Putin accusa i terroristi ceceni

Putin accusa i terroristi ceceni SALITI A 41 I MORTI NELLA STRAGE KAMIKAZE NELL'OSSEZIA DEL NORD Putin accusa i terroristi ceceni E i russi chiedono il ripristino della pena di morte MOSCA Cresce il numero dei morti - ieri sono diventati 41, e ancora ci sono sei dispersi - e cresce il tono delle polemiche sui buchi della rete di sicurezza nel Caucaso russo dopo l'ultima strage kamikaze d'impronta islamico-cecena che venerdì ha devastato l'ospedale militare di Mozdok, nella regione autonoma dell'Ossezia del Nord. Ieri il presidente Vladimir Putin ha fatto sentire la sua voce. Senza anetrare di un millimetro dalla propria strategia, ha diffuso un messaggio nel quale ha implicitamente accusato la guerriglia islamico-indipendentista cecena di voler «destabilizzare il Caucaso del Nord», ma ha assicurato che «la disumana crudeltà dei tenoristi» non riuscirà a «fermare il processo politico» nella regione. Un processo che prevede la riaffermazione dell'appartenenza della Cecenia alla Russia in un quadro di ampia autonomia ed elezioni locali entro ottobre, ma continua a escludere - a dispetto dello stillicidio di violenze e attentati qualsiasi negoziato con le milizie indipendentiste. Circa 1300 persone si sono alternate per l'intera giornata tra le macerie dell'ospedale di Mozdok: una palazzina di quattro piani disintegrata dal camion bomba lanciato venerdì sera da almeno un tenorista suicida tra le maghe dei posti di guardia che avrebbero dovuto difendere la più importante base militare russa a ridosso dell'insanguinato fronte ceceno. L'esplosione - di potenza pari a una tonnellata di tritolo - ha aperto un cratere profondo quattro metri e ha lasciato solo rovine. Rovine dalle quah sono stati estratti decine di corpi, di militari e di civili. Intanto un altro potenziale massacro è stato sventato a Grozny, nella vicina Cecenia, grazie al ritrovamento in extremis di un sofisticato ordigno al plastico, disinnescato quando era ormai pronto a esplodere. La catena degh attentati - e degh attacchi suicidi, che dal Caucaso si sono propagati negh ultimi mesi fino al cuore della Russia - è del resto ormai lunga. In queste ore nuove misure di sicurezza sono state adottate per proteggere obiettivi sensibUi anche nella lontana Mosca, dove già da 20 giorni è transennata e in gran parte chiusa ai visitatori la Piazza Rossa, dopo l'eccidio perpetrato da due giovani kamikaze cecene il 5 lugho nell'aerodromo di Tushino, affollato per un raduno rock. Ma è proprio sulla tenuta della rete di sicurezza che si moltiplicano le perplessità. Il presidente Putin ha convocato ieri mattina al Cremlino il capo dei servizi segreti federah (Fsb), Nikolai Patrushev, e il procuratore generale della Russia, Vladimir Ustinov. E ha inviato in Ossezia il fido ministro della Difesa Serghiei Ivanov. Incaricato di non guardare in faccia a nessuno, Ivanov ha subito sospeso dall'incarico il comandante della guarnigione di Mozdok e denunciato omissioni e possibili complicità all'interno della base e della direzione sanitaria dell'ospedale colpito. L'indagine, ha detto, si concentra ora sulla caccia ai mandanti (che gli inquirenti identificano con i vertici militari della guerriglia cecena, già dichiaratamente responsabili di azioni analoghe malgrado le prese di distanza del loro leader pohtico Aslan Maskhadov), ma anche sulle violazioni degh ordini nei ranghi militari. Violazioni tanto più gravi se è vero, come affermato dal vice-procuratore Serghiei Fridinski, che i comandi locali erano stati allertati in anticipo sulla minaccia del camion bomba. Sul fronte pohtico, la strage ha ridato fiato ai sostenitori della pena di morte, accantonata in Russia da otto anni in base a una moratoria decisa da Boris Eltsin, confermata da Putin ma contestata da esponenti comunisti, ultranazionalisti, ma anche di altre tendenze. Come il leader della sinistra «moderata» Aman Tuleiev, governatore della regione siberiana di Kemerovo, che ieri ha suggerito l'esecuzione pubbhca di tutti gh organizzatori di atti di tenorismo. [Ansa] Il presidente manda a Mozdok il suo fidato ministro Ivanov per indagini e rimozioni Sventato a Grozny un altro potenziale massacro con un ordigno al plastico I soccorritori scavano tra le macerie dell'ospedale di Mozdok, distrutto da un camion-bomba della guerriglia cecena L'attentato è stato propiziato dalle scarse misure di sicurezza intorno alla base russa dove sorgeva l'ospedale

Luoghi citati: Cecenia, Grozny, Mosca, Russia