Fisichella e Trulli «Nel cuore di tutti» di Stefano Mancini

Fisichella e Trulli «Nel cuore di tutti» Fisichella e Trulli «Nel cuore di tutti» Stefano Mancini La Formula I nasce nel 1950 in Inghilterra. Tazio Nuvolari, il Mantovano volante, corre l'ultima gara nel 1950 a Palermo. Farà appena in tempo a essere testimone delle imprese di Farina, Fangio e Ascari, i pionieri della serie regina dell'automobilismo: morirà nel 1953 senza correre un solo Gran Premio. Ma il grande circo della Formula 1 gli è debitore lo stesso, perché chi comincia ha bisogno di un idolo, un mito, un simbolo di riferimento. Perché se oggi un pilota sudamericano si ispira ad Ayrton Senna e uno europeo ad Alain Prost, anche chi cominciava negli Anni 50 doveva avere un proprio personaggio da imitare. Anche «Nivola» ne aveva. Il 5 settembre 1904 assiste per la prima volta a una corsa automobilistica, il Circuito di Brescia, su un tracciato stradale che tocca anche Cremona e Mantova. Vede in azione Vincenzo Lancia, Nazzaro, Cagno, Hémery, Duray. Sono gli assi dell'epoca, che lo affascinano e svegliano in lui i cromosomi della velocità. Peccato che la storia dimentichi i suoi eroi. Nuvolari è stato cantato da Lucio Dalla e ricordato nei nomi 1i alcune vie d'Italia, ma il mito è stato dimenticato dai giovanotti della Formula 1. E non soltanto da loro. L'austriaco Niki Lauda, che ha 54 anni e tre titoli mondiali nel curriculum, dice di non conoscerne le gesta. A Frank Williams, storico fondatore e patron dell'omonima scuderia che quest'anno contende la vittoria finale alla Ferrari nei mondiale piloti e costruttori, il nome di Nuvolari è bea noto: «Un grande personaggio e un bravissimo pilota, ma tanto tempo fa. Non so che cosa vinse». Tra i campioni d'oggi le idee sono confuse. «Nuvolari? Sì, mi pare che sia stato l'ultimo italiano a vincere il campionato di Formula 1». Così Giancarlo Fisichella, ottimo talento e debole memoria: quello era Ascari. «Certo - si corregge - è stato uno dei primi grandi campioni dell'automobilismo. Ha fatto la storia del nostro sport ed è stato l'ultimo grande mito amato da tutti». «Ne ho sentito parlare e lo ritengo ancora un simbolo, anche se sono trascorsi tanti anni - spiega Jarno Trulli, altro rampollo dell'ItalFormulal -. E' un campione nel cuore degli italiani, conosciuto nel mondo». Rubens Barrichello è sincero: «Io sono brasiliano, ho 31 anni e sono cresciuto seguendo le imprese dei campioni miei connazionali: prima Emerson Fittipaldi, poi Nelson Piquet, più di recente Ayrton Senna. I miei personaggi di riferimento sono loro. Se mi pronunciate il nome di Nuvolari io lo associo a quello di un grandissimo campione di un passato che non ho conosciuto. A Maranello gli hanno persino dedicato una strada». Il pilota romano Giancarlo Fisichella

Luoghi citati: Brescia, Inghilterra, Italia, Mantova, Maranello, Palermo