Magano convoca un vertice al ministero di Federico Monga

Magano convoca un vertice al ministero Magano convoca un vertice al ministero Domani udienza al Tribunale. La Borsa prende tempo sul delisting Federico Monga Parola d'ordine: cercare di salvare gli obbligazionisti. Il caso Cirio è destinato a prolungarsi ancora nel tempo. Questa settimana si presenta importante ma non definitiva. Si sta muovendo tutto il sistema, quello che il presidente Giovanni Fontana, il giorno della richiesta di liquidazione, aveva accusato di non aver tentato ogni strada possibile per evitare di far passare il gruppo agroalimentare attraverso i tribunali. Il passo più evidente, ieri, lo ha fatto il governo, coinvolto in prima persona nelle decisioni dell'amministrazione straordinaria. Il ministro per le Attività Produttive ha convocato per oggi pomeriggio un incontro. Allo stesso tavolo siederanno tutte le parti interessate. Di fronte al sottosegretario Mario Valducci ci saranno i vertici della Cirio del Monte Spa, l'Associazione bancaria italiana, i rappresentanti dei sindacati agroindustria e le organizzazioni di categoria Confagricoltura, Coldiretti e Cia. La riunione avverrà alla vigilia dell'udienza durante la quale il tribunale dovrebbe decidere se accettare la richiesta di accesso alla legge Prodi e avviare, di fatto, l'iter. I manager Cirio ribadiranno che è ancora possibile arrivare ad un intervento capace di aiutare il gruppo ma anche i detentori dei bond. Spiegheranno anche che soluzioni, un po' posticce, tipo l'affitto degli impianti non possono certo raggiungere il duplice obiettivo. Anzi consentirebbero a chi subentra di comandare spendendo poco o nulla. Non è un caso che, quando si arrivi ad una pesante crisi come quella Cirio, una delle prime offerte sia proprio quella dell'affitto. Proposta, per altro, già fatta nell'aprile scorso e rifiutata da Roberto Colavolpe SC. Marzano, Banca d'Italia e advisor sono consapevoli che la soluzione migliore sarebbe quella di trovare un gruppo di imprenditori pronti ad acquistare, a subentrare nella gestione. Ubaldo Livolsi continua i contatti con le banche per migliorare e aggiungere al piano messo a punto con Rothschild quelle somme necessarie, non eccessive, a dare qualche soldo in più agli obbligazionisti. Sul piatto c'è sempre la proposta di Ronchi, supportata da una lettera di garanzia ma non ancora da un affidavit di Bpn Paribas. Oggi però non sarebbe, più l'unica in mano all'advisor milanese. E, parallelamente, continuano i sondaggi nei confronti di altri imprenditori del settore disposti a entrare, da proprietari, nel gruppo. Le banche continuano a dirsi pronte a finanziare un partner industriale ma vogliono maggiori garanzie. In questa direzione ci sarebbero segnali positivi. Le finestre per intervenire anche durante l'amministrazione straordinaria ci sono. Non è detto dunque che la svolta debba essere trovata in tempi brevissimi. «Un intervento del sistema finanziario - ha detto ima fonte dell'agenzia Reuter - potrà arrivare solo durante l'amministrazione straordinaria». Si profila dunque, anche sotto la spinta di governo e autorità di vigilanza, la ricerca di un imprenditori, supportato da banche, in grado di non lasciare per ultimi i bondholders. Prima dell'avvio vero e proprio della legge Prodi c'è ancora tempo. Domani il tribunale emetterà la prima sentenza: o sancirà il fallimento, ipotesi improbabile, o chiederà al ministro per le Attività Produttive di nominare uno o più commissari giudiziali. Prima dell'amministrazione straordinaria passeranno ancora un paio di mesi. Entro trenta giorni i commissari dovranno scrivere una relazione. Il tribunale avrà poi un altro mese di tempo per decidere e dare il via al lavoro dei commissari straordinari. In definitiva c'è la volontà di non far precipitare le cose e avviarsi verso procedure in grado di tutelare il risparmio, in tal senso sono da interpretare anche le indiscrezioni da fonte finanziaria che vorrebbero Borsa Italiana , orientata, a prendersi del tempo prima di decidere sulla cancellazione del titolo. Una mossa, nei giorni scorsi data come imminente, per la quale invece ci sono 18 mesi di tempo. I ministro alle Attività produttive Antonio Marzano

Persone citate: Antonio Marzano, Giovanni Fontana, Mario Valducci, Marzano, Proposta, Roberto Colavolpe, Ronchi, Rothschild, Ubaldo Livolsi