a Pragelato Claudio Giacchino D'agosto la montagna è sinonimo di vacanza. Ma, quest'anno, in Val Susa e Val Chisone, significa anche lavoro. Il lavoro di seicento uomini e trecento tra ruspe, gru e macchinari sparpagliati in ventiquattro cantieri. I cantieri che stanno «costruendo» le Olimpiadi a Pragelato, al Sestriere, a Cesana. Le opere sono ai primi passi, però alcune suggeriscono già un'idea di che cosa saranno gli impianti, quali scenari disegneranno nel febbraio del 2006, e quali eredità lasceranno finita la storica kermesse dei cinque cerchi. Visto dall'alto, a esempio, è di impressionante grandiosità l'area del trampolino del salto davanti alla distesa di case chiamata Pragelato. Al di là del ponticello sul Chisone, un enorme declivio ghiaioso nel cui grigio spiccano il giallo dei cassoni per le colate di cemento racconta che qui s'innalzeranno dal fianco della montagna il K95 e il KI20 (i numeri ne indicano l'altezza, ndr) i due scivoli lungo i quali si getteranno giù i saltatori per poi, dopo il volo, atterrare nell'arena circolare che costeggia il fiume. Adesso, l'area è un fervore di attività, a lato del pendio ghiaioso si stagliano grandi costole verdeggianti costellate simmetricamente di buchi circolari. Ognuno accoglierà le radici di un albero. «Ne pianteremo, a lavori finiti, 5600 - ha detto l'ingegner Mario Piovano, vicedirettore generale dell'Agenzia - per far sì che l'impianto sia assorbito dal verde e rispetti quandi al massimo l'ambiente». Oltre ai due trampolini, sulla destra per chi guarda la montagna, separati da una cortina di pianti, ne sorgeranno altri tre, più piccoli e denominati rispettivamente K15, K30 e K60; serviranno per gli allenamenti e fungeranno da attrattiva turistica, che il progetto «Trampolino olimpico» mira a trasformare Pragelato nel centro italiano per il salto. I trampolini saranno rivestiti da un materiale nuovo, una particolare ceramica che consentirà di usarli anche d'estate: «Si scivolerà sulla ceramica». Inoltre, è allo studio l'installazione, post Giochi, di uno speciale cavo sospeso nel vuoto e aggianciati al quale i turisti potranno sperimentare in totale sicurezza l'emozione provata dai saltatori quando si librano in aria dominando con lo sguardo il paese e tutta la valle, giù sin quasi a Pinerolo. Il cantiere ha un anno di vita; costruirà anche la struttura polivalente con cento letti, a fianco dell'arena circolare di atterraggio dei concorrenti olimpici. Costo globale delle opere, 34 milioni di euro, i lavori dureranno ancora quattordici mesi. Finiti invece al Sestriere quelli che hanno fatto nascere la stazione nivo-meteorologica. Voluta dal Toroc, il comitato organizzatore delle Olimpiadi, comincerà a servire la stazione invernale già in inverno. Edifi¬ cata in legno e rame proprio davanti alle piste, a pochi passi dalla partenza dello skilift del Cit Roc, dotata di otto postazioni, sarà un gioiellino tecnologico che, gestito dalla Regione, regalerà a tecnici e sciatori il quadro esatto, minuto per minuto, delle condizioni d'innevamento di tutti i tracciati della Via Lattea e delle condizioni del tempo. Se il cantiere di Pragelato è grande, gigantesco nella sua estensione è quello in attività a fianco della strada che dal Colle scende a Cesana, in prossimità di San Sicario. Qui, sul pendio, ruspe e nugoli di operai stanno lavorando alla Regina delle opere; la pista del bob. Per ora se ne intuisce solo la grandiosità guardando il reticolo di scavi e un serpentone grigio che zigzaga dall'alto per arrestarsi in una specie di pianoro; la sezione finale del tracciato che partirà 1435 metri più in alto, in un punto invisibile dal basso, dal punto d'arrivo. La pista servirà anche per le gare di slittino e skeleton, costerà 60 milioni di euro, richiederà lo spostamento di un oceano di terra. «Per l'esattezza - ha spiegato l'ingegner Piovano - saranno movi¬ mentati 150 mila metri cubici. Però, avverrà tutto qua, non una zolla sarà portata da fuori. Si stanno piantando i pali per le fondamenta, ne mettiamo quaranta al giorno». Pragelato e Cesana i cantieri più impegnativi e visibili. Però, in alto, sulle piste, al Sestriere (Panchette, Alpette, Fraiteve), a Bardonecchia, a San Sicario, altre decine di uomini sono all'opera per preparare i tracciati di gara e aumentare l'innevamento programmato: solo quest'ultima impresa comporta la posa di 35 chilometri di tubi. L'ennesima dimostrazione che tutto quanto ha a che vedere con le Olimpiadi è ciclopico. Finiti al Sestriere i lavori alla stazione nivo-meteorologica Entrerà in funzione già in inverno

Persone citate: Mario Piovano, Toroc