Nei guai l'importatore di baby-campioni di Alberto Gaino

Nei guai l'importatore di baby-campioni Nei guai l'importatore di baby-campioni Titolare di una scuola calcio indagato per violazione della legge Bossi-Fini Alberto Gaino L'accusa è assai pesante, ma il processo è ancora lontano e il signor Franco Melotti, antico attaccante del Modena in serie B, ha tutto il tempo per provare che non ha lucrato sull'arrivo in Italia, grazie a permessi di soggiorno per motivi di studio, di giovani e non troppo belle speranze calcistiche niente meno che dall'Austraha. Immigrazione quanto mai singolare e irregolare, tanto da far scattare nell'inchiesta promossa nei confronti di Melotti dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, oltre che la contestazione di falso in atto pubblico, quella gravissima prevista prima dalla legge Turco-Napolitano e poi dalla Bossi-Fini per gh sfruttatori di clandestini extracomunitari. Da 4 ai 12 anni di pen^. «Le vede le mie mani. Sono quelle di un iperteso. Con questa storia cominciata con l'Accademia del Calcio di Gigi Gabetto, per via dei ragazzi giapponesi che erano venuti su (ma io là ero solo un dipendente e mia moghe Carla la cuoca), mi ha preso una ... Qui in corso Agnelli si sono presentati già quattro volte (i vigili urbani, quelli del fuoco, i poliziotti,..). Hanno rimirato quell'auto lì, la vede?, un'Alfa 164 immatricolata nel 1986. Fa ancora la sua figura e mi hanno detto "lei sì che se la spassa". Ma sa quanto l'ho pagata? Tremila euro, l'anno scorso». Franco Melotti si sbraccia con una certa flemma tutta emiliana (a Torino è approdato per amor della moghe) nel cortile dell'interno 109, di fronte al basso fabbricato che l'intraprendente talent scout-manager-istruttore di calcio ha trasfonnato nella residenza per i giovani ospiti della sua «Torino International soccer school». Pure lui e la moghe abitano lì condividendo la sala «ristorante», il lungo corridoio (appena ritinteggiato di verde campo di calcio che non esiste più) e gh altri servizi comuni. Nella prima stanza, adagiato su un letto un po' troppo sfatto, c'è un lungagnone che viene da New York. Nino è figlio di emigranti avellinesi negh States. Papà e mamma pagano il suo stage calcistico a Torino, rette da 400 a 550 euro il mese, un po' di più a sentire i vicini di casa. Ma degh americani la magistratura manco sa (recente acqui¬ sizione, da giramondo del soccer giovanile Melotti è riuscito ad accreditarsi un po' da quehe parti sedendo sulla panchina della squadra americana al Tomeo di Viareggio). I guai gh derivano dall'aver aggirato la normativa dei permessi di soggiorno avendoh chiesti per motivi di studio prima al consolato italiano di Brisbane e poi alla questura di Torino. Solo che l'iscrizione dei canguroni australiani (una dozzina, nati fra l'82 e il 1984, tutti maggiorenni o quasi) a una scuola tecnica privata e a un centro linguistico non si è tradotta in frequentazione dei corsi. «L'ho scoperto un mese dopo - dice lui e ho telefonato ai parenti, mica volevo prendermi la responsabilità. Sa che mi hanno risposto? "Faccia lei". Ma come ce h potevo mandare a forza i ragazzi?». Sulla parete trasformata in vetrina del talent scout campeggiano le foto di Gattuso («l'ho scoperto che aveva 14 anni») e di altri meno noti giovani professionisti del calcio (Calalo, Sarh, Cada, l'irlandese Bradley). Melotti è uno che fa la spola fra i nuovi continenti del calcio e la terra promessa del soccer. «Sa che le dico? Qui vogliono imparare qualcosa e poi emigrare verso l'Inghilterra». Poi l'ultima orgoghosa confidenza. «Vincenzo Creila l'ho portato io, la prima volta in Italia dall'Australia, ma il Torino non lo volle. Adesso vale mihoni di euro». ragazzi australiani ottenevano il visto per motivi di studio Ma in classe non si sono mai visti L'accusato si difende «Non lo faccio certo per arricchirmi E non dimenticate che ho lanciato Gattuso» ìén •^ ^