Ma che vita sarebbe senza un parassita?

Ma che vita sarebbe senza un parassita? UNA MOSTRA A VIENNA Ma che vita sarebbe senza un parassita? IL SISTEMA DI «APPOGGIARSI» AD ALTRI PER L'ESISTENZA NON E' SOLO ASSAI DIFFUSO, MA SPESSO INDISPENSABILE Elena Giorgi PARASSITI: li detestiamo, ma per loro madre natura ha messo a punto una tra le strategie evolutive di maggiore successo. Basti pensare che sì tratta di una fonna di vita tra le più antiche e che oggi si stima che più del 50 per cento degli esseri viventi conducano una esistenza di tipo parassitario. «Quando parliamo di parassiti la gente pensa subito a malattie come la malaria: è un luogo comune ritenere che quello dei parassiti sia un problema di cui eventualmente preoccuparsi solo in caso si voglia fare una vacanza in una qualche località tropicale. Niente di più falso!», spiega Helmut Sattmann, zoologo presso il Museo di Storia Naturale di Vienna. E proprio per smentire questo luogo comune, Sattmann, insieme con i suoi collaboratori, ha dato un titolo molto eloquente ad una nuova mostra allestita nel suo Museo di Storia Naturale: «In mezzo- ai parassiti: ci riguarda tutti!», con un sottotitolo che contiene le provocatorie avvertenze per l'uso: «Non adatto alle costituzioni deboh!» In effetti una buona dose di nervi saldi è utile almeno in un paio di frangenti durante la visita: dalla vasca con le sanguisughe vive, alle immagini molto esplicite che illustrano l'operazione chirurgica necessaria per convincere un parassita lungo ben 12 centimetri ad abbandonare la zona oculare di un malcapitato paziente. Niente paura; oggi i casi in cui è richiesto l'intervento del chirurgo sono in realtà molto rari, grazie soprattutto alle norme igieniche più severe e alla pratica di cuocere scrupolosamente i cibi. Ciò non significa che i nostri contatti con i parassiti siano diminuiti: anzi, la maggior parte di noi ha condiviso almeno una volta nella vita uno di questi organismi con il proprio animale domestico. Quella parassitaria è una forma di vita che accomuna gruppi animali molto diversi tra loro: dai più piccoli (protozoi, batteri, virus e moltissimi insetti e vermi) ai più grandi (i pipistrelli "vampiri" per esempio, ma anche animali come il cuculo, che sfrutta le cure parentali di altri uccelli per far crescere i propri piccoli). «Le nostre conoscenze sui parassiti sono relativamente recenti - dice Sattmann - Fino a circa 200 anni fa erano noti solo quelli più grossi, visibili a occhio nudo, e comunque non se ne conosceva il ciclo vitale; si pensava per lo più che comparissero per generazione spontanea». Oggi sappiamo che questi organismi ci affliggono da millenni: ce n'erano, per esempio, nello stomaco di Oetzi, l'uomo dei ghiacci vissuto circa 5000 anni fa che fu ritrovato nel 1991, così come in alcuni escrementi umani fossilizzati. Non solo: gli esperti del campo sono riusciti a ricostruire i cicli vitali di svariati tipi di parassiti, por¬ tando alla luce strategie evolutive veramente sorprendenti. Uno tra i parassiti più incredibili è il Dicrocoelium lanceolatum (o distoma epatico piccolo), un piccolo verme che normalmente conduce la propria esistenza negli ovini, ma le cui larve passano da un ospite all'altro mediante astuzie da «agente 007»: le uova infatti si schiudono nelle ignare lumache che si nutrono degli escrementi di ovini infetti. Qui le larve si sviluppano e, dopo essersi moltiplicate per diversi stadi attraverso una riproduzione asessuata, vengono espulse attraverso la bava della lumaca di cui, a loro volta, si cibano le formiche. Veniamo così al "salto" più grosso, dall'insetto ospite nuovamente agli ovini. Lo stratagemma è davvero ingegnoso: all'interno della formica una larva in particolare la nostra "007" - si stacca dal gruppo per dirigersi al cervello dell'insetto e farlo impazzire. La formica infettata manifesta di conseguenza un comportamento del tutto anomalo: anziché rientrare nel formicaio resta per tutta la notte aggrappata a un filo d'erba. Il motivo? Farsi mangiare da un gregge in pascolo ovviamente, e "riconsegnare" in questo modo il gruppetto di larve al loro ospite originario. I parassiti dunque come piaga secolare? Tutt'altro. Non solo questi organismi rappresentano un tassello fondamentale neh' equilibrio ecologico del nostro pianeta, ma in alcuni casi il loro aiuto può rivelarsi addirittura indispensabile. È il caso della Lucilia sericata, una mosca le cui larve vengono utilizzate per accelerare la guarigione di ferite gravemente infette: queste larve infatti si nutrono dei tessuti decaduti intorno alla ferita, e come se non bastasse rilasciano sostanze in grado di inibire l'infezione. I risultati sono mighori di qualunque farmaco sintetico, tanto che vengono utilizzate anche in caso di ferite che altrimenti porterebbero all'amputazione dell'arto. "Dobbiamo superare il senso di ribrezzo legato ai parassiti", conclude Sattmann. "Essi sono in realtà importanti regolatori ecologici, e, d'altra parte, proviamo a riflettere anche sul nostro stesso tipo di vita; da dove ricaviamo alimenti fondamentali come il latte, le uova, il miele?" E infatti la mostra si conclude con un pannello molto significativo: dopo aver illustrato le più incredibili strategie parassitarie del mondo naturale, un grosso specchio con un punto interrogativo disegnato sopra saluta il visitatore. "Parassita umano?" è la domanda. L'istruttiva mostra "Inmitten Parasiten, es betrifft uns alle" resterà aperta presso il Museo di Storia Naturale di Vienna fino al gennaio del 2004. È accompagnata da varie iniziative parallele quali tour guidati della mostra, seminari sul tema e perfino un programma tutto dedicato ai bambini.

Persone citate: Elena Giorgi, Helmut Sattmann

Luoghi citati: Vienna