Maroni: «Non toccheremo le pensioni di anzianità»

Maroni: «Non toccheremo le pensioni di anzianità» IL MINISTRO «I SINDACATI STIANO TRANQUILLI, SULLA PREVIDENZA CI SARA' IL DIALOGO» Maroni: «Non toccheremo le pensioni di anzianità» ROMA A settembre il confronto con le parti sociali sulla previdenza sarà vero, il governo non si presenterà con decisioni già prese sugli interventi da attuare e soprattutto non ha intenzione di toccare le pensioni di anzianità. A rassicurare il segretario generale della Cisl Savino Pezzetta, che sabato ha espresso proprio questi timori, sono stati il ministro del Welfare Roberto Maroni e il vicemi-' nistro dell'Economia Mario Baldassarri. Maroni ieri ha mandato un chiaro messaggio di distensione: «Il dialogo sulle pensioni ci sarà, i sindacati e i pensionati possono andare in vacanza tranquilli, non interverremo sull'anzianità, non ci sarà nessun autunno bestiale, semmai sarà interessante per il dialogo sociale». Il ministro leghista ha definito «stupidaggini» le voci che vogliono un intervento sull'anzianità: «Abbiamo preso un preciso impegno è intendiamo rispettarlo, ci sarà un confronto sul metodo, come è sempre avvenuto e come continuerà ad avvenire». L'obiettivo del governo ((resta l'innalzamento dell'età pensionabile, come previsto dalla delega, ma solo grazie ad un sistema di incentivi a rimanere al lavoro». Distensione dunque anche nella compagine di governo. Maroni ha smentito dissidi con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: «Stia- Il ministro del Welfare, Roberto Maroni mo lavorando assieme e in grande armonia, la realtà è quella di un confronto molto tranquillo, sereno, basato sui numeri e su proposte largamente condivise da me e da Tremonti, il resto sono fantasie ferragostane». Baldassarri ha invece avvertito: «Facciamo attenzione alle monomanie», perché per rilanciare «lo sviluppo serve una strategia ampia, non limitata alla sola riforma previdenziale». Questa la scaletta temuta dai sindacati: prima il lavoro dei tecnici, poi a fine agosto un nuovo incontro con Tremonti per mettere a punto la proposta del governo, quindi ai primi di settembre la discussione all'interno della maggioranza per il via libero politico. Solo a questo punto entrerebbero in campo i sindacati e le altre parti sociali, con il timore che a quel punto i giochi siano già fatti. Ma Baldassarri spiega che le cose non andranno così. «Sul Dpef c'è scritto con chiarezza che prima c'è una valutazione collegiale del governo e poi i tavoli con le parti sociali, solo alla fine, dopo il passaggio con le parti sociali, il governo assumerà comunque le sue decisioni, ma non prima», afferma. Rocco Buttigliene, ministro per le Politiche Comunitarie e presidente dell'Udc, mette subito in chiaro che il suo partito si metterà di traverso rispetto ad ogni intervento sul sistema previdenziale che possa penalizzare i dipendenti pubblici. «La nostra linea sulle pensioni è semplice spiega -. Non vediamo alcun motivo per punire i dipendenti pubblici. Serve un sistema equo per tutti. E l'idea che i dipendenti pubblici siano fannulloni e che consumino inutilmente le risorse del Paese e per questo vadano colpiti non la condividiamo, hanno pari diritti e doveri rispetto agli altri. Misure punitive non avrebbero il nostro consenso». E infine Buttigliene avverte: «Non cerchiamo contrapposizioni artificiose, magari cercando di difendere interessi particolari, ma voghamo cominciare a parlare di sviluppo. L'Italia sta perdendo più degli altri competitività. Siamo attaccati da paesi nuovi e dobbiamo attrezzarci per fare cose che loro non sanno fare». Come? Puntando su «ricerca e sviluppo». [r. e. s.]

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