«Provvedimento inutile Un alibi per certi politici» di A. Mar.
«Provvedimento inutile Un alibi per certi politici» PARLANO CUSANI E SEGIO, DELL'ASSOCIAZIONE «LIBERI» «Provvedimento inutile Un alibi per certi politici» «Come si può pensare che 160 giudici di sorveglianza possano esaminare 30 mila detenuti? Presto scoppierà la rivolta nelle celle» intervista MILANO UN indulticchio»: così Sergio Cusani e Sergio Segio definiscono il testo appena approvato dal Senato che si appresta («Ma finché non vediamo non crediamo», dicono) a diventare legge dopo l'approvazione definitiva da parte della Camera. Il protagonista del più celebre processo di Mani Pulite e l'ex terrorista di Prima Linea impegnati da anni, con l'associazione «Liberi», sul problema della carceri non hanno dubbi nel bocciare come «inutile» la norma in dirittura d'arrivo. Indulticchio, perché? «Perché è un provvedimento dagli effetti risibili se non nulli che riguarda una parte minima della popolazione carceraria. E per di più si tratta di benefici del tutto eventuali per cui non è previsto alcun automatismo. Per come questo progetto è stato ridotto non risolve niente». Allora ha fatto male il centrosinistra a votarlo? Ha torto un'associazione come Antigone che lo definisce uun segnale in controtendenza per affrontare la situazione di sovraffollamento»? «Se ragioniamo in termini di "riduzione del danno", ogni provvedimento è meglio del nulla. Ma le esclusioni poste dal testo di legge rendono impossibile ridurre in modo sensibile la popolazione carceraria. Il problema non sono i pedofili, che sono pochissimi; il problema sono i cosiddetti "delinquenti abituali": tutti i tossicodipendenti che stanno in carcere sono definiti così e quindi nessuno di loro, e sono tantissimi, avrà la possibilità di uscire. E poi c'è quel collo di bottiglia rappresentato dalla magistratura di sorveglianza...» In che senso? Perché costituisce un ingorgo burocratico o perché ha poca propensione a concedere i benefici? «Innanzitutto i numeri: è impossibile pensare che 160 giudici di sorveghanza possano esaminare rapidamente trentamila posizioni; e poi la scelta della discrezionalità farà sì che il provvedimento venga applicato a macchia di leopardo, a seconda della propensione dei giudici a concedere pene alternative o della possibilità logistica che queste pene possano essere applicate. In sintesi, con questo "indulticchio", non uscirà dal cercere un detenuto in più rispetto a quelli che già oggi, con le norme in vigore, sarebbero comunque usciti». Possibile? Possibile che la montagna di un aspro dibattito politico durato mesi abbia partito un topolino, per di più inutile? «Sì, secondo noi è proprio così. C'è stato un sovraccarico di tensione politica attorno a un provvedimento che non servirà. Si è Svolta in Parlamento una battaglia per la visibilità politica di alcuni partiti che, ripetiamo, non ha nulla a che vedere con i problemi veri del carcere. E che presenta anche un rischio ulteriore». Quale? «Che la politica si senta adesso a posto e che per i prossimi due anni non faccia più attenzione alla situazione drammatica della popolazione carceraria italiana». Però nelle carceri ci sono proteste, scioperi per sollecitare questa legge... ((Attenzione, non è proprio così. Nelle carceri, come Rebibbia i detenuti protestano per chiedere un vero provvedimento di clemenza. Quan- , do vedranno cosa porterà una simile legge, cioè il nulla o quasi, la delusione sarà pesante». Quindi secondo voi il prò-. blema carcere potrà esplodere da un momento all'altro? «Sicuramente, e in modo ben più drammatico di quanto è stato finora». [a. mar.]
Persone citate: Quan, Segio, Sergio Cusani, Sergio Segio
Luoghi citati: Milano
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