Viva il cioccolato, «puro» anche in etichetta di Gigi Padovani
Viva il cioccolato, «puro» anche in etichetta ENTRA OGGI IN VIGORE LA NORMATIVA EUROPEA MIGLIORATA DALL'ITALIA: CHI METTE I GRASSI VEGETALI NON PUÒ' FREGIARSI DEL NUOVO MARCHIO Viva il cioccolato, «puro» anche in etichetta Gigi Padovani UNA volta tanto, da una battaglia persa è nato un effetto positivo. L'avevamo definita la «guerra europea» del cioccolato, con i paesi mediterranei (Italia e Spagna) impegnati a contrastare una direttiva comunitaria del 2000 in cui si consente di inseiire grassi vegetali - fino al 5 per cento - nelle tavolette del «cibo degli dei». Dopo una lunga disfida legale, il nostro paese fu sconfitto e nell'Unione europea vinse la linea delle nazioni nordiche (specie l'Inghilterra) dove burro di Illipè, olio di palma, burro di karitè o nocciolo di mango entrano nelle barrette per renderle più morbide e malleabili. Per chi non conosce la differenza, il burro di cacao è ottenuto dalla spremitura delle fave che arrivano da paesi lontani ed è im grasso nobile, purissimo e caro. Gli altri grassi sono meno costosi e hanno un punto di fusione più basso, così da facilitare la produzione del cioccolato su scala industriale. L'allarme contro i «grassi vegetali che rovinano il cacao» fu lanciato soprattutto dagli artigiani. E così il governo e il Parlamento itahano, in sede di recepimento delle norme europee, hanno trovato il modo per migliorare la Direttiva e tutelare di più i consumatori: nell'articolo 6 del decreto legislativo 12 giugno 2003 numero 178, pur dando il via libera a quel 5 per cento sostitutivo del burro di cacao, hanno permesso di inserire in etichetta «il termine "puro" - recita la legge che oggi entra in vigore - abbinato al termine "cioccolato" in aggiunta o integrazione alle denominazioni di vendita». Al di là della terminologia un po' tecnica, la notizia è questa; da settembre, tenete d'occhio l'etichetta di praline, tartufi, tavolette e barrette. Se ci sono aggiunti oh vari (che non sono nocivi, attenzione, ma rendono meno «nobile» il prodotto) deve essere scritto e se la percentuale è superiore a quel 5 "/o, il prodotto non potrà più essere definito «cioccolato», ma ricadrà nella vecchia terminologia dei «surrogati». Se l'azienda o l'artigiano vuole sottolineare il proprio rigore, può gridare in etichetta quel «cioccolato puro» per la gioia di noi adoratori (categoria in netto aumento) di «Theobroma Cacao». E' vero, il periodo ferragostano non induce al consumo delle delizie fondenti - consiglio: tenete le praline in frigo, in questo periodo - però da settembre tutti i supermercati avranno, assicurano le aziende itahane aderenti all'Aidi (l'Associazione di Confindustria delle imprese dolciarie), le nuove confezioni con la scritta magica. Anche perché da sempre le industrie più serie hanno evitato di usare questi grassi, come gli artigiani «chocomaker» più noti, dai toscani De Bondt, Amedei, Mannori ai piemontesi Gobino e Bessone, al siciliano Bonaiuto. Assicura Vincenzo Montuori, amministratore delegato della Caffarel - azienda che ha inventato il gianduiotto e ne produce 5 milioni di pezzi l'anno - ; «In Italia le aziende non usavano già prima della legge i grassi vegetali per il cioccolato Ma da settembre anche noi, per rendere più tranquillo il consumatore, inseriremo la parola "puro" in etichetta». Esulta anche Roberto Bava, presidente da qualche mese della Compagnia del Cioccolato - l'associazione di intenditori di tavolette ed affini con circa duemila soci che dal '95 si batte per migliorare cultura e conoscenza del «cibo degli dei» - : «viva il cioccolato puro. Se riconosci l'altro, grazie all'etichetta, lo eviti». Fin qui, dunque, tutto chiaro. Ieri da Roma Cna e Cònfartigianato, sostenuti anche da Legambiente, hanno lanciato un'altra richiesta al ministro Alemanno; chiedono l'istituzione della Sgt (Specialità Tradizionale Garantita) per «Antico Cioccolato Artigianale», con un disciplinare molto rigido, che ad esempio vieta la lecitina di soia (a rischio Qgm). Encomiabile iniziativa. Speriamo però di non dover leggere troppo prima di abbandonarci alle piacevoli sensazioni che offre un buon quadratino fondente. Una «fontana al cacao» della rassegna «CioccolaTò» della scorsa primavera
Persone citate: Alemanno, Bessone, Bonaiuto, De Bondt, Gobino, Mannori, Roberto Bava, Vincenzo Montuori
Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Legambiente, Roma, Spagna
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