L'altra Venezia di Matvejevic

L'altra Venezia di Matvejevic L'altra Venezia di Matvejevic NEPPURE , Predrag Matvejevic, primo premio Strega europeo, ha saputo resistere. Troppo forte la pur rischiosa tentazione di raccontare Venezia: «Chiunque sia stato qui e abbia un qualsiasi legame con la letteratura ha ritenuto di dover mettere sulla carta qualche appunto, impressione, descrizione... E' una sventatezza, questa, che si paga a caro prezzo». Per non pagare né punto né poco, l'autore di Mediterraneo attua un'accorta strategia: sceglie la pista deU'Aitra Venezia, seguendola con scrupolo fin dal titolo, e fa scendere in campo a suo fianco lo scrittore napoletano Raffaele La Capria. Venezia è come Napoh - scrive il garante prefatore ottuagenario bisogna «disseppellirla dagli strati delle vecchie rappresentazioni che la coprono, bisogna farla venire alla luce con un'accurata archeologia deha mente». L'altra Venezia è quella che i turisti del «tutto compreso» non cercano e che gh stessi veneziani non vedono più. I giardini, per esempio. Anonimi o dai nomi altisonanti dei palazzi ai quah appartengono: Soranzo, Giustiniani Recanati, Gradenigo, Albrizzi... Chissà quah voghe, desideri, culture, avventurosi viaggi vi hanno portato il cipresso, la palma, il cedro del Libano, gelsomini e tamerici, «mu lam; dalla Cina, «kanisyon» dal RECEN■AlbSinig SIONE rto glia Giappone? «C'è migliore prova di cosmopohtismo nell'intero Mediterraneo?». Ancor più sorprendenti fiori, foghe e steli spuntano ovunque «sui muri e sotto i balconi, presso i pozzi e i recinti, tra le fessure dei masègni»: l'erba parietaria o muraiola, la cimbalaria, la morella, il trifoglio acquatico. Con un po' di attenzione individuate questa schiva flora urbica nei Tiepolo di Palazzo Labia, nel Tintoretto di San Rocco, nel Canaletto all'Accademia. Su altri capolavori tra un capriccio e un martire sono riprodotte sculture murali: pàtere e teste e leoni alati, seduti, trionfanti. Matvejevic-Sherlock Holmes indaga su disegni e manoscritti antichi poi va a caccia delle pietre vagabonde sui muri deha città. «In Campiello dei Guardiani si è ben conservato un bassorihevo con scene tratte dalla favola deha cicogna e deha volpe... Presso la scalinata di Ca' Molin si trovano due enormi uccelli di marmo greco... Il Ponte deUe Oche ha preso il nome dai grandi fenicotteri scolpiti in marmo sotto il parapetto». Dopo le erbe e le pietre, i venti: «Scirocco ciaro e tramontana scura, mèttite in porto senza paura», la bora che ha soffiato su molte leggende, i «refoli» del libeccio che violentano l'acqua e fomentano onde, il garbino, il dispettoso «sinibbio» che d'inverno «taglia la faccia e rade la guancia». Dopo le correnti d'aria che spirano tra calli e campi e «sotoporteghi», riscaldandoli o raffreddandoli in modo diverso, i «cocci»: anche l'autore raccolse a Burano una manciata di frammenti di terracotta, scarti delle ceramiche fabbricate dalla Serenissima Repubblica «sparsi da un estremo all'altro della Laguna» a rinforzare argini e fondamenta. Scoperte, verifiche, ancora scoperte: infaticabile nella spola fra antichi testi e carte geografiche e ricogniziom sul posto, Matvejevic conosce le barene e le correnti lagunari con pescatori e cacciatori, indaga la vita dei pah e delle «bricole», trova il luogo dove vanno a morire i gabbiani, racconta il recupero d'una galea del Trecento accanto ah'«isola che non c'è più». Dall'osservazione del naso strappato a una statua, di una bitta arrugginita, di un legno marcescente sgorga la storia veneziana, dai dogi a Manin e Tommaseo, e dei molti popoli che l'hanno vissuta: i turchi, i mori, gh ebrei di Spagna, gli «s'ciavom», cioè gh slavi, dalmati e morlacchi. «E' dall'osservazione delpartico- lare - avverte La Capria - che nasce la poesia». Qui si sbrighano la fantasia e la vena narrativa di un inteUettuale a suo agio con storici antichi, che cita Dante, Goethe, Rilke, Stendhal, Diirer e gioca col lettore a far-gh indovinare altri grandi citando: «passi tardi e lenti», (da morte a Venezia», (de quattro stagioni». E che rende omaggio a trenta anonimi disegnatori e incisori pubblicando le loro vedute, piante e prospettive veneziane, dal 1300 al 1700, custodite al Museo Correr. Per la seconda edizione meglio ripulire L'altra Venezia di alcuni accidenti: un romanesco «a Piazza San Marco», un «si è spesso solo», «un'altro» con l'apostrofo, il Quamaro che diventa Quarnero non si addicono a un piccolo libro di intensa cultura, di stimolante lettura. INDAGA COME UNO SHERLOCK HOLMES SU MANOSCRITTI E DISEGNI ANTICHI. POI VA A CACCIA DEGLI UCCELLI DI MARMO GRECO. PREFAZIONE DI LA CAPRIA Predrag Matvejevic v^1 Predrag Matvejevic, L'altra Venezia Garzanti, pp. 128, e 11.00 RACCONTO