Cellulari-bomba Negli aeroporti Usa scatta rallarme di Paolo Mastrolilli

Cellulari-bomba Negli aeroporti Usa scatta rallarme PER CIA ED FBI SONO LA NUOVA POSSIBILE MINACCIA DI AL QAEDA Cellulari-bomba Negli aeroporti Usa scatta rallarme Controlli anche su macchine fotografiche digitali, computer portatili e lettori di Cd. Rafforzate le misure di sicurezza in tutti gli scali italiani Paolo Mastrolilli NEW YORK Bombe nascoste dentro comuni apparecchi elettronici come computer, cellulari, macchine fotografiche, lettori di CD, flash e radioline: l'ultimo allarme lanciato dalle autorità americane alle compagnie aeree evoca questo spettro, proprio tre giorni dopo la minaccia del vice di Osama bin Laden di tornare a colpire. L'avvertimento è partito dal Department of Homeland Security, ossia il nuovo ministero della sicurezza nazionale guidato da Tom Ridge, e si basa sui risultati delle indagini fatte negli ultimi due mesi dalla Cia e dall'Fbi. Durante i raid e le perquisizioni compiute all'interno delle basi di Al Qaeda in Paesi non precisati ma fuori dall'Afghanistan, gli agenti hanno trovato vari prototipi pronti all'uso. C'erano flash modificati per funzionare come pistole e vari apparecchi elettronici riempiti di esplosivo. Inoltre gli investigatori americani hanno intercettato comunicazioni tra presunti terroristi in cui si parlava dell' uso di questi nuovi strumenti per aggirare i controlli negli aeroporti americani, mentre altri indizi fanno temere anche l'impiego di animali-giocattolo trasformati in bombe. Le autorità americane sostengono di non avere informazioni di intelligence precise su attacchi già organizzati o tentati con questi mezzi, e per ora hanno deciso di non alzare il livello di allerta nazionale oltre il colore giallo. Ma dal punto di vista metodologico li ritengono possibili, visto che Al Qaeda si è impegnata a costruire gli ordigni. Le compagnie aeree degli Stati Uniti già fanno controlli molto accurati sugli strumenti elettronici. I computer, in particolare, passano sempre attraverso i raggi X e spesso vengono aperti per dimostrare che funzionano. D'ora in poi, però, le verifiche aumenteranno e saranno allargate anche ad altri oggetti molto comuni, come i cellulari e le radioline. Questo provvedimento probabilmente allungherà ancora le code ai banchi dell'accettazione e alle porte d'imbarco, e si somma a quello che nei giorni scorsi ha vietato il transito senza visto attraverso gli aeroporti americani. Le autorità Usa, infatti, temono che i terroristi approfittino di queste soste di passaggio per entrare nel Paese o tentare attentati. A Roma il Viminale dice di essere al corrente delle minacce che riguardano anche l'Italia e di avere già preso tutte le misure di sicurezza possibili. I controlli negli aeroporti, ai banchi del checkin, sui bagagli, sui documenti, nei cambi di turno sono già rafforzati da tempo. Qualche settimana fa si era parlato del timore che i terroristi cercassero di colpire il Paese usando un aereo proveniente dalla Croazia, e il ministero dell'Interno è concentrato anche sulla minaccia di attacchi agli interessi italiani all' estero. L'allarme americano per nuovi attentati, già lanciato nelle settimane scorse dal governo Usa, è stato rafforzato anche da alcuni sviluppi sul piano investigativo. Ieri, infatti, si è saputo che a marzo l'Fbi aveva arrestato a Manhattan Uzair Paracha, un cittadino pakistano di 23 anni accusato di avere contatti con Al Qaeda. Paracha aveva studiato economia negli Stati Uniti, e poi aveva aperto un'agenzia per vendere proprietà agli immigrati pakistani che tornavano in patria. Gli agenti gli hanno messo le manette nel suo ufficio grazie a informazioni ottenute da Khalid Shaikh Mohammed, il capo militare dell'organizzazione di Osama bin Laden arrestato proprio in Pakistan. Gli investigatori sospettano Paracha di aver aiutato membri di Al Qaeda a entrare negli Usa e cercare materiali per armi chimiche. Suo padre, Saifullah, aveva una compagnia per esportare tessuti da Karachi a Newark, nel New Jersey, ed è stato arrestato nei giorni scorsi dalla polizia di Islamabad. L'Fbi teme che potesse usare i cargo con cui spediva la sua merce via mare per trafugare negli Stati Uniti armi o esplosivi. Sabato, invece, gli agenti del Federai Bureau of Investigation sono andati nella città saudita di Jedda per interrogare ancora Omar al-Bayoumi, un uomo d'affari che aveva aiutato Khaled alMihdhar e Nawaf al-Hazmi, due dirottatori dell'I 1 settembre. Il suo nome è riemerso come presunto collegamento tra il governo di Riad e Al Qaeda nelle 28 pagine del rapporto congressuale sugli attacchi al Pentagono e alle Torri Gemelle tenute segrete dalla Casa Bianca. L'Ingresso, il piano terreno e il primo piano dell'Hotel Marrlot di Giakarta devastati dall'esplosione dell'autobomba che ha ucciso 14 persone e ne ha ferite 150

Persone citate: Khaled Almihdhar, Khalid Shaikh Mohammed, Osama Bin Laden, Paracha, Tom Ridge