Fìat, ricorso immediato per Arese di Susanna Marzolla

Fìat, ricorso immediato per Arese EPIFANI: PRESTO ALTRI SCONTRI. UILM: SENTENZA INAPPLICABILE. LA LOMBARDIA SPINGE PER UN POLO ECOLOGICO Fìat, ricorso immediato per Arese «Il giudice si basa su aspetti formali inesistenti» Susanna Marzolla MILANO «Siamo convinti delle nostre argomentazioni e quindi proporremo immediato ricorso contro il decreto». Due giorni dopo la sentenza del giudice del lavoro milanese che ha ordinato ((l'immediato rientro nello stabilimento di Arese delle linee produttive e di riammettere immediatamente i lavoratori sospesi nei rispettivi posti», la Fiat ha deciso di proporre appello contro il verdetto. Convinta che «la decisione del giudice sull'antisindacalità della cassa integrazione di Arese si basa su aspetti puramente formali, a nostro parere inesistenti e che comunque possono essere superati con semplici atti procedurali». Una visione opposta a quella dei sindacati che avevano avviato la causa (la Fiom di Milano e lo Slai Cobas) i quali sostengono che non solo lo stabilimento di Arese vada riaperto, ma che la Fiat dovrebbe pagare lo stipendio intero ai lavoratori fin da primo giorno di Cigs (il 9 dicembre dell'anno scorso). Maurizio Zipponi, segretario della Fiom milanese ha già calcolato quanto dovrebbero costare gli arretrati all'azienda: 14,4 milioni di euro. «Nessun arretrato - dichiara invece l'avvocato Giacinto Favaifi, legale della Fiat - il decreto del giudice non contiene alcuna condanna dell'azienda a pagare per il passato». Non solo: anche per ottenere il pagamento dello scarto tra cassa integrazione e salario lieno nel periodo necessario per e nuove procedure di Cigs (circa un mese) l'azienda informa che saranno necessarie cause individuali. Sempre per lo stesso motivo: nella sentenza non vi è alcun riferimento all'obbligo di questo pagamento. L'assistenza dei lavoratori in queste cause è l'unica cosa che al momento, sulla sentenza milanese, unisce i sindacati. Fim e Uilm, infatti, restano molto perplesse sulla sentenza. «Tuteleremo i lavoratori perché sia rispettato il decreto del giudice - dice Tonino Regazzi, segretario Uilm - ma resta un documento discutibile e soprattutto inapplicabile. Mi chiedo dove ci stia portando la magistratura del lavoro». Sentenza «in parte inapplicabile» anche secondo il segretario Fim Cosmano Spagnolo, che aggiunge: «La scelta di ricorrere al giudice è legittima ma sbagliata; la vera tutela dei lavoratori si esercita al tavolo negoziale con l'azienda». Che quella della trattativa sindacale sia la strada migliore ne è convinto anche Guglielmo Epifani, il segretario della Cgil: «Ma in questo caso - dice - il ricorso alla magistratura è diventato inevitabile, poiché sono state inibite le altre possibilità. La sentenza è un segnale chiaro: la Fiat deve rispettare le procedure e gli accordi nelle forme pattuite; se pensa di esserne al di sopra le conseguenze sono queste». Ma è proprio sul rispetto delle procedura che la Fiat è convinta di aver agito correttamente, come spiega il comunicato emesso ieri: «Riteniamo che tutte le informative sindacali e le procedure di legge per il ricorso alla Cigs siano state esperite nel corso dei contatti con il sindacato nazionale in sede di Palazzo Chigi e di ministero del lavoro». E' in quella sede che «erano state chiaramente spiegate le motivazioni della cessazione dell'attività Vamia ad Arese: la domanda, essenzialmente pubblica, di questi veicoli era scesa a livelli talmente bassi da non giustificare più l'esistenza di una unità produttiva specifica». L'azienda però conferma di voler tenere in piedi un polo, per quanto ridotto, ad Arese: ((Alfa Romeo resterà con le attività di progettazione, sperimentazione, sviluppo e centro stile, con impiego di circa 500 dipendenti di alta qualificazione professionale». E non chiude le porte alla possibilità di partecipare in qualche modo al progetto per la realizzazione di auto ecologiche, sostenuto dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, dicendosi disposta ad «esaminare le modalità di una sua collaborazione». Ieri sull'utilizzo dell'area di Arese si è tenuta una riunione con Formigoni, gli amministratori locali, i sindacati e i rappresentanti di alcune aziende che si sono dette «interessate». Venti di queste hanno presentato progetti, alcuni anche dettaghati. Sull'avanzamento di questa idea per l'utilizzo di Arese ci sono però opinioni discordanti. Secondo Formigoni «ci sono stati, eccome, passi avanti nel progetto»; secondo i sindacati si va troppo al rallentatore. I più critici sono quelli dei Cobas: «Voghamo tempi precisi, senza spot pubblicitari di Formigoni». Il gruppo del Lingotto: «Tutte le informative sindacali e le procedure per il ricorso alla cassa sono state esperite nel corso dei contatti con il sindacato e con il governo L'Alfa Romeo resterà con le sue attività di progettazione e di sperimentazione» mammm Una foto dello stabilimento di Arese

Persone citate: Cosmano Spagnolo, Formigoni, Giacinto Favaifi, Guglielmo Epifani, Maurizio Zipponi, Roberto Formigoni, Tonino Regazzi