Rievocazione della storica battaglia
Rievocazione della storica battaglia Rievocazione della storica battaglia Domenica 20, il Gruppo Pietro Micca in costume celebra la vittoria del Piemonte sulle truppe francesi ERA il mattino del 20 luglio 1747. Un cavaliere tutto impolverato giungeva a Palazzo Reale per portare al Re di Sardegna una beta novella: sul Colle dell'Assietta, la sera prima, le truppe austro-piemontesi avevano sbaragliato le armate franco-spagnole. Domenica 20 lugho, lo stesso giorno di 256 anni dopo, l'associazione Festa del Piemont al Còl ed l'Assieta rievoca l'eroica battaglia, proprio lì dovè si consumo: a 2500 metri di altitudine, sullo spartiacque che divide la Valle di Susa dalla Val Chisone. Perché la resistenza gloriosa dei Piemontesi per la difesa della propria terra merita di essere commemorata come pure non deve esaurirsi il ricordo dello spirito di sacrificio dei combattenti di ogni parte. Rievocare quel giorno, commemorare quella vittoria è per gh organizzatori un modo per mantenere in vita e promuovere lingua e cultura del Piemonte. Domenica, i più arditi raggiungeranno il Colle a piedi percorrendo i sentieri che si snodano dai due versanti. Mentre i più pigri risaliranno con l'automobile dalla Val di Susa sino a Meana e di qui al Colle deUe Finestre oppure, se partiranno dalla Val Chisone, si metteranno in viaggio da Fenestrelle (bivio di Dépòt) o da Balboutet (a Usseaux) diretti al Pian dell'Alpe e poi all'Assietta. Puntuali per l'alzabandiera delle 9,30. Presentata, alle 10,15, la 36a Festa del Piemont, la celebrazio- ne di quel 19 lugho del 1747 potrà avere inizio. La S. Messa verrà officiata al campo, in dialetto piemontese perché la manifestazione prevede anche un momento di raccoglimento, particolarmente rievocativo grazie alla partecipazione del Gruppo storico Pietro Micca con costumi d'epoca. Eu plein air, nell'area attomo alla casa Cantoniera a 1 km dal colle, proseguiranno i festeggiamenti: il pranzo della mezza e poi, dalle 14, i canti e le danze popolari. Tutto sino alle 17,30,1 ora del congedo, con la certezza di rivedersi il prossimo anno. Ma torniamo a quel 20 lugho di due secoli e mezzo fa. Il cavaliere impolverato si chiamava Francesco Fanissera. Era stato inviato a Torino dal conte Bricherasio. Il suo faticoso viaggio era cominciato la sera prima, fra le 8 e le 9, non appena la battaglia aveva avuto termine. Partito dal Gran Serin (vicino al Colle), era giunto a Palazzo Reale, passando per Susa e Avigliana. I suoi piedi avevano percorso una settantina di chilometri in undici ore. Esausto e malridotto, non ebbe l'ardire di presentarsi al cospetto del Re e allora dettò l'importante ambasciata al gentiluomo di servizio. Cioè quella nota, ancor oggi conservata alla Biblioteca Reale, che reca la data «20 lugho alle 8 del mattino» e l'intestazione «Avis de l'affaire du 19 juillet 1747...» e poi descrive sommariamente l'affare del giorno prima. Sommariamente perché a Carlo Emanuele HI interessava soltanto intascare una vittoria. In realtà la battagha fu aspra e impari: 13 battaghoni piemontesi contro 50 dell'esercito francese che scesi dal Mongìnevro si dirigevano verso Torino per conquistarla. Paola Gatti I figuranti in costume marciano sulla strada del Colle La scarica dì fucili durante la cerimonia Componenti della banda dell'esercito
Persone citate: Bricherasio, Carlo Emanuele, Paola Gatti I
Luoghi citati: Avigliana, Fenestrelle, Meana, Piemonte, Sardegna, Susa, Torino, Usseaux
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