Del Piero-Maldini, bandiere dei super team d'Europa di Roberto Beccantini

Del Piero-Maldini, bandiere dei super team d'Europa IL GRANDE CALCIO E' RIPARTITO DA ITALIA-SPAGNA, FILO CONDUTTORE DELL'ULTIMA CHAMPIONS LEAGUE Del Piero-Maldini, bandiere dei super team d'Europa analisi Roberto Beccantini IL caso Catania ha rubato l'occhio, e non solo. Per fortuna, c'è dell'altro. A Vaduz, i ragazzi della Under 19 si sono laureati campioni d'Europa: 2-0 al Portogallo, reti del bolognese Della Rocca e dell'atalantino Pazzini. Lo squillo della squadra diretta da Paolo Berrettini è la conferma della vena propositiva che caratterizza il vivaio ^aliano, uno dei più fertili del continente. Sul piano dei nervi, è stata una finale burrascosa, come documentano i dieci ammoniti è l'espulsione del portoghese Flavio Igor. Nell'albo d'oro, i giovani azzurri succedono alla Spagna della leggenda Real ma anche di una Nazionale che, a livello assoluto, ha conquistato soltanto un Europeo in casa, nel 1964, e non è mai salita sul podio mondiale. Neppure ai tempi di Alfredo Di Stefano, Luis Suarez e Ladislao Kubala. Italia-Spagna è stata il filo conduttore dell'ultima Champions League. E questa stagione, visto che siamo in tema, è stata inaugurata - nell'Intertoto - da Villarreal-Brescia (2-0, 1-1). All'epilogo tutto iberico del 2000 (Real-Valencia 3-0) abbiamo opposto il «derby» Juventus-Milan del 28 maggio. Reduce dall'aver eliminato Tlnter nelle semifinali, il Milan si impose ai rigori (3-2): e meritò, comunque, di alzare il trofeo. La squadra di Marcello Lippi si consolò con lo scudetto, il secondo consecutivo. Per arrampicarsi fino a Manchester, i bianconeri avevano fatto fuori, uno dopo l'altro, il Barcellona e il Real, campione uscente. A differenza delle nostre Grandi, Barga e Real hanno cambiato allenatore: i catalani, retrocessi in Coppa Uefa, hanno sacrificato il burbero Antic e puntato tutto su Frank Rijkaard, che nella notte italiana, a Boston, è stato il primo ad assaggiare la nuova Juve ad assetto variabile. Il Real, da parte sua, ha liquidato Vicente Del Bosque e arruolato Carlos Queiroz, forse perché vincere non basta, e rivincere nemmeno. Ronaldo, Raul, Zidane, Figo, Beckham, Roberto Carlos sono pregati di farsi più in là. Non è ancora il loro momento. Domenica pomeriggio (le 21 in Italia) al Giants Stadium di New York, Milan e Juventus si contenderanno la Supercoppa di Lega. Ho già scritto che trovo delirante che si giochi così presto (il 3 agosto!) e così lontano. Resta il messaggio: si riparte dalle squadre che hanno firmato l'anno. Attenzione, però: la concorrenza non è disposta a porgere l'altra guancia. L'Inter si è messa le ali e le romane, se non verranno smontate in corso d'opera, dispongono di raffinati argomenti per strappare la parola all'oratore di turno. A Capello manca un centravanti di peso. A Mancini, la sicurezza che la Lazio che decolla sarà la Lazio che atterra, Stam in testa. Non è poco. I collaudi estivi vanno presi per quelli che sono, anche se l'ingordigia delle .società ne ha moltiplicato la frequenza e accentuato l'indice di difficoltà. Cuper, lui, è sempre alla ricerca di un elemento capace di assestargli la difesa. La Juventus ha vinto lo scudetto, il Milan la Cham- ùons League e la Coppa Itala. Per questo, in attesa che Carraro, Gaucci e il Tar la smettano di dare i numeri sulla serie B, il prologo di domenica sequestra la curiosità dei tifosi. L'undicesima Juve di Alessandro Del Piero, il ventesimo Milan di Paolo Maldini. Buon viaggio. Marco Di Vaio firma autografi nel Nike store di Providence