Schiacciato tra le tenaglie di un robot di Massimiliano Peggio

Schiacciato tra le tenaglie di un robot L'INCIDENTE IERI MATTINA NELLO STABILIMENTO DI CARMAGNOLA. PROCLAMATO SUBITO UNO SCIOPERO DAI SINDACATI Schiacciato tra le tenaglie di un robot Tragedia alla «Teksid alluminio», muore un operaio di 55 anni Massimiliano Peggio I colleghi delle officine hanno depositato un mazzo di fiori accanto al macchinario dove ieri mattina Marco Vettori, 55 anni, ha perso la vita, schiacciato tra le tenaglie di un robot. Non si è accorto di nulla: non ha avuto nemmeno il tempo di chiedere aiuto. La tragedia è avvenuta poco prima delle 7, in uno degli stabilimenti Teksid alluminio di Carmagnola, dove già nelle settimane scorse si era verificato un grave infortunio: una donna era stata travolta da un carrello elevatore durante una manovra. In quella occasione i lavoratori avevano deciso di incrociare le braccia in segno di protesta, per le condizioni di lavoro: anche ieri le linee di produzione si sono fermate per un giorno. A dare l'allarme è stato un operaio che lavorava non lonta¬ no dal posto assegnato a Marco Vettori: ha trovato il suo il corpo riverso sul macchinario, in un lago di sangue. Una scena straziante. «L'addetto dell'infermeria aziendale ha tentato disperatamente di rianimarlo, ma era evidente che per lui ormai non c'era più nulla da fare. Qualche minuto dopo sono arrivati anche i soccorritori del 118, purtroppo hanno solo potuto constatare il decesso del povero collega», racconta Silvestro Pinna, delegato della Fiom. I rappresentanti sindacali hanno subito indetto uno sciopero giornaliero, su tutti i tre turni di lavoro, per 1400 dipendenti. La Teksid è passata nei mesi scorsi dalla costellazione Fiat alla finanziaria americana Questore: Marco Vettori era un operaio «storico», passato due anni fa al settore alluminio dopo la chiusura degli stabilimenti della ghisa. Era addetto al controllo del macchi¬ nario che trasporta i pezzi già lavorati (collettori di scarico per vetture) nelle varie fase di finitura e pulizia. Processi automatizzati di routine, eseguiti da robot in serie, controllati in ogni istante da un operaio. «Lui lavorava lì, al nuovo impianto di prelevamento dei pezzi con le braccia meccaniche, installato di recente per facilitare le operazioni di scarico dei prodotti», spiega Pinna. Probabilmente qualcosa è andato storno nella fase di lavorazione: stando ai racconti degli altri operai. Marco Vettori avrebbe tentato di sistemare da solo un pezzo inceppato, non accorgendosi dell'imminente pericolo che incombeva sulla sua testa. Così si è avvicinato al macchinario, dove c'era l'intoppo, ma le tenaglie in funzione lo hanno schiacciato, senza dargli scampo. Una distrazione fatale? Un'imprudenza? Un guasto improvviso? «Ol¬ tre a testimoniare il dolore per la perdita del collega, i dipendenti della Teksid hanno deciso di scioperare per protesta, per chiedere all'azienda e alla magistratura di fare piena luce sull'incidente», spiega Pietro Passarino, della Fiom. In più. adesso, si sollevano anche perplessità sulle condizioni di sicurezza all'interno della fabbrica. «In poco tempo si sono verificati due casi, di cui uno mortale: probabilmente i piani di prevenzione hanno bisogno di essere rivisti e aggiornati». Già nelle settimane scorse si era verificato un grave infortunio nello stabilimento Teksid di Carmagnola: una donna era stata travolta da un carrello elevatore durante una manovra In quella occasione i lavoratori avevano deciso di incrociare le braccia in segno di protesta perle condizioni di lavoro

Persone citate: Marco Vettori, Pietro Passarino, Pinna, Silvestro Pinna

Luoghi citati: Carmagnola