Nuovi guai giudiziari per Cragnotti

Nuovi guai giudiziari per CragnottiIL TRIBUNALE HA RICHIESTO ALLA CONSOB GLI ATTI DELLE ISPEZIONI Nuovi guai giudiziari per Cragnotti La procura di Roma indaga sul gruppo e sugli istituti di credito personaggio ROMA ANCHE se è difficile stabilire una gerarchia dei «giorni neri», quello di ieri è certamente in alta classifica per Sergio Cragnotti. Non solo gli obbligazionisti hanno bocciato di larga misura il piano di ristrutturazione del debito, ma anche i guai strettamente giudiziari stanno montando. La Procura di Roma ha ritenuto di dover affidare una serie di consulenze tecniche - finanziarie, contabili, bancarie - per fare luce su tutta la situazione amministrativa del Gruppo Cirio a partire dal 1998. La cosa si va ad aggiungere alle indagini già in corso su Cragnotti per false comunicazioni sociali e concorso in truffa. Si tratta dell'ultima tappa di un percorso iniziato con l'accorpamento delle querele presentate da alcuni obbligazionisti in seguito alla mancata correspon- sione di un «bond» da 150 milioni di euro da parte del gruppo agroalimentare. Gli accertamenti sulla conduzione della Cirio hanno poi avuto una impennata dopo l'impugnazione, da parte della Consob, del bilancio aziendale del 2001, e nel mirino dell'organo di controllo sulla Borsa, è finita la presunta esigibilità di un credito di 500 milioni di euro vantato dal gruppo presieduto da Cragnotti nei confronti delle holding dello stesso finanziere romano sparse all'estero. Gli atti della Consob sono stati richiesti dalla procura di Roma. Le inchieste - che inizialmente erano distinte e affidate ai pm Gustavo De Marinis e Tiziana Cugini - sono state ora riunite e affidate al coordinamento del procuratore aggiunto Achille Toro. L'inchiesta è comunque destinata ad allargarsi. Gli inquirenti intendono fare luce sul ruolo delle banche che hanno finanziato il gruppo ed anche sulle operazioni (una fra tutte la cessione della Brombil) compiute dal Gruppo Cirio negli ultimi anni, per valutare se sussistano altri reati. Anche la procura di Milano, come quella di Monza, sta indagando su Cragnotti, dopo una denuncia per truffa sempre relativa ai bond, che sarebbe ora al vaglio del pubblico ministero Luigi Orsi, che fa parte del pool di magistrati che si occupa della repressione dei reati finanziari. Comunque l'esposto sarebbe - sempre secondo voci non ancora confermate - in fase di valutazione e non sarebbe ancora stato aperto formal¬ mente un fascicolo. Anche le associazioni dei consumatori ieri si sono scagliate contro il Gruppo e il suo management, con un lungo elenco di richieste e di rivendicazioni. Con la giornata di ieri, conclusa con un drammatico consiglio di amministrazione, sembra dunque giunta ad una svolta critica la posizione di quello che è stato un manager brillante e capace, elegante anche e di grande comunicativa. Cresciuto alla scuderia di Raul Cardini, Sergio Cragnotti aveva rilevato un «pomodoro di Stato» dai marchi prestigiosi ma in forte declino e ne aveva risollevato sorti e quote di mercato. La sua popolarità divenne di massa però, quando entro nel patinato mondo del calcio e acquisì la Lazio, una squadra dai bilanci turbolenti come i suoi trascorsi calcistici, che non solo portò allo scudetto, ma ne fece anche la punta avanzata di un nuovo modo di fare calcio: più manageriale, più moderno. La Lazio, tra l'incredulità generale, andò in Borsa, prima tra le squadre italiane, ed ebbe anche un'ottima accoglienza. Ora su questa grande cavalcata si allunga l'ombra del sospetto. E ai magistrati spetta chiarire se si è trattato solo di «crisi», o se dietro ci sia stato dell'altro. [r. r.] L'ex numero uno del gruppo Cirio, Sergio Cragnotti

Luoghi citati: Lazio, Milano, Monza, Roma