Pyongyang accusa Chung è stato ucciso dai nazionalisti di Seul di Francesco Sisci

Pyongyang accusa Chung è stato ucciso dai nazionalisti di Seul IL FIGLIO SUICIDA DEL FONDATORE DELLA HYUNDAI Pyongyang accusa Chung è stato ucciso dai nazionalisti di Seul Il manager morto era sotto inchiesta per aver convinto a suon di dollari la Corea del Nord all'incontro che segnò l'inizio del disgelo Francesco Sisci PECHINO Per la Corea del sud, e i suoi vicini, la storia è già come quella italiana del suicidio di Calvi impiccatosi, forse, sotto il ponte dei frati neri a Londra, o l'uccisione di Sindona, assassinato con una tazzina di caffè avvelenato. A solo poche ore dal salto nel vuoto con cui il presidente della Hyundai Chung Monghun si è tolto la vita lunedì a Seul, Pyongyang ieri ha rotto il silenzio accusando l'opposizione di essere l'artefice della fine del magnate. «La morte di Chung non è stato un suicidio nel vero senso della parola - ha scritto l'agenzia ufficiale Nord Coreana KCNA - ma un assassinio commesso dal Consiglio indipendente della Sud Corea e dalla maggiore forza di opposizione il Grande partito nazionale, i quali contrastano i progressi nella questione Inter coreana». Il messaggio è sibillino in più di un senso. Il Consiglio indipendente sta conducendo una indagine sul fatto che la Hyundai di Chung avrebbe segretamente pagato 500 milioni di dollari nel 2000 per rendere possibile lo storico vertice tra il leader del nord Kim Jong-il e l'allora presidente del sud Kim Dae-jung. In questa luce quella che era apparsa come una grande vittoria politica per Kim Daejung, prova che una politica di distensione con Pyongyang dava dei risultati, diverrebbe oggi una vile compravendita, un atto che di politico ha poco e niente: il Nord si prende i soldi, il Sud un impegno di facciata, ma di reale, niente. La questione ha poi riflessi immediati sul presente. L'attuale presidente del Sud Roh Moo-hyun è erede della politica conciliatoria di Kim Dae- Jung. Oggi Roh rappresenta la maggiore forza internazionale dietro i tentativi per una soluzione pacifica con il Nord, che da novembre ha annunciato la ripresa del suo programma nucleare. Se si provasse che il vertice del 2000 non tradiva alcun impegno vero del Nord, oggi la politica di conciliazione di Roh sarebbe più che mai senza basi. Questo ha un peso enorme a livello internazionale, visto che solo la settimana scorsa il Sud ha annunciato che il Nord aveva accettato colloqui multilaterali in Cina con Usa, Giappone, Russia e Sud Corea, per fermare il programma di riarmo nucleare di Pyongyang. Il Nord del resto forse non si rende conto di uscire rimpicciolito da questo suo comunicato. Ci sono pochi dubbi infatti che Pyongyang abbia effettivamente ricevuto del denaro prima del vertice, e il suicidio stesso di Chung sembra un'ammissione. Chung si sarebbe ucciso, come hanno fatto tanti altri funzionari alti o bassi in Asia, per coprire loro superiori, in questo caso l'ex presidente. Ma se il Nord accusa l'opposizione al sud di aver spinto al suicidio Chung, dice anche che il modo di trattare con Pyongyang è uno solo: buste e mazzette. Ma si può veramente trattare con un governo che chiede in tutti i modi solo riscatti in cambio di ricatti? Nel breve termine potrebbe funzionare, perché gli Usa, oggi con le mani più che piene de le questioni dell'Afghanistan e dell'Iraq, non vogliono finire imbrogliati anche in Nord Corea. Ma se si conferma che il Nord vuole solo i soldi del Sud senza cambiare niente, a Seul questa linea potrebbe riportare in auge le fortune di coloro che per decenni sono stati al potere proprio ventilando la minaccia nord coreana. Costoro sono gli uomini dei vecchi conglomerati industriali le Chaebol, usciti sconfitti dalla crisi finanziaria del 1997. Invece, dietro gli sforzi di conciliazione con il Nord ci sono gli uomini che vorrebbero riformare l'economia del Sud, uomini come Roh, avvocato senza una laurea, in un Paese che idolatra i titoli di studio, e leader sindacale, lì dove dominano gli industriali. In questo contesto la Hyundai di Chung, una volta più grande impresa del Paese, voleva assecondare il cambiamento e aveva rotto il fronte delle altre Chaebol... anche nella speranza di ottenere da Pyongyang lucrosi contratti per lo sviluppo del Nord Corea. Era questa la grande partita: corrompere tutto il nord, non solo un ristretto gruppo di gerarchi, ma portare l'economia di mercato a Pyongyang, e farla cambiare come è cambiata la Cina. Se però cambiassero poi gli equilibri, se il Sud abbandonasse l'idea di una conciliazione con il Nord, tutto questo diverrebbe impossibile. Inoltre, la posizione conciliante cinese si indebolirebbe, e si rafforzerebbe a livello internazionale il partito dei falchi anti Pyongyang e potrebbe arrivare un tempo di rischiose rese dei conti contro ricatti e riscatti. Il povero Chung con il suo tuffo nel vuoto invece dà munizioni alle colombe. Come prima di lui il generale giapponese Tojo si assunse ogni colpa per la seconda guerra mondiale e assolse l'imperatore Hirohito, oggi Chung uccidendosi ha tagliato i fili che avrebbero portato a Kim Dae-jung e al suo successore. Questi legami ora saranno più difficili da annodare, ma la partita non è chiusa. Anche perché proprio le accuse arrivate ieri dal Nord portano allo scoperto quel grande gioco il cui queste ultime eredità di guerra fredda si mischiano a corse al potere, a sfide economiche e politiche interne e intemazionali, e a rincorse per un nuovo equilibrio in Asia orientale. A questo doveva pensare il 54 enne Chung scagliatosi nel vuoto. Alla luce delle indagini sullo storico vertice quella che era apparsa come una grande vittoria politica di Kim Dae-jung acquista l'immagine di una compravendita che svuota di contenuti politici l'apertura del vicino comunista La vicenda ha riflessi immediati sul presente L'attuale presidente del Sud Roh Moo-hyun è l'erede dell'azione conciliatoria del predecessore: se i giudici dovessero raggiungere un verdetto negativo la sua politica ne sarebbe travolta Se verrà assodato che il Nord vuole soltanto i soldi senza offrire nulla in cambio, a trarne vantaggio sarà il vecchio gruppo di potere del Sud che ha sempre osteggiato ogni forma di dialogo Due immagini della cerimonia funebre per Chung Mong-hun

Persone citate: Chung Mong-hun, Kim Dae- Jung, Kim Dae-jung, Kim Jong-il, Sindona, Tojo