ILLEGALE DEL GIORNALE di Marcello SorgiGrazia LongoEmanuela Minucci

ILLEGALE DEL GIORNALE ILLEGALE DEL GIORNALE Marcello Sorgi VITTORIO Chiusano non è stato solo uno dei maggiori penalisti italiani, un giurista di grande saggezza del cui consiglio si era avvalso più di un governo, il presidente della Juve molto amato dai suoi tifosi per la sincera passione sportiva e la simpatia delle sue periodiche apparizioni in tv. Era anche, per noi della Stampa, l'avvocato del giornale, il nostro difensore, il garante del lavoro dei cronisti sulla frontiera più difficile e delicata: i processi, il diritto di informare, il dovere professionale di dare le notizie superando spesso ostacoli, segreti e interventi d'autorità. In questo specifico lavoro, una parte, solo ima parte dell'impegno di un legale chiamato sempre a occuparsi dei principali casi giudiziari italiani, Chiusano si spendeva con impegno e con una carica di umanità che lo avevano reso, in breve, non solo un collaboratore, ma un amico dei giornalisti e un protagonista, a suo modo, dei momenti più importanti della vita del giornale. La carriera di Chiusano, di cui riferiamo all'interno, in 50 anni di vita forense era passata per tutti o quasi i grandi processi (rinunciò solo, ma lo fece a malincuore, alla difesa di Andreotti). Ma una stagione, sopra tutte, lo aveva segnato: quella di Mani pulite. E non soltanto per il coinvolgimento, come imputati, di dirigenti della Fiat ai quali l'avvocato era legato da consuetudini e sentimenti personali, ma per la sensazione, che Chiusano confessava apertamente, di disagio per un meccanismo giudiziario in cui l'equilibrio tra accusa e difesa s'era rotto, e l'uso de carcere come strumento di inquisizione in certi casi rasentava la barbarie. Chiusano fu in questo anticipatore di un largo ripensamento, di una rivisitazione critica su quella stagione che adesso, a dieci anni dal '93, accompagna il ricordo e le celebrazioni. Capitava sovente di riparlarne, di questi tempi, alternando le riflessioni alla puntuale rassegna delle pendenze processuali del giornale. Alla fine di queste riunioni (l'ultima era fissata proprio il giorno in cui Chiusano è entrato in clinica) il direttore chiedeva all'avvocato: «Ma non è che qualcuno dei nostri, un giorno o l'altro, finisce dentro?». «Non si preoccupi rispondeva Chiusano con un sorriso -: in carcere, piuttosto, ci vado io». UMBERTO AGNELLI: UN GRANDE PERSONAGGIO «Con lui Torino e l'Italia perdono un cittadino attento all'interesse generale ed un vero sportivo» Grazia Longo e Emanuela Minucci A PAGINA 10

Persone citate: Andreotti, Chiusano

Luoghi citati: Italia, Torino